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Bologna, 1881 - 1959
Emma Bonazzi, detta Tigiù, si diploma nel 1913 all'Accademia di Belle
arti di Bologna e vince un Premio, offerto dal ministero della Pubblica
Istruzione. Frequenta il Corso speciale di Figura di Domenico Ferri, dal
1910 al 1913. Nel 1914 partecipa alla II Secessione Romana, con un
dipinto Bambola. L'anno successivo vince, ex aequo con Olga
Raisini, il Concorso Bevilacqua, a Bologna, con il disegno a carboncino
Santa in estasi. Nel 1915 è anche presente all'Esposizione
Internazionale di San Francisco. Nel 1916 partecipa all'esposizione
della "Società Francesco Francia", a Bologna, e pubblica sulla neonata
rivista "Bianco e Nero" una enigmatica Salomè, a china. Nel 1918 vince
il premio "Città di Stoccolma", con una Salomè, realizzata a
pittura e a ricamo. Dipinge La Samaritana.
Artista eclettica, si presenta come pittrice, come grafica e
decoratrice, eccellendo nel mondo delle arti applicate. Nel dopoguerra
si avvicina anche alla ceramica, realizzando opere per la manifattura
"Maioliche Deruta" e per consorzio di ceramiche C. I. M. A. di Deruta,
diretto da Alpinolo Magnini. Ha prodotto delicati acquerelli, lavori di
ricamo, manifesti e oggetti, come le scatole per i cioccolatini Perugina
che piacevano tanto a Gabriele D'Annunzio. Per la Perugina, dal 1924
fino agli inizi degli anni '40, Emma Bonazzi ha progettato manifesti,
confezioni di lusso - in legno, seta, cartone - e curato allestimenti
dei negozi. Creava donnine enigmatiche e languide, dalle linee morbide e
sinuose, fiabesche, spiritose. Nei suoi lavori mescolava elementi
diversi: stoffe di lana e seta, camoscio, ricami, pittura a olio e ad
acquerello, metalli.
Dal 1917 entra in contatto con lo Stabilimento Grafico di Edmondo
Chappuis e realizza la locandina Date carta alla Croce Rossa e il
manifesto per l'acqua "Litiosina". Illustra un racconto per il Corriere
del piccoli. Nel 1919 è all'Esposizione Regionale Lombarda d'Arte
Decorativa e, alla mostra romana della Società Amatori e Cultori,
presenta l'opera In rosa.
Nel 1920 invia alla Biennale di Venezia il trittico Grano, Melograno
e Salice e espone alla II Secessione Romana. Nel 1921 presenta alla
I Biennale Romana Donne Abruzzesi e alla Fiorentina Primaverile
tre dipinti, sei acquerelli e dodici ricami. Nel 1922 partecipa alla
Fiera internazionale del Libro e, alla XIII Biennale di Venezia, espone
il dipinto La Formica. Realizza il manifesto per la Tourné dei
Balletti Russi Leonidoff e il calendario della Barilla, di schietto
gusto Déco. Nel 1924 dipinge Pronta per il veglione.
Nel 1928 progetta lo stand per l'Istituto Seta Italiana, alla Mostra
Campionaria del Littoriale di Bologna, per cui esegue anche il
manifesto. Il motto del ciclo della seta è: Dal baco al bozzolo -
matassa, filatura, tessitura, tintura - al vestito. L'anno
successivo illustra il libro per ragazzi Quando il diavolo ci mette la
coda, edito da Cappelli. Nel 1921 disegna il manifesto Coppa del Re
e nel 1937 quello per "Liquori Pilla", stampati dalle Tipografie Baroni.
Nel secondo dopoguerra ha vissuto a Bologna, dimenticata. In suo
soccorso "Il Giornale dell'Emilia" aprì una sottoscrizione, dal titolo:
"Una pittrice in miseria".
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