Rovereto (Tn), 23/05/1896 - Firenze, 07/02/1925
Nato a Rovereto (Trento) il 23 maggio 1896 da
Giovanni e Paola Rufinasca, a sei anni rimase orfano di padre. Dopo aver
studiato alla scuola reale superiore, nel 1915 si trasferì a Firenze,
dove frequentò l'Accademia di Belle Arti, seguendo il corso di figura
tenuto da A. Calosci e quello di bianco e nero tenuto da E.
Mazzoni-Zarini. Da quest'ultimo, notissimo acquafortista, egli, che
all'incisione si dedicò con passione, raggiungendo molto presto un posto
importante nella grafica italiana, fu molto influenzato, e non solo per
quanto riguarda la tecnica. I temi preferiti dal Cainelli infatti,
quegli scorci cittadini o quei paesaggi che egli andava cogliendo
durante i suoi viaggi soprattutto per la Toscana, sono gli stessi del
Mazzoni. In modo particolare, nelle prime incisioni, si nota la medesima
semplicità della costruzione prospettica immersa in una vaga atmosfera
di malinconia; un esempio significativo è certo quella Via di Galluzza a
Siena, premiata alla Mostra del Francia a Bologna nel 1918.
L'essenzialità del segno non deve far dimenticare la
lenta e accurata elaborazione che precedeva la stampa di
ogni opera del Cainelli, come dimostrano i numerosi
disegni preparatori rimasti. A questo proposito il Polo
(1955) ha notato che, mentre gli schizzi di San
Gimignano, Lucca e Siena del '17 testimoniano i primi
tentativi del Cainelli e nella ripetizione insistita del
tratto e nella ricchezza dei particolari, quelli più
tardi dimostrano invece una maggiore sicurezza nel
prevedere il successivo passaggio sulla lastra,
riuscendo l'artista a raggiungere il suo caratteristico
rigore grafico senza più bisogno di decantare le
sensazioni nel disegno preparatorio.
Il Cainelli fu presente ogni anno, quasi esclusivamente
come incisore, alle più importanti esposizioni italiane:
nel 1919 all'esposizione di Belle Arti degli amatori e
cultori di Roma; alle Biennali di Venezia del '20, '22,
'24 come artista designato dalla giuria; alle Biennali
di Roma del '21,'23, e '25; alla Fiorentina primaverile
del 1922 e del '23; alle esposizioni dell'Accademia di
Brera e a quelle della Società degli amici dell'arte di
Torino.
L'artista lavorò sempre lentamente e
con cura, cercando a lungo uno scorcio particolare, come
nel caso della Via S. Agostino, del 1923, di cui
si hanno numerosi studi da diversi punti di vista. Col
passare degli anni la tecnica si fa sempre più raffinata
e le composizioni più complesse: non si tratta più di
quelle "vedute" che "sembrano riecheggiare l'atmosfera,
il mondo, la malinconica tristezza di un Rosai" (Trentin);
assistiamo a un, tentativo di trasfigurazione della
realtà attraverso l'uso di ombreggiature e "di un tratto
più pastoso e pittorico" (Polo, 1967), come nella
Cappella del Sacramento, del '24, che gli costò due
mesi di lavoro, o nella Loggia dei Lanzi,
terminata poco prima della morte. Morì improvvisamente a
Firenze il 7 febbraio 1925, proprio quando sembrava aver
raggiunto una certa sicurezza dopo anni di solitario e
duro lavoro.
Il Cainelli ha lasciato cinquantotto incisioni e una
trentina di dipinti a olio in gran parte conservati
nella Galleria degli Uffizi, nella Galleria d'arte mod.
di Roma e nel Museo di Trento; inoltre circa seicento
disegni sono di proprietà della famiglia a Rovereto.
Ideò anche illustrazioni di libri ed ex libris e su suo
disegno furono stampati il manifesto della Fiera
internazionale del libro di Firenze nel '22 e la tessera
sociale per l'anno 1923-24 dell'università popolare
fiorentina. Nel novembre del 1925 gli fu dedicata una
mostra retrospettiva a Trento e un'altra nel 1946 per il
cinquantenario della sua nascita. Alcune sue opere
furono esposte nel '26 alla III Biennale d'arte della
Venezia Tridentina a Bolzano, nel '27 alla II Mostra
internazionale dell'incisione moderna a Firenze, alle
Biennali di Venezia del '26 e del '28 e alla Mostra dei
quaranta anni della Biennale di Venezia nel '35, alla VI
Sindacale d'arte della Venezia Tridentina a Trento nel
'37, alla Mostra della pittura trentina dell'Ottocento e
Novecento a Trento nel '46, alla Mostra dell'incisione
trentina dalle origini ai giorni nostri a Trento nel
1971.
Ludovica Mazzola - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 16 (1973) -
treccani.it
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