Hanni Calè-Angiolini ha studiato a Monaco di Baviera col
pittore Antan Aszbè. La Calè-Angiolini non è da confondere
con le tante «signore o signorine che dipingono»: ha
dell'artista la serietà, la costanza del lavoro e la
passione della ricerca. Predilige il ritratto e la natura
morta, ponendo anche in questo genere, tanto abusato e
diffamato dal dilettantismo, una severità di gusto connessa
alla soluzione d'interessanti problemi pittorici.
Nella sua arte si propone, in special modo di realizzare
l'emozione coloristica congiuntamente alla evidenza e
saldezza dei volumi e ciò attraverso ad un impressionismo
più statico e più corposo.
Se per il passato la ricerca troppo intellettiva e i
preconcetti teorici l'avevano indotta a suddividere e
scomporre i toni come nelle sfaccettature di un prisma - ciò
che nuoceva alla chiarezza e all'unità dell'assieme - nelle
sue ultime cose il colore - colore spontaneo nel suo acceso
lirismo - appare più omogeneo, maggiormente fuso, meglio
aderente all'evidenza plastica dei corpi. Cimento di volontà
non meno che d'intelligenza.
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