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Guido Calori ( Dyonisos )
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Roma, 01/05/1885 - 20/04/1960
Si formò a Roma, frequentando in modo saltuario diverse scuole
artistiche. Nel gennaio del 1902, con la scultura Ero e Leandro, vinse
il secondo premio del concorso nazionale "Albacini", indetto
dall'Accademia nazionale di San Luca e ottenne le prime commissioni da
parte di privati: nel 1905 l'opera Il carriolante fu acquistata
dal re Vittorio Emanuele III. Nel 1906 ottenne un incarico annuale come
direttore artistico delle Fabbriche riunite per la ceramica in Civita
Castellana.
Nel 1907 partecipò di nuovo al concorso nazionale "Albacini", con
Virgilio e Sordello, aggiudicandosi il primo premio. Nell'anno
successivo, tre sue sculture furono presentate alla "LXXIX esposizione
internazionale della Società di amatori e cultori di belle arti in Roma"
e vinse il Pensionato artistico nazionale per il quadriennio 1908-1912.
Realizzò il gruppo scultoreo Il Mediterraneo per il ninfeo
centrale dell'Esposizione internazionale del 1911 e collaborò con lo
scultore Ettore Ximenes all'esecuzione del monumento a Giuseppe Verdi in
Parma. Nel maggio del 1910 un suo scritto sulla scultura, Il mito di
Pigmalione, era stato premiato nel concorso "Poletti" indetto
dall'Accademia nazionale di San Luca.
I difficili rapporti col mondo massonico della capitale, in preda a
dissidi interni e dominato dalla figura dello scultore Ettore Ferrari,
lo portarono alla decisione di allontanarsi da Roma e nel 1912 andò ad
insegnare disegno e ornato nell'Istituto tecnico industriale di Chieti
dove restò per cinque anni, in un ambiente artistico pervaso da
suggestioni dannunziane.
Verso la fine del 1917 ottenne incarichi per l'insegnamento di plastica
ornamentale e della figura, presso l'Accademia di belle arti di Firenze,
che mantenne fino al 1925. In collaborazione con Galileo Chini, su
committenza del comune di Borgo San Lorenzo, realizzò la spada d'onore
per il generale Pecori Giraldi e la targa onoraria per la 1'Armata della
città di Trento. Nel 1920 partecipò a diverse mostre collettive, tra
cui, a Roma, alla prima edizione della Biennale romana d'arte, con le
opere Mater dolorosa, Ave Maria, Cerbiatta, Ritratto di Gabriele
D'Annunzio e Maternità. Collaborò ancora con Galileo Chini
per le decorazioni plastiche delle Terme di Salsomaggiore. Del 1924 sono
il frontone e la Fontana della Najade delle terme Tettuccio di
Montecatini, mentre all'anno successivo risale il Monumento ai caduti
per la città di Orte. Nel 1921 vinse inoltre nuovamente il premio
Poletti con lo scritto L'anima dell'arte nella pittura.
Dal 1925 al 1927 divenne titolare della cattedra di figura
nell'Accademia di belle arti di Bologna, dove realizzò varie opere, tra
cui gli ornamenti per la chiesa del Sacro Cuore di Gesù e una targa a
Giulio Giordani, nel salone di palazzo d'Accursio. Entrò a far parte
della commissione edilizia di Bologna e divenne come membro onorario
dell'Accademia delle arti del disegno di Firenze.
Nel 1927 si trasferì a Napoli, entrando in contatto con la scultura di
matrice realistico-popolare di Vincenzo Gemito e della sua scuola. Qui
eseguì le decorazioni del salone della Banca italiana di sconto e il
frontone della stazione di Mergellina. Con il Ritratto di Giuseppe
Bottai, partecipò inoltre alla 1ª Mostra del sindacato fascista
artisti della Campania.
Nel 1930 fu "comandato" alla cattedra di plastica della figura
nell'Accademia di belle arti di Roma e, nel medesimo anno, partecipò
alla XVII edizione della Biennale di Venezia, con l'opera Italica
Gens, vincendo il premio della Confederazione degli agricoltori.
L'anno seguente, partecipò ancora, con due opere, alla prima edizione
della Quadriennale di Roma. Nel 1932 presentò alla XVIII edizione della
Biennale di Venezia l'opera La beffa, che fu esclusa alla vigilia
dell'inaugurazione come "moralmente offensiva".
A partire da questa vicenda le commissioni pubbliche diminuirono, anche
se continuò a ricevere riconoscimenti e attestati: divenne membro della
Pontificia accademia dei virtuosi al Pantheon e accademico
corrispondente dell'Accademia nazionale di San Luca. Nel 1937, anche
grazie ai buoni uffici del ministro Bottai, che conosceva da anni,
espose Il vasaio alla Mostra di arte italiana dal 1800 a oggi in
Berlino. Nel 1939 espose alla terza Quadriennale romana.
Partecipò ancora a due Biennali di Venezia, quella del 1940 e quella del
1942, ed eseguì la statua della Fisica per il palazzo della Civiltà
italiana all'EUR. Nel 1940 ebbe l'incarico di realizzare la statua
equestre di Vittorio Emanuele III, da collocare nell'atrio della
stazione di Roma Termini, progettata dall'architetto Mazzoni, che
tuttavia non venne mai realizzata a causa della guerra.
Nel 1948 partecipò per l'ultima volta alla Quadriennale di Roma,
denominata quell'anno Rassegna nazionale delle arti figurative.
Gli ultimi anni della sua attività furono dedicati prevalentemente alla
pittura e con lo pseudonimo di Dyonisos partecipò come pittore ad alcune
collettive (nel 1950 alla Mostra d?arte ispirata alla danza e nel 1951
al premio Roma per la pittura). Nel 1953 due sui dipinti furono esposti
alla terza edizione della Mostra nazionale d'arte in vetrina a Torino.
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