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Ortona a Mare (Ch), 07/09/1892 - Milano, 29/08/1989
Viene introdotto all'arte dal padre Basilio, capostipite di una famiglia
che conterà, nel corso del Novecento, numerosi esponenti artistici. Col
fratello Tommaso, esordisce in una mostra alla "Famiglia Artistica" di
Milano, nel 1907, dimostrando subito uno spiccato talento di colorista.
Nel 1909, sempre con Tommaso, espone per la prima volta a Parigi,
aggiornandosi agli sviluppi del Post-Impressionismo.
Nel 1910 è tornato a Milano, dove frequenta Marinetti, Boccioni e
Margherita Sarfatti, seguendo con interesse gli sviluppi del
Divisionismo. Fra il 1915 e il 1918 partecipa alla Prima Guerra
Mondiale. Dopo il ritorno dal fronte, mostra una maggiore attenzione per
la regolarità della composizione e per l'incidenza del disegno, fra
rétour à l'ordre e Primitivismo in chiave di modernismo nazionale, senza
comunque smentire la preponderante vocazione colorista.
Nel 1924 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia, dove
sarebbe tornato in tutte le successive edizioni fino al 1942, quando
avrebbe avuto in dedica una sala personale.
Nel 1925, presentato da Carlo Carrà, espone con successo alla Galleria
Pesaro di Milano, affermandosi come uno dei maggiori paesaggisti
italiani del momento.
Fra il 1931 e il 1933 espone a Parigi, Londra, Bruxelles, aggiungendo il
soggetto cittadino al repertorio più tradizionale, ispirato alla natura
abruzzese.
Dal 1933 è illustratore paesaggista de "Il Corriere della Sera".
Nel 1937 partecipa alla Quadriennale di Roma e ottiene una medaglia
d'oro all'Esposizione Universale di Parigi. E' da questo periodo che
Portofino diventa il suo luogo prediletto, del quale riproduce gli
scorci più suggestivi in un numero sterminato di varianti.
Nel 1938 esordisce come scenografo alla Scala. Dopo il 1945, le mutate
condizioni del dibattito critico in Italia, ostile a un certo tipo di
figurazione, lo invogliano a incrementare i rapporti con l'estero, in
particolare col Sud America, con la California (espone a Los Angeles nel
1948) e con Parigi.
Nel 1954 la sua opera viene celebrata, a Lugano, dalla prima
retrospettiva a lui dedicata. Fra la fine degli anni Cinquanta e gli
anni Settanta si muove fra gli Stati Uniti, Parigi, Portofino e
l'Abruzzo, conseguendo rinnovati successi con le frequenti mostre che
segue in ogni parte del mondo. L'ultima stagione artistica di Cascella é
caratterizzata da un numero considerevole di riconoscimenti ufficiali e
di esposizioni antologiche (Milano, 1981; Ferrara, 1982-83; Roma, 1985),
a cui corrisponde una recuperata freschezza espressiva del maestro,
neo-impressionista, di vigore quasi giovanile.
(www.archimagazine.com) |
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