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Leonetta Cecchi Pieraccini
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Poggibonsi (Si), 31/10/1882 - Roma, 23/09/1977
Nata a Poggibonsi (Si) da una famiglia colta e benestante, si forma
studiando disegno prima presso le ritrattiste sorelle Sartoni e
successivamente (dal 1902 al 1905) frequentando l'Accademia di Belle
Arti di Firenze, dove è allieva di Giovanni Fattori e muove i primi
passi nel campo della pittura in compagnia di Armando Spadini.
Nel 1906 partecipa per la prima volta alla Promotrice per le Belle Arti
esponendo i dipinti La nobile provinciale in visita e un Autoritratto, in cui sono evidenti le suggestioni dell'arte di
Giovanni Costetti, e nel 1911, dopo il matrimonio con il critico
letterario Emilio Cecchi si trasferisce a Roma dove comincia a
frequentare il mondo degli intellettuali, che successivamente descriverà
nei libri "Vecchie agendine" e "Agendine di guerra".
Nel corso della sua lunga carriera artistica, che abbraccia più di mezzo
secolo, organizza prestigiose mostre personali, tra cui quella alla Casa
d'Arte Bragaglia del 1922, e partecipa a numerose collettive in Italia,
Europa e America, ottenendo un vasto consenso di critica e di pubblico.
Il suo stile dalle prime esperienze post-macchaiole evolve in un'arte
soggettiva ed individualista, che pur echeggiando suggestioni delle
tendenze della pittura romana tra le due guerre, ne appare influenzato
solo marginalmente, trasfigurandole, in virtù di una spiccata
sensibilità personale, nella sua caratteristica cifra espressiva
composta di misura ed equilibrio formale. Nei dipinti di Leonetta Cecchi
Pieraccini, le forme non appaiono infatti come meri ricalchi del reale,
ma come una libera ricreazione di esso attraverso la sobria armonia di
un colore corposo e mai astraente, che traduce in valori reali le
emozioni suscitatele da cose e persone.
Nella seconda metà degli anni venti aderisce al Novecento Italiano di
Margherita Sarfati, della quale esegue anche un ritratto, partecipando
nel 1926 alla prima mostra milanese del gruppo con le opere La casa
Bianca, Bambini al pianoforte e San Francesco a Fiesole e
alla seconda tre anni dopo con il Ritratto di Piero Pancrazi.
Nel luglio 1930 si reca insieme al marito in America dove entra in
contatto con diverse gallerie d'arte contemporanea e dipinge una serie
opere di grande suggestione tra cui si distinguono i paesaggi Hudson River
e Columbus Circle.
Particolarmente degni di nota sono in questi anni i malinconici monotipi
che raffigurano fiori nei loro vasi, i ritratti dei tre figli e del
marito e le scene di vita quotidiana, tra cui A teatro e Ballerine,
mentre un posto particolare all'interno della sua vasta produzione
occupa la galleria di ritratti di artisti, letterati e intellettuali che
frequentavano la sua casa romana, tra cui Achille Campanile, Antonio
Baldini, Giuseppe Ungaretti, Roberto Longhi, Alberto Moravia e Mario Praz, nei quali l'artista riesce ad esprimere l'intero senso delle
singole personalità tramite una scelta discreta e quasi impercettibile
degli elementi fisionomici tipici, fermando così nel tempo espressioni e
stati d'animo di personaggi che costituiscono parte integrante della
cultura italiana del Novecento.
(comune.siena.it)
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