Aix-en-Provence, 19/01/1839 ? Aix-en-Provence,
22/10/1906
Paul Cezanne (1839-1906) è il pittore francese più
singolare ed enigmatico di tutta la pittura francese
post-impressionista. Nato ad Aix-en-Provence, nel meridione della
Francia, proviene da una famiglia benestante (il padre era proprietario
della banca locale). Egli quindi ebbe modo di condurre una vita agiata,
a differenza degli altri pittori impressionisti, e di svolgere una
ricerca solitaria e del tutto indifferente ai problemi della critica e
del mercato. Egli, infatti, nella sua vita, al pari di Van Gogh,
vendette una sola tela, solo qualche anno prima di morire.
Pur vivendo quasi sempre a Aix-en-Provence, trascorse
diversi periodi a Parigi dove ebbe modo di venire a contatto con i
pittori impressionisti della prima ora quali Pissarro, Degas, Renoir,
Monet e gli altri. Egli, come gli altri impressionisti, si vedeva
rifiutato le sue opere dalla giuria del Salon. E così anche egli
partecipò alla prima mostra che gli impressionisti tennero nello studio
del pittore Nadar nel 1874. A questa mostra egli espose la sua
famosissima opera «La casa dell?impiccato a Auvers».
La sua aderenza al movimento fu però sempre
distaccata. La sua pittura seguiva già agli inizi un diverso cammino che
la differenziava nettamente da quella di un Monet o di un Renoir. Mentre
questi ultimi erano interessati solo ai fenomeni percettivi della luce e
del colore, Cezanne cerca di sintetizzare nella sua pittura anche i
fenomeni della interpretazione razionale che portano a riconoscere le
forme e lo spazio. Ma, per far ciò, egli non ricorse mai agli strumenti
tradizionali del disegno, del chiaroscuro e della prospettiva, ma solo
al colore. La sua grande ambizione era di risolvere tutto solo con il
colore, arrivando lì dove nessun pittore era mai arrivato: sintetizzare
nel colore la visione ottica e la coscienza delle cose.
Egli disse infatti che «nella pittura ci sono due
cose: l?occhio e il cervello, ed entrambe devono aiutarsi tra loro».
Da questa sua ricerca parte proprio la più grande
rivoluzione del ventesimo secolo: la pittura cubista di Picasso. Con il
cubismo si perde completamente il primo termine della sintesi di Cezanne
(visione-coscienza), per ricercare solo quella rappresentazione che ha
la coscienza delle cose. Perdendosi il primo termine il cubismo romperà
definitivamente con il naturalismo e la rappresentazione mimetica della
realtà per introdurre sempre più l?arte nei territori dell?astrazione e
del non figurativo.
In Cezanne tutto ciò è però ancora assente. Egli non
perde mai di vista la realtà e il suo aspetto visivo. Come per i pittori
impressionisti, egli è del tutto indifferente ai soggetti. Li utilizza
solo per condurre i suoi esperimenti sul colore. Ed i suoi soggetti sono
in realtà riducibili a poche tipologie: i paesaggi, le nature morte, i
ritratti a figura intera. I paesaggi sono, tra la produzione di Cezanne, quella
più emozionante e poetica. Vi dominano i colori verdi, distesi in
infinite tonalità diverse, tra cui si inseriscono tenue tinte di colore
diverso. Sono paesaggi che nascono da una grande sensibilità d?animo e
che cercano nella natura la serenità e l?equilibrio senza tempo.
Le nature morte di Cezanne sono quasi sempre dominate
dalla frutta. Inconfondibili sono le sue mele che, come perfette sfere
rosse, compaiono un po? ovunque. In questi quadri gli elementi si
pongono con grande libertà, cominciando già a mostrare le prime volute
rotture con la visione prospettiva. Cezanne è interessato solo ai volumi
non allo spazio. Tanto che egli affermò che tutta la realtà può essere
sempre riconducibile a tre solidi geometrici fondamentali: il cono, il
cilindro e la sfera. Questa sua attenzione alla geometria solida ritorna
anche nei suoi ritratti a figura intera, tra cui spiccano le
composizioni delle Grandi Bagnanti.
La sua tecnica pittorica è decisamente originale ed
inconfondibile. Egli sovrapponeva i colori con spalmature successive,
senza mai mischiarle. Per far ciò, aspettava che il primo strato di
colore si asciugasse per poi intersecarlo con nuove spalmature di
colore. Era un metodo molto lento e meticoloso, per certi versi simile a
quello di Seurat e dei neoimpressionisti che accostavano infiniti e
minuscoli puntini. Cezanne è, tuttavia, molto lontano dai risultati e
dagli intenti dei puntinisti. Egli non ricercava una pittura
scientifica, bensì poetica. La sua rimane però una pittura molto
difficile da decifrare e spiegare. Ma basti il giudizio di Renoir che di
lui disse: «Ma come fa? Non mette neanche due macchie di colore su una
tela, senza fare una cosa eccezionale!»
La sua ricerca fu estremamente solitaria e scevra di
clamori. Anche per il suo carattere schivo e introverso condusse una
vita molto ritirata nella sua Aix-en-Provence. La sua attività di
pittore è del resto contraddistinta da una insoddisfazione perenne. Egli
si sentiva sempre alla ricerca di qualcosa che non riusciva mai
pienamente a raggiungere. La sua riscoperta e rivalutazione avvenne solo
negli ultimi anni della sua vita. Nel 1904, due anni prima della morte,
il Salon d?Automne espose le sue opere dedicandogli un?intera sala. Dal
1906, anno della sua morte, la sua eredità venne ripresa soprattutto dai
cubisti che in Cezanne videro il loro precursore.
|