Pillole d'Arte

    
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Giovanni Costa ( detto Nino )




Roma, 10/1826 - Marina di Pisa 31/01/1903

Nato a Roma nell'ottobre 1826, morto a Marina di Pisa il 31 gennaio 1903. Fu allievo del Camuccini, del Coghetti, dell'Agricola e del Podesti. Arturo Lancellotti giustamente distingue in tre periodi la produzione di questo artista: nel primo periodo i particolari sono curati con scrupolosità, e il vero è ritratto con vivacità e semplicità di colore; nel secondo, si accentua una maggior libertà di soggetto e di pennellata, in una raffinatezza di sentimento; al terzo appartengono rapidi paesaggi e diversi incisivi ritratti.

Opere: Donne sulla spiaggia di Anzio; Paesaggio e Il bacio del sole morente alla campagna odorosa, nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma; Risveglio, nella Galleria Nazionale di Londra; La barca; La Francese renouvelle toujours; Danza dei carbonai; Ragazza di Capri, Ragazzi nel bosco; L'Arno a San Rossore; Leda, tutte di proprietà Lemon; Barche nel golfo di Napoli; Campagna di Novarth; Ritratto femminile; Ritratto d'una figlia; Bufali nella Campagna romana; Campagna romana; Ad fontem Aricjnum, tutte nella Collezione Guerrazzi; Il Gombo a San Rossore, nella Collezione Rutson; Castello di Normandia, di proprietà del pittore Alma Tadema; Frate Francesco e Frate Sole, proprietà Lord Carlisle; Santo Stefano Rotondo a Roma; Geremia sulle rovine di Gerusalemme; La Verna; Il Serchio e le sue Ninfe.

I suoi quadri risentono quella semplicità che così ben s'adatta alla naturale bellezza della campagna. La sua anima, capace di comprendere tutte le sfumature delle visioni, ci ha dato tele di gusto fine. I paesaggi, forse la parte migliore della sua produzione, hanno in sè la malinconica serenità della campagna toscana e di quella laziale. Tecnico esperto, egli seppe unire le finezze della sensibilità con le regole della pratica, ottenendo così nelle sue figure una sana forma costruttiva, in un periodo di tempo piuttosto molle (preraffaellismo). La sua maniera acuta, la sua ricerca costante «sul vero», additò la via al Fattori e più tardi al Signorini, cosicchè si può considerare il Costa come il vero animatore dei Macchiaiuoli.

Ardente patriota, s'inscrisse nel 1847 alla Giovine Italia, e nel 1848, 1849 e 1860 combatté per l'indipendenza della Patria. Viaggiò in Francia e in Inghilterra dove contava carissime amicizie, tanto è vero che la maggior parte della sua produzione eseguita in Italia emigrò in Inghilterra e in Francia, dove il Costa fu sostenuto dal Corot, che lo ebbe carissimo.

(A. M. Comanducci)