Pillole d'Arte

    
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Deiva De Angelis ( Terradura )




Gubbio (Pg), 1885 - Roma, 24/02/1925

Nacque a Gubbio (Perugia), probabilmente nel 1885. Venuta da una famiglia poverissima, Deiva Terradura si trasferì a Roma, dove per vivere vendette violette a piazza di Spagna e poi diventò modella. Conosciuto quindi, l'acquarellista di lingua inglese William Walcot (nato a Odessa nel 1871), a Roma dal 1903, ne fu amata e condotta in un lungo viaggio a Londra e a Parigi, dove completò la propria istruzione (Bragaglia, 1935; Cremonese, 1960), avviandosi alla pittura. Rientrata a Roma sposò l'avvocato pugliese De Angelis dal quale si separò molto presto; prese a frequentare l'ambiente artistico più avanzato della capitale e incontrò in questo modo Cipriano Efisio Oppo, pittore, disegnatore, illustratore satirico già affermato e in contatto con gli artisti secessionisti residenti nella villa Strohl-Fem, dove egli stesso aveva lo studio. La De Angelis intrecciò con il futuro organizzatore delle attività artistiche della Roma fascista una appassionata relazione sentimentale. Nel 1913, alla prima Esposizione internazionale d'arte della Secessione a Roma, presentò un Ritratto. La De Angelis non figura nella II Secessione romana (1914)., mentre partecipò alla III (1915) con il dipinto Contadino.

Nell'archivio di F. Ferrazzi è stato rintracciato il catalogo della mostra, appartenuto all'artista Francesco Randone il quale, fra le sue annotazioni, commentava con favore il dipinto della De Angelis. Emilio Cecchi, in un articolo dedicato a C. E. Oppo (in Dedalo, VIII [1927-1928], pp. 696-717),ne sottolineava i modi comuni a quelli della De Angelis: "con nervosa incisività, attizzando e tormentando i contorni, esprimeva uno stato d'animo distaccato e direi quasi stonato...".
Alla IV Secessione romana la espose il maggior numero di dipinti mostrati in pubblico: "... un fascio di Fiori che veramente, per i loro accordi cromatici, sono una simpatica visione, come pure un gruppo di Case ed una Toletta in cui tenta con grande semplicità di mezzi pittorici, di rendere il volume delle cose" (Lancellotti, 1917). Il dipinto Case, datato 1915 (Roma, collez. priv.), è apparso all'esposizione Segni di donna (1984) con il titolo apocrifo Paesaggio urbano.

Questi dipinti, uniti a Bottiglia tonda e bricco, 1915 (Roma, coll. privata), testimoniano "di una personalità d'eccezione e assolutamente in anticipo sulla cultura romana e italiana dell'epoca, caratterizzata da un espressionismo stralunato, elettrico nel colore come nel segno guizzante..." (Vivaldi, 1976). Piero Scarpa dalle pagine de Il Messaggero (5 giugno 1918) sottolineava la capacità della De Angelis di costruire solidamente un nudo, per masse pittoriche disposte in modo sapiente, con attenzione particolare a sfruttare il colore nelle sue Virtù intrinseche, con rispetto per il tracciato del disegno.
Lasciato Oppo, forse prima del 1918 la De Angelis si legò al pittore illustratore Giuseppe (Bepi) Fabiano, che sposò poco prima di morire.
Nel 1920 espose alla Famiglia artistica di Milano con il Gruppo romano (Spadini, Oppo, Socrate, N. Pazzini, S. Penagini, E. Luppi e Selva), mostrandovi - secondo il negativo giudizio di Giorgio De Chirico - "alcune tele cataclismiche... sregolate e confuse...". Tra la fine del 1920 e l'inizio del 1921, con due Campagne romane, partecipò all'Esposizione internazionale d'arte moderna di Ginevra in cui figuravano anche Balla, Boccioni, De Chirico, P. Conti, F. Depero, J. Evola, Benvenuto e Ferruccio Ferrazzi, R. Paresce e E. Prampolini. Al Circolo artistico di Roma, nel 1921, espose nella Mostra del ritratto. Nel medesimo anno partecipò alla I Biennale romana dove espose - tra l'altro - l'Autoritratto, Mia madre e Paesaggio, un dipinto, quest'ultimo, arido e rapidamente abbozzato, riprodotto sul numero di aprile del 1921 di Cronache d'attualità. Nel 1921, su Cronache d'attualità, la De Angelis pubblicava ventuno disegni per illustrare, sui numeri di aprile e di maggio, un gruppo di liriche e di poesie di Arturo Onofri, gli stessi, poi riuniti nel Volume dello scrittore, Arioso, edito nel giugno 1921 sempre dalla Casa d'arte Bragaglia.
Alla II Biennale romana del 1923 la De Angelis espose due ritratti di Bambini, un Paesaggio, La sora Lalla e Bambina (disegno). Morì a Roma il 24 febbraio 1925.

(Mario Quesada - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 33 (1987 - treccani.it)