Pillole d'Arte

    
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Francesco De Gregorio



Resina (Na), 08/10/1862 - Napoli, 01/07/1939

Nacque a Resina, l'odierna Ercolano, nei pressi di Napoli, il 18 ottobre 1862 da Nicola (non è noto il nome della madre). Imparò i primi rudimenti di pittura dal padre e dal fratello Salvatore, esperti decoratori; studiò poi con Stanislao Lista. Già nel 1874 partecipò alla Promotrice di belle arti napoletana, dove continuò ad esporre sino al 1920-21. Nel 1877 partecipava alla Mostra nazionale di belle arti tenuta a Napoli con il quadretto La nonna: fu notato da F. Netti che lo definì "scuro, ma coscienzioso".

La sua maniera giovanile era improntata ad uno stile accademico piuttosto asciutto ma corretto, come si può vedere dai ritratti conservati presso il municipio di Napoli: Luigi La Vista e l'ammiraglio F. Caracciolo. Al periodo giovanile appartiene anche il ritratto di Guglielmo Pepe (Napoli, municipio), realizzato in collaborazione con Beniamino De Francesco. Nel 1883 espose a Napoli, alla Promotrice, Spassatiempo a Nola e a Roma, alla Esposizione di belle arti, Se fa juorno e manco 'o'nfilo, un quadro di soggetto familiare con effetto di luce notturna, che comparve poi anche l'anno successivo alla Promotrice napoletana e fu acquistato dalla Società, toccando in sorte al principe Marcantonio Colonna (Giannelli, 1916). La Società promotrice acquistò anche altre opere del De Gregorio e precisamente: Iniziata da lei sarà completata da lui... quella tela, esposta nel 1886 e assegnata alla Provincia di Lecce; Vo' fa pace, assegnata alla Camera di commercio di Napoli, dopo l'esposizione del 1890. Intanto, nel 1888 il De Gregorio aveva presentato alla Promotrice È sempre lui che offre e nel 1890 partecipava alla grande Mostra del lavoro tenuta a Napoli nella galleria Umberto I. Intorno agli ultimi anni del secolo sposò Vincenza Saldi.

Fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del nuovo secolo il suo stile subì una svolta sia per l'approfondimento degli impasti barocchi, sia per la conoscenza di Antonio Mancini. La compattezza della forma accademica si sfalda e le pennellate assumono un andamento più libero e vagamente impressionistico. La sua produzione, caratterizzata soprattutto da ritratti femminili, si orientò anche verso soggetti di genere, in cui più accentuatamente egli manifestò i suoi legami con Mancini e il suo distacco dalle formule leziose di V. Caprile o di V. Volpe. La capacità di rinnovare la tavolozza e il linguaggio delle pennellate gli fece rivivere una seconda giovinezza, tanto da essere incluso, a inizio secolo, nelle schiere di pittori più giovani di lui di vent'anni. Nel 1906 fece parte del giurì di accettazione delle opere per la Promotrice Salvator Rosa di quell'anno. Presente alla VI Esposizione internazionale di Barcellona (1911), partecipò alla XXXIV Promotrice napoletana con l'olio Donna con la chitarra;  nel 1912 espose, ancora alla Promotrice, Baccante.

Nella sua vasta e dispersa produzione si segnalano anche opere eseguite a pastello e lavori di decorazione realizzati sulla scorta della tradizione familiare, fra cui la decorazione della chiesa del Sacramento a Napoli. Nel 1915 il De Gregorio fece parte del comitato "Rinascimento artistico meridionale" che promosse l'Esposizione nazionale tenuta a Napoli presso l'istituto di belle arti. In questa mostra espose Crepuscolo (Napoli, municipio) e Perla infranta (Roma, Galleria nazionale d'arte moderna) che riscosse particolare successo per la ricerca coloristica e le preziosità tecniche che ostentava: tema del dipinto è infatti il nudo di donna che si abbandona sulla chaise longue, ma è anche il colore perlaceo ottenuto con i grigi e i rosa opachi.

Il 5 febbraio 1916 U. Boccioni lanciò il suo Manifesto futurista ai pittori meridionali dedicato ad alcuni artisti fra cui il De Gregorio. Subito dopo la guerra, tra il 1918 e il 1920 il De Gregorio aprì una bottega di antiquariato e restauro in via Costantinopoli, diventando ben presto famoso come restauratore di quadri, soprattutto seicenteschi, tanto da non riuscire ad operare una scelta fra questa attività e la pittura. Nel 1920-21 partecipò alla XXXIX Promotrice napoletana con due quadri, Sorriso di giovinezza e Mestizia, e nel 1921 fu presente sia alla Biennale romana con Violinista, sia alla Biennale napoletana con le opere Troppo tardi e Musica napoletana. Alla esposizione Fiorentina primaverile del 1922, La donna del mio sogno lo fece definire "colorista di magnifica forza". A partire dal 1929, anno della prima Mostra d'arte fascista, il De Gregorio fu presente a quasi tutte le esposizioni organizzate dal Sindacato fascista artisti della Campania con le seguenti opere: La sposa, nel 1929, Zingara e Speranze perdute nel 1930, Autoritratto (Napoli, coll. F. Pappacoda) nel 1932, Mezza figura e In attesa nel 1935.

(M. Picone Petrusa - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 36 (1988) - treccani.it)