Pillole d'Arte

    
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Giuseppe De Sanctis




Napoli, 21/06/1858 - 18/06/1924

Figlio di Cesare e di Caterina, nacque a Napoli il 21 giugno 1858. Giuseppe Verdi, con il quale il padre era in rapporti di amicizia, lo tenne a battesimo. La sua inclinazione artistica fu presto assecondata dalla famiglia, che lo affidò alle cure di Domenico Morelli sotto la cui guida si esercitò a lungo nello studio dal vero, assimilando allo stesso tempo l'interesse per i soggetti di storia e le ricostruzioni di ambienti esotici. Il De Sanctis, come riferiscono tutti i repertori biografici, soggiornò a Londra e a Parigi, entrando in rapporto con L. Alma Tadema, P-A. DagnanBouveret, J.-L. Gérome e con lo stesso Goupil. Questa esperienza di studio e lavoro all'estero sembra comunque confermata dallo stile e dai soggetti di molti dipinti che il egli realizzò nell'arco della sua carriera, dalla sua partecipazione ai Salons parigini del 1890 e del 1899 e dall'assiduità alle esposizioni delle principali città europee.

Nel 1885 il De Sanctis presentava alla mostra della Società promotrice Salvator Rosa di Napoli Mercato dei fiori a Bruxelles e nel 1890 Parc Monceau e Alle sei p. m., ostentando quasi nei titoli la sua conoscenza dell'Europa (Giannelli, 1916, p. 218). Un'opera di soggetto storico e orientaleggiante, forse la più indicativa della sua prima formazione morelliana, Preghiera della sera a Bisanzio, fu esposta alla Promotrice di Napoli del 1886. Il dipinto, presentato successivamente a Monaco di Baviera nel 1889, al Salon di Parigi del 1890 e all'Esposizione nazionale di Palermo del 1891-92, ottenne in quest'ultima una medaglia d'argento e fu acquistato dai Savoia per il palazzo reale di Palermo. Negli anni successivi il De Sanctis si dedicava a scene di costume e a soggetti mondani nei quali le figure femminili sono l'elemento centrale (Alla passeggiata, esposto a Berlino nel 1892; In tre, esposto a Monaco nel 1893). La sua pittura si orientava così verso un conformismo pittorico di buon mestiere, gradito al pubblico borghese e probabilmente influenzato dai criteri commerciali del Goupil; era inoltre in sintonia con l'indirizzo del Circolo artistico di Napoli, fondato nel 1890 dopo lo scioglimento della Società promotrice Salvator Rosa e che raccoglieva gli artisti più quotati dell'epoca.

Nel 1895, alla prima edizione della Biennale veneziana, il De Sanctis esponeva Procuratie Vecchie che ricomparve a Berlino nel 1896 e a Pietroburgo nel 1898. Ancora ispirate agli ambienti veneziani sono le opere Canal Grande, presentata a Torino, all'Esposizione nazionale per il cinquantesimo anniversario della proclamazione dello statuto, nel 1898, e Un antiquario a Venezia, presentato a Monaco di Baviera, all'Esposizione internazionale di arte dello stesso anno e a quella del 1901. Nel 1899 il De Sanctis partecipava per la seconda volta al Salon di Parigi, riproponendo Un antiquario a Venezia, forse la stessa opera esposta a Monaco di Baviera l'anno precedente.

All'inizio del secolo l'artista, alla morte del Morelli, venne nominato insegnante aggiunto, accanto al titolare V. Caprile, della scuola di pittura dell'accademia di belle arti di Napoli. Molte delle opere che il De Sanctis espose a partire dal 1901 insistono su soggetti francesi indicando forse una rinnovata esperienza parigina dell'autore. La Senna vista dal ponte Alessandro, una tempera esposta alla Biennale del 1901, suscito l'ammirazione di V. Pica che riconosceva all'autore il merito di aver superato i pregiudizi accademici ritraendo "gli aspetti di una città moderna". Alla Biennale di Venezia, nel 1905, esponeva La Marna presso Nogent, mentre alla Mostra nazionale di belle arti di Milano del 1906 veniva presentato Sul ponte Alessandro.

A Venezia nel 1924 venivano esposti La Senna presso Parigi e Il canale a Saint-Denis che, riprodotto nel catalogo ufficiale-della Biennale, è un'estrema prova della maniera francesizzante dell'artista. D'altra parte, la produzione del De Sanctis, il quale alla fine del secolo era stato definito "uno dei più aristocratici pastellisti che il Vesuvio ispiri", a proposito di un ritratto di giovane donna, continuava in questi anni ad essere apprezzata per la gradevolezza delle figure femminili e degli ambienti borghesi descritti. Un Nudo di donna su raso rosa, esposto alla Biennale del 1903, venne giudicato "una riuscita prova di una perfetta conoscenza del corpo femminile", mentre "due figurette di snella eleganza", esposte alla Biennale del 1910 (Autunno e Il cappellino rosso) rappresentano l'aspetto più aneddotico e illustrativo della pittura del De Sanctis.

Alla prima Esposizione biennale nazionale della città di Napoli, nel 1921, il De Sanctis partecipò con cinque opere e alla Primaverile fiorentina dello stesso anno espose Garofano rosso e uno studio per il ritratto della Principessa Ruffo che aveva esposto a Napoli l'anno prima. Intensa sembra essere stata l'attività del De Sanctis come ritrattista ufficiale della famiglia reale. Sono ricordati un ritratto de Il principe di Napoli alla testa del primo reggimento fanteria, un ritratto di Vittorio Emanuele II e quattro ritratti di Vittorio Emanuele III, commissionati come dono per varie personalità della diplomazia europea. Varie fonti documentano la sua produzione di incisioni all'acquaforte, attività che gli procurò, nel 1920, la cattedra di incisione all'accademia di belle arti di Napoli .

(Rossella Leone - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 39 (1991) - treccani.it)