Trento, 16/02/1887 - Milano, 22/01/1969
Nacque a Trento il 16 febbraio 1887, da Giuseppe e da Anna Bortolotti.
Nel 1906 si trasferì a Venezia, dove soggiornò per circa due anni,
durante i quali frequentò assiduamente l'accademia di belle arti e
consegui il primo premio di pittura alla scuola di paesaggio di G.
Ciardi. Nel 1908 era a Monaco di Baviera, dove si dedicò allo studio del
nudo presso una scuola di disegno privata, ed espose con discreto esito
i suoi primi paesaggi al Kunstverein. Completò la sua formazione
artistica un soggiorno a Roma al termine del quale, nel 1910, si
trasferì per un anno a Vienna, per frequentare all'università un corso
di letteratura romanza. È di questo periodo anche un breve viaggio a
Berlino.
Tornato in Italia nel 1911, soggiornò in Umbria, compiendo anche viaggi
di studio in Toscana e nel Lazio; studiando i rami della Calcografia
nazionale di Roma scoprì che la sua vera vocazione era l'incisione, in
cui raggiunse una notevole padronanza, sia nella tecnica xilografica,
sia nella esecuzione di acqueforti e incisioni a bulino e punta secca.
Nel 1912 espose alla mostra degli xilografi di Levanto e a Cà Pesaro a
Venezia; sempre nel 1912 cominciò a collaborare come illustratore per
L'Eroica, attività che continuò fino al 1937.
Nel 1914 fu presente alla Mostra internazionale di Monaco di Baviera al
palazzo di vetro; sempre da quest'anno iniziò la sua partecipazione alla
Biennale di Venezia, dove espose fino al 1950, evitando quegli anni nei
quali, a suo giudizio, prevalse una tendenza eccessivamente astrattista.
Nel 1915 partecipò alla III Secessione romana, presentando due
xilografie: La musa nel laureto e La nicchia.
Risiedette alternativamente a Roma e Firenze; nel 1920 divenne membro
dell'Accademia di S. Luca. Nel 1922 era presente alla Fiorentina
primaverile con tre acqueforti e negli stessi anni prese parte a
numerose mostre svoltesi all'estero. Nel 1931 divenne titolare della
cattedra di tecnica dell'incisione presso l'accademia di Brera, a
Milano, dove insegnò fino al 1960. Tra il 1920 e il 1930 si dedicò
all'illustrazione di libri per la casa editrice Mondadori, occupandosi
anche di copertine e frontespizi.
Dal 1904 al 1955 eseguì circa 70 ex libris, attraverso i quali si può
seguire la sua evoluzione tecnica e stilistica. Il Disertori eseguì
inoltre disegni e decorazioni per gli spartiti d'opera delle edizioni
Suvini e Zerboni di Milano, ed inoltre affiancò alla sua attività
figurativa quella di scrittore: pubblicò numerosi articoli riguardanti
l'arte, apparsi su Emporium a partire dal gennaio 1922, proseguiti fino
al settembre 1931; nel 1930 uscì a Firenze il suo libro L'incisione
italiana, ristampato poi in facsimile a Milano nel 1974. Il Disertori si occupò anche con appassionato interesse di paleografia musicale
e della ricerca e dello studio di spartiti inediti e semisconosciuti del
sedicesimo e diciassettesimo secolo. Collaboratore fisso dal 1936 al
1951 della Rivista musicale italiana, fu anche trascrittore e
decifratore di musiche antiche e studioso di strumenti musicali, di cui
possedeva una notevolissima collezione. Nel 1950 fu tra i fondatori a
Cremona dell'istituto "G. Cesari" per la paleografia musicale
(dipendente dall'università di Parma), dove tra l'altro, da allora,
svolse una copiosa attività didattica. Le sue pubblicazioni di inediti
nel campo della paleografia musicale ebbero spesso meritata risonanza
internazionale, come ad es. quella del Magnificat e della Messa di
Johann Martini.
Nel 1957 fu insignito dal governo italiano della medaglia d'oro per
l'arte e la cultura, che venne ad aggiungersi alla sua già nutrita serie
di onorificenze. Nel 1967 vennero organizzate due mostre interamente
dedicate alla sua produzione artistica: una a cura dell'università
popolare di Trento, l'altra della Biblioteca civica di Milano. Il 22
gennaio 1969 morì a Milano.
(A. M. Osti Guerrazzi - - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 40 (1991) -
treccani.it) |