Napoli, 01/04/1888 - Roma, 15/07/1962
Nacque a Napoli il 1° aprile 1888 da Enrico e da Concetta Lella;
autodidatta, si formò sul vedutismo di G. Casciaro e sulla pittura di A.
Mancini. Nel 1915-16 partecipò alla I Mostra nazionale realizzata a
Napoli dal Comitato Rinascimento artistico meridionale. Nel 1921 fu
presente alla I Esposizione biennale nazionale d'arte della città di
Napoli con due pastelli, Ora nostalgica e Visione mattutina,
e alla I Biennale romana con l'opera Mattino d'inverno. L'anno
seguente partecipò alla Fiorentina Primaverile con uno studio a pastello
e inviò alla Biennale di Venezia il ritratto Mia moglie. Da
quell'anno espose ininterrottamente alla Biennale fino al 1938, e poi di
nuovo nel 1948.
Il dipinto presentato a Venezia alla Biennale del 1926, Donne e
pastore di Letino, fu apprezzato per la novità di esecuzione, la
resa realistica e la fissità delle forme. Alla Biennale del 1936 il
Fabbricatore presentò due Nature morte dai colori leggeri e un
Ritratto della madre, che per la delicatezza dei toni e
l'espressione indovinata di rassegnazione fu reputato uno dei dipinti
più riusciti dell'intera esposizione. Un ritratto di Maria. Nel
1927 il Fabbricatore partecipò ad una mostra del gruppo Flegreo; nel
1928 era nel gruppo degli Ostinati, che si riuniva solitamente al caffè
Tripoli di Napoli, con G. Brancaccio, A. Chiancone, V. Ciardo, F.
Galante, E. Giordano e F. Girosi, con i quali si presentò alla mostra
Primaverile della Camera di commercio. Dal 1929 (anno d'inizio) al 1941
partecipò, ad eccezione della decima e della dodicesima, alle
esposizioni organizzate annualmente dal Sindacato interprovinciale
fascista di belle arti.
Alla prima mostra del 1929 il Fabbricatore presentò tre dipinti, due
Nature morte e un ritratto di Fanciulla. Nello stesso anno
partecipò all'Esposizione internazionale d'arte di Barcellona con il
quadro La famiglia, già esposto alla Biennale di Venezia
dell'anno precedente. Alla II Sindacale del 1930 espose un solo
Paesaggio. Alla III (1931-32), oltre a far parte della giuria
d'accettazione insieme con L. G. Buono, Giuseppe Casciaro, S. Gatto ed
E. Puchetti, presentò due oli, una Fanciulla e Meriggio
(studio), raggiungendo, soprattutto nelle figure muliebri, effetti
plastici di maggiore consistenza. L'impianto solido e composto delle
figure femminili sedute e le soluzioni compositive razionali
diventarono, in quegli anni in cui il Fabbricatore si avvicinò sempre
più chiaramente alla poetica del Novecento, una caratteristica costante
delle sue opere.
Particolare successo riscosse l'artista alla VI Sindacale del 1935, dove
espose Mezza figura (col cane), Biancospini, In villa e
Mimosa. Alla XI esposizione del 1941 fu presente con una Figura
e due Paesaggi. Mentre nel 1931 interveniva ad una esposizione
realizzata a Milano dalla galleria Il Milione, insieme con F. Girosi ed
E. Giordano, in campo nazionale il Fabbricatore registrò un discreto
successo con la partecipazione alle due mostre del Sindacato nazionale
fascista: a Firenze nel 1933, con Calendole e Ritratto, e
a Napoli nel '37, con due dipinti di Fiori e il ritratto Mia madre.
Partecipò inoltre ad alcune edizioni della Quadriennale romana. Nel
1931, alla prima, l'opera Meriggio fu reputata eccellente per
l'accorta resa formale e l'indovinato espediente della luce che entrando
dalla finestra polverizza i toni. Nel 1935, alla seconda Quadriennale,
partecipò con Mimose, Mezza figura e Natura morta
(quest'ultima fu acquistata dalla Galleria comunale d'arte moderna di
Roma dove tuttora si trova; nel 1939, alla terza, presentò due
Nature morte e una Mezza figura e nel 1943 una Natura
morta di fiori, Mattino e Mughetti.
Nel 1941 presentò alla Sindacale di Milano Natura morta e La
lettrice. Nel 1944 a Napoli alla galleria Forti partecipò alla
mostra "Artisti liberi napoletani", diretta dal pittore G. Spirito, con
Frutti di mare, Figura e Paesaggio.
Il Fabbricatore sviluppò la sua ricerca soprattutto nei ritratti
femminili in cui la compostezza formale novecentista, che rende le sue
figure quasi statue a tuttotondo, viene mitigata dall'atmosfera
mediterranea ottenuta attraverso il colore. Le sue pitture di paesaggio
si fondano piuttosto sulla vivacità coloristica, legata alla tradizione
napoletana, che su tecniche complesse. Nel 1940 fu tra i pittori
chiamati per la realizzazione della decorazione della Mostra d'Oltremare
di Napoli, sede delle esposizioni dedicate alle colonie. In tale
occasione realizzò un mosaico in commessi marmorei applicati su cartoni
per il frontone dell'arena Flegrea raffigurante personaggi del teatro e
maschere mutuate da un repertorio teatrale esteso dalle atellane fino al
XVIII secolo.
(Isabella Valente - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 43 (1993) -
treccani.it)
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