Livorno, 08/03/1869 - Bagno a Ripoli (Fi), 16/07/1924
E' livornese e allievo di Giovanni Fattori. Visse e lavorò per molto
tempo a Torre del Lago, sulle rive del Massaciaccoli, e le sue tele
ripeterono il molteplice incanto di quei luoghi, fra monte, lago e mare,
che anche il Nomellini amò e dipinse. Ora abita a Viareggio, in
solitudine, da semplice e da forte, che ama assai più l'arte sua che non
il consenso degli uomini. Dipinge con la schiettezza che è propria della
sua scuola, non preoccupandosi di tecniche e di teorie. Predilige della
natura gli aspetti tenui e malinconici.
(Fiorentina Primaverile - 1922)
Nacque a Livorno l'8 marzo 1869 da Adamo ed Emilia Marchetti, entrambi
di origine senese. Si trasferì nel febbraio 1879 a Castelnuovo
Garfagnana. Conclusi gli studi elementari, ricevette i primi
insegnamenti artistici nell'istituto d'arte "A. Passaglia" di Lucca, che
frequentò dall'83 all'87 sotto la guida di L. Norfini e M. Marcucci. Per
la particolare propensione al disegno ottenne la medaglia di bronzo
nello studio dal gesso (I postmacchiaioli, 1991). Come molti giovani
concittadini, entrò nell'orbita di Silvestro Lega e partecipò, dopo la
chiusura della mostra livornese dell'86, alle riunioni della trattoria
del Volturno a Firenze, dove si dibatteva il problema della mutazione
della "macchia" in senso impressionista. Nonostante la sua attiva
partecipazione a tali problematiche e l'influenza esercitata sul gruppo
da Lega e da A. Müller, il Fanelli mantenne il suo linguaggio pittorico
tardomacchiaiolo, come dimostrano alcuni Studi dal vero presenti nelle
Promotrici fiorentine del 1889 e del 1891-92.
Nel gennaio 1892 si iscrisse alla scuola libera del nudo presso
l'Accademia di belle arti di Firenze, che frequentò fino al '95 e poi
nuovamente tra il 1902 e il 1905. Diventò amico fraterno di Ferruccio
Pagni, suo compagno di studi; il sodalizio con questo artista fu
determinante per l'evolversi della sua pittura. Infatti proprio tramite
Pagni scoprì Torre del Lago, sulle sponde del lago di Massaciuccoli, il
cui paesaggio rappresentò per lui la maggiore fonte di ispirazione. Il
suo primo insediamento risale all'epoca della mostra estiva allestita a
Viareggio nel '93, per iniziativa sua e di Pagni. Le opere inviate alle
Promotrici di Firenze già a partire dal '94-'95, In capanna e
Palude di Massaciuccoli, testimoniano la sua attenzione per gli
aspetti più suggestivi di quei luoghi tranquilli. Nel 1896 partecipò a
Torino alla I Esposizione triennale d'arte con In campagna e
Inverno. A Firenze, in occasione della festa dell'arte e dei
fiori del 1896-97, espose le opere Rami secchi, Palude e
L'appello. Fu presente a Milano nel 1897 alla III Esposizione
triennale d'arte con due Studi e di nuovo a Torino l'anno
successivo all'Esposizione nazionale d'arte con Contadina toscana.
In questi anni Pagni, il Fanelli, R. Gambogi, P. Nomellini e i fratelli
Angiolo e Lodovico Tommasi fondarono il club "La Bohème" sulle rive di
Torre del Lago, dove si era trasferito da poco Giacomo Puccini, divenuto
l'ospite d'onore e il punto di riferimento per tutti. La lontananza del
Fanelli da Livorno e dai luoghi storici della "macchia" provocò un
cambiamento nel suo stile, che, pur conservando qualche traccia della
formazione macchiaiola, si avvicinò all'impressionismo. Alcune vedute
del lago dipinte verso la fine del secolo dimostrano la sua ricerca
appassionata degli effetti del sole, che riuscì a rendere con tecnica
sapiente e arditi colori, come nell'opera di grandi dimensioni Due
fanciulle sul lago (cfr. I postmacchiaioli, 1993, fig. 50), esposta
alla Promotrice fiorentina del 1899-1900 insieme con La sera e
Ritorno dal lavoro. Per la villa Orlando a Torre del Lago e per
la villa Ginori alla Piaggetta, eseguì alcuni dipinti a tempera di
carattere decorativo (tuttora conservati), tramutando in raffinati
grafismi il motivo ricorrente delle erbe e delle canne lacustri.
Il Fanelli continuò ad esporre in varie città d'Italia, ripetendo
insistentemente gli stessi titoli e motivi. Nel 1900 partecipò a Genova
alla mostra della Società di belle arti con Acque morte e
L'autunno nei boschi e nello stesso anno a Milano alla IV
Esposizione triennale d'arte con le opere Nel lago e In
campagna. Nel 1901 inviò alla III Esposizione d'arte di Livorno
Plenilunio e Sera. L'anno successivo prese parte alla I
Esposizione quadriennale d'arte di Torino con le opere In caccia, La
notte e Alba lunare. La sua regolare partecipazione alle
Promotrici fiorentine è registrata negli anni 1889, 1891-92, 1892-93,
1894-95, 1899-1900, 1901, 1902, 1903, 1904, 1905 e 1915. Intervenne
all'Esposizione della Società di belle arti di Milano del 1904 con il
dipinto La nube. Fu nuovamente presente a Firenze nel 1905-06
alla I Esposizione dell'Associazione degli artisti italiani con
Verso sera e l'acquarello Paese; nel 1911 partecipò
all'Esposizione retrospettiva italiana e regionale toscana, sempre a
Firenze, con Pesca notturna al chiaro di luna e i due pastelli
Chiaro di luna sul molo di Viareggio e Notte sul lago.
In questi anni, come si può notare dai titoli delle opere, dipinse
prevalentemente paesaggi di Torre del Lago e della darsena di Viareggio.
Si cimentò anche nel ritratto, genere di cui restano scarse
testimonianze, tra cui il bellissimo Autoritratto (cfr. Fra il
Tirreno..., 1990, fig. 6), dedicato "All'amico Franceschi", riferibile
al primo decennio del secolo.
Nel 1912 il Fanelli si trasferì a Viareggio, inserendosi attivamente
nella vita culturale della cittadina. Partecipò alla nascita di nuovi
cenacoli culturali, quali il club "Gianni Schicchi", fondato nel 1919 in
onore di Puccini, e "L'Accademia dei Zeteti", dove strinse amicizia con
E. Pea, M. Levy e il poeta E. Jenco. Nel 1913 espose a Livorno alla II
Mostra d'arte livornese la xilografia L'ulivo morto, la
litografia Il fatto, il disegno colorato Impressione senese
ed alcune acqueforti. Nel 1914-15, in occasione della I Esposizione
toscana svoltasi a Firenze, inviò quattro pastelli dai titoli:
Baracche sulla spiaggia, Fortezza vecchia di Livorno, Bragozzi dopo la
pesca e Verso sera in darsena. Nel 1915-16 intervenne alla
II Esposizione invernale toscana di Firenze con I primi lumi della
darsena, La spiaggia di Viareggio d'inverno e Banchine sul mare.
Prese parte nel 1922 alla Fiorentina primaverile con Ritratto
Tiburzi e Tacchino. Morì durante un soggiorno a Bagno a
Ripoli (Firenze) il 16 luglio 1924.
Sebbene dotato di notevoli qualità coloristiche e disegnative, il
Fanelli non riuscì ad emergere e visse quasi solitario sulle rive del
lago di Massaciuccoli, dedito a riprodurre la natura soleggiata di quei
luoghi incontaminati con particolare aderenza al vero. Le sue numerose
opere sono conservate essenzialmente in collezioni private. Presso il
Museo "G. Fattori" di Livorno si trovano Becolini (olio su
tavola) e Massaie (olio su tela).
(Francesca Bertozzi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 44 (1994) -
treccani.it) |