Reggio Calabria, 15/08/1877 - Napoli, 17/11/1959
Zio del poeta Alfonso Gatto, scultore e pittore, fu una delle
personalità tra le più affascinanti e complesse del panorama artistico
del suo tempo. Negli anni della prima giovinezza fece il marinaio a
bordo di un barcone che navigava nel Mediterraneo; successivamente
iniziò gli studi nella città dello stretto e divenne aiuto dello
scultore Giuseppe Scerbo. Nel 1898 si trasferì a Napoli, dove fu alla
scuola di Achille d'Orsi e di Michele Cammarano. Espose per ben cinque
volte al "Salon" di Parigi (1906, con Testa di fanciulla, 1907,
1908, 1909, 1911) e poi in tutto il mondo: Monaco; Milano, 1910, con
Impertinente; Barcellona, 1911, con Testa di ragazzo che piange,
opera premiata; Bruxelles; Santiago, con Sonno tranquillo; Lione;
Roma, con La camicia; Firenze, 1922, con Provocatrice, Donna
con ventaglio, Suonatrice di chitarra.
All'inizio della carriera seguì un indirizzo ellenistico-barocco (La
spina, Il centauro e la ninfa, Donna che si cava la camicia, 1912,
ritenuta un capolavoro da Sergio Ortolani); quindi si ispirò al mondo
della mitologia (La ninfa e il satiro, Il centauro ferito, Andromeda).
Tra il 1910 e il 1920 ebbe una fase espressionistica, modellando una
serie di mendicanti e di prostitute e alcuni ritratti. Nel 1910 fu
presente, con l'opera Offesa, "che designa un felice temperamento
di scultore" (A. Lancellotti) alla Biennale di Venezia (alla quale
partecipò per altre sette edizioni: 1920 - con una scultura; 1922 - con
due sculture; 1924 - con una scultura; 1926 - con una scultura; 1928 -
con una scultura; 1930 - con due sculture, Le amiche, gesso, e
Ritratto di Libero Bovio, bronzo, e una cartella con disegni e
incisioni; 1952 - con due disegni); nel '13 alla Mostra di Napoli col
Gruppo Secessionista dei Ventitrè (assieme a Curcio, Villani, Galante).
Nel 1914 conobbe Boccioni, di cui divenne amico. Prese parte alle
Biennali di Reggio Calabria del 1920 (con i bronzi Busto di Tommaso
Campanella, Bimbo che ride e bimbo che piange), del 1924, dove fu
premiato, del 1926, del 1949 con tre bronzi, Testa di ragazza,
Delfino, toro e donna, Testa di ragazzo ridente (l'ultimo a
Reggio Calabria, palazzo Foti Amministrazione Provinciale); alle
Esposizione di Belle Arti della Società Amatori e Cultori di Roma del
1917, con L'attesa, Il fardello; 1922, 1926; alla Quadriennale di
Torino del 1923; alla I Quadriennale Nazionale d'arte di Roma del 1931,
con l'opera Gianna e alla VI del 1951/'52, con tre bronzi, Toro, Le
quattro giornate di Napoli (1943), Europa.
Le sue prime opere pittoriche, di grandi dimensioni, sono del 1920.
Assieme a Brancaccio Ciardo Scorzelli fece parte (1927) del Gruppo
Flegreo, specie di comitato di salute pubblica dell'arte napoletana, che
si riuniva al Vomero nella villa del suo presidente, Giuseppe Casciaro;
nel '27 fu invitato a Fiume, all'Esposizione Fiumana internazionale.
Dopo il 1930 dipinse in chiave tonale e naturalistica. Nel 1940 fu
presente alla Sindacale napoletana; e nel corso degli anni '40 frequentò
il gruppo di intellettuali, Gino Doria, Riccardo Ricciardi, Raffaele
Viviani, Eduardo De Filippo, Vasco Pratolini, Renato Guttuso, Gaspare
Casella, Antonello Trombadori, che si riuniva a Villa Lucia, da Paolo
Ricci, il pittore comunista napoletano.
Negli anni della maturità fu a contatto di Luigi Crisconio, entrambi
protesi a un rinnovamento delle arti a Napoli. Nel 1953 fu invitato alla
Prima Rassegna delle Arti Figurative nel Mezzogiorno, promossa dalla
"Salvator Rosa", a Napoli. Sue opere sono conservate nella Galleria
Comunale d'arte moderna e contemporanea di Roma (Il fardello,
terracotta policroma, h. cm 67); nel Museo di Capodimonte di Napoli (Bambino
che piange, bronzo). Fu anche autore di busti (Tommaso Campanella,
per una piazza di Reggio Calabria; Giosuè Carducci, per Napoli) e
di monumenti (Monumento ai caduti, 1923, Muro Lucano). Nel 1993
sue opere nella mostra "Scultura Italiana del primo Novecento", Savona,
Fortezza del Priamàr, catalogo a cura di Vittorio Sgarbi, Grafis
edizioni; e alla rassegna "La Divina Bellezza", Complesso del San
Giovanni, Catanzaro, 2002. Il comune di Napoli gli ha dedicato una
strada.
(Enzo Le Pera -
artericerca.com) |