Pillole d'Arte

    
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Manlio Giarrizzo




Palermo, 03/01/1896 - Firenze, 13/06/1957

Nacque a Palermo il 3 gennaio 1896 dal pittore Carmelo e da Elisa Huber. Compiuto il primo apprendistato sotto la direzione del padre, frequentò l'Istituto d'arte di Palermo, diretto da Alessandro Morani e, ancora molto giovane, lavorò nel campo dell'arredo decorativo. Sebbene in seguito si fosse dedicato soprattutto alla pittura, per più di un decennio, dal 1921 al 1932 circa, egli ricoprì il ruolo di direttore dell'ufficio tecnico della ditta Ducrot; nel 1928, inoltre, alcuni suoi studi di architettura vennero premiati con la medaglia d'oro alla Mostra di arti decorative tenutasi a Taormina.

Insieme con Pippo Rizzo, Giovanni Varvaro, Alfonso Amorelli e altri artisti palermitani, nel 1924 il Giarrizzo diede vita al gruppo "Artisti siciliani indipendenti" e al periodico Aretusa. L'anno seguente fece la sua prima esperienza espositiva partecipando alla Mostra d'arte primaverile siciliana, allestita al teatro Massimo di Palermo, dove presentò La notte (che rivela forti suggestioni simboliste), L'albero e Cose. Del 1927 è uno dei suoi dipinti più noti, L'imbronciata, appartenente a un gruppo di opere "di matrice impressionista, dai contorni netti e da larghe stesure cromatiche, immersa in un'atmosfera assorta e inquietante" (Barbera) che connotano la sua fase iniziale.

Nel 1928 partecipò alla I Mostra siciliana di pittura, scultura e bianco e nero, organizzata a Palermo dal Sindacato fascista di belle arti e l'anno seguente - in occasione della medesima rassegna, nuovamente allestita a Palermo - ebbe una sala personale dove presentò tredici dipinti tra cui Primavera, che venne acquistato per la Galleria Civica d'Arte Moderna palermitana, dove si conserva; da questo momento, il Giarrizzo prese parte ininterrottamente alle sindacali regionali siciliane - sino alla settima del 1936, a Siracusa - sia come espositore sia, talvolta, come componente della giuria di accettazione. L'anno seguente il Giarrizzo venne invitato per la prima volta alla XVII Esposizione internazionale d'arte di Venezia, dove presentò due opere; e nel 1931 prese parte con un solo dipinto alla I Quadriennale di Roma (nel 1935 vi partecipò con quattro lavori). Con Al balcone, Passeggiata ed Estate partecipò alla Biennale veneziana del 1932, appuntamento che lo vide spesso presente in seguito: nel 1934, con Il Duce a Littoria; nel 1936; nel 1942, con ben diciassette opere; quindi ancora nel 1950 e nel 1952. Oltre alla rassegna ufficiale di Venezia, sempre nel 1932 il Giarrizzo fu con V. Corona, A. Bevilacqua, G. Castro, R. Guttuso e Mimì Lazzaro uno dei "Sei pittori siciliani" che esposero in una mostra alla galleria Milione di Milano.

Nel 1932, alla Sindacale regionale tenutasi a Catania, il Giarrizzo propose, oltre a due quadri, la scultura Chitarrista, una delle poche prove plastiche note dell'artista. Nel 1933 partecipò alla prima delle tre mostre del Sindacato di belle arti allestite su base nazionale, a Firenze, dove, in rappresentanza della Sicilia, espose un non meglio noto Paese. Nel 1934 il Giarrizzo divenne professore incaricato di decorazione all'Accademia di belle arti di Palermo. Tenne l'incarico sino al 1936. Nel 1937 divenne docente di scenografia presso l'Accademia di belle arti a Napoli, dove da questo momento si stabilì.

Nel dicembre dello stesso 1937 espose alla Mostra di sessanta artisti italiani, allestita alla galleria Mediterranea di Palermo. Nel 1939 a Roma gli venne riservata una sala personale (propose venticinque dipinti) alla III Quadriennale d'arte nazionale (dove tornò a esporre anche in occasione della successiva edizione del 1943). Nel 1940 e nel 1942 prese parte, a Napoli, alla X e alla XII Mostra d'arte interprovinciale del Sindacato campano. La sua presenza a Napoli è testimoniata, tra l'altro, dal dipinto Pensione Bel Soggiorno - conservato presso la Galleria dell'Accademia di Belle Arti - che venne eseguito nel 1948 e proposto nello stesso anno, insieme con una non meglio nota Natura morta, nell'ambito della V Quadriennale romana, la prima del dopoguerra, allestita presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna con il titolo "Rassegna nazionale di arti figurative". Nel 1953 il Giarrizzo prese parte a Roma alla "Mostra dell'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia" esponendo Caccia al cinghiale (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna). Nel novembre del 1955 partecipò con cinque dipinti alla VII Quadriennale romana, presentato in catalogo da un testo di Costanza Lorenzetti.

Il Giarrizzo morì a Firenze il 13 giugno 1957. L'anno seguente gli venne dedicata una mostra retrospettiva, allestita nell'ambito della XXIX Biennale di Venezia, che, curata da L. Venturi, propose opere degli anni Cinquanta attraverso le quali il lavoro del Giarrizzo si dimostra orientato verso l'informale. Dipinti del Giarrizzo si trovano conservati, tra l'altro, presso le gallerie civiche d'arte moderna di Roma (Francesca, un olio su tela non datato), di Milano (Sorelle, olio su tela, 1936) e di Torino (Ballerina, tempera, 1955).

Gioacchino Barbera - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 54 (2000) - www.treccani.it