Pillole d'Arte

    
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Giacinto Gigante




Napoli, 10/07/1806 - 29/11/1876

Il più rappresentativo fra i pittori della "Scuola di Posillipo", il vero capo di quel movimento rinnovatore che, abbattendo le convenzioni dell'accademismo di quel tempo, bandiva la verità di una pittura "all'aria aperta". Suo padre, Gaetano Gigante, mediocre pittore, lo iniziò all'arte come gli altri figli, Ercole, Achille ed Emilia. Protetto da Achille Vianelli, fu presentato a Jacob Wilhelm Huber nel cui studio imparò a dipingere all'olio e all'acquarello. Poi frequentò la scuola dell'olandese Antonio Pitloo, e finì col superarlo. Come pittore conseguì i suoi primi guadagni (precedentemente era stato impiegato nel Regio Ufficio Topografico, il che lo aveva abituato alla precisione del disegno) nel 1926, eseguendo per conto di uno svizzero, Johann Jacob Wolfensberger dei paesaggi all'acquarello.

L'anno di poi aver vinto il premio di paesaggio, gli valse l'esenzione dal servizio militare e, cresciuto in fama, nel 1846 accompagnò l'Imperatore e l'Imperatrice di Russia in Sicilia, dove compose per loro un Album di vedute dell'isola. Fu in seguito nominato maestro di disegno dei figli di Ferdinando II di Borbone, poi da Francesco II elevato alla carica di pittore di Corte. Geloso della sua arte, quasi dello stesso paesaggio che ritraeva, fu ammirabile esecutore, coloritore caldo e arioso, studioso degli effetti di luce. Trattò l'olio, la mezza tempera (un sistema da lui escogitato), l'acquarello, l'acquaforte, la litografia, rivelandosi, con la propria tecnica libera e vivace, un precursore dell'impressionismo.

Alcune sue opere: La marina di Sorrento, proprietà della Galleria d'Arte Moderna di Roma; La Cappella del Tesoro di San Gennaro animata di popolo, acquerello, commissionata da Vittorio Emanuele II e attualmente collocata nella Pinacoteca di Capodimonte; Ruderi di un tempio a Pompei e San Francesco a Pozzuoli, nella Galleria di Arte Moderna di Milano; Taormina, acquarello, nella raccolta del conte Giuseppe Matarazzo di Licosa; ViIIa Minutolo, proprietà degli eredi del pittore Giuseppe Casciaro; Paesaggio di Cava, acquarello, nella raccolta del cav. Mangusi di Napoli. Pozzuoli, di proprietà del l'ing. Ercole Norsi di Torino; Paesaggio sorrentino e Portico di Convento, entrambi nella raccolta del comm. Carlo Clausetti di Milano; Interno del Duomo di Napoli, nella collezione M. O. di Milano; Il chiostro di San Lorenzo; Alla fonte; La sacrestia di Donna Regina; Amalfi, tutte di proprietà dell'on. Alberto Gualtieri di Napoli. Molti altri dipinti sono nella collezione Menotti Bianchi, e in quelle del barone Chiarandà e di Francesco Jerace.

Pittore d'atmosfera, tale rimane nelle acqueforti, di solito su carta colorata e con chiari rilevati a biacca, come in certi suoi disegni. Eseguì litografie per "Il viaggio pittorico nel regno delle due Sicilie" di R. Liberatore (Napoli, 1830). Dalla sua fiorente scuola uscirono artisti come Achille Carrillo, Gaetano De Martini, Enrico Gaeta, il fratello Ercole, Alessandro La Volpe, Federico Rossano, Alberto Vianelli. Ne rimasero influenzati anche Teodoro Duclère, Francesco e Salvatore Fergola.

(A. M. Comanducci)