Pillole d'Arte

    
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Agostino Giovannini




Collodi (Pt), 26/08/1881 - Firenze, 02/04/1958

Nacque a Collodi di Pescia, nel Pistoiese, il 26 agosto 1881 da Giovanni e da Faustina Pellegrini. Il padre, amministratore dei conti Garzoni, morì quando il Giovannini aveva sette anni. Unico figlio maschio, cominciò presto a lavorare come falegname e artigiano. Trasferitosi nel 1903 a Livorno, frequentò la scuola di arti e mestieri, lavorò come intagliatore in legno e iniziò a modellare la creta. L'anno successivo si recò a Firenze dove, all'Accademia di belle arti e alla Scuola libera del nudo, poté arricchire la propria formazione, perfezionando le tecniche del disegno e lo studio della figura umana, dell'anatomia e della scultura.

Nel 1906 si recò a Parigi, dove lavorò in un modesto studio a Montparnasse. Erano con lui Romano Romanelli, Libero Andreotti e il critico e amico Enrico Sacchetti, del quale eseguì un ritratto caricaturale, in terracotta tinta, sotto forma di Satiro. Risalgono a quest'epoca due importanti opere: L'imbronciato, con cui partecipò nel 1910 al Salon del Grand Palais, e Il gladiatore, che espose nel 1911 a una mostra presso l'ambasciata d'Italia. A Parigi fu in contatto con F.-A.-R. Rodin, che elogiava le sue opere, e da questo ereditò quella tecnica del non finito michelangiolesco presente in molte delle sue sculture. Nella sua produzione si conta una serie di teste (ricorrenti quelle di Ragazzi che ridono) e busti che colgono ogni più piccola sfumatura dell'animo umano. Fu nominato, nel 1914, associato per la sezione scultura all'Esposizione nazionale del Grand Palais. Nello stesso anno tornò in Italia e partecipò a Firenze, alla fine del 1914, alla I Invernale toscana. Il primo conflitto mondiale lo turbò profondamente: ciononostante il G. non smise di lavorare, tanto meno di essere presente a mostre ed esposizioni di importanza nazionale ed europea. Tra il 1915 e il 1916 prese parte a Firenze alla II Invernale toscana e alle Esposizioni della Società di belle arti, dove ottenne consensi e riconoscimenti con la Testa di Leda (terracotta colorata, presso gli eredi dell'artista) e la Testa che ride (gesso). Tra il 1920 e il 1924 scolpì quattro grandi complessi monumentali dedicati ai caduti.

Partecipò a varie esposizioni regionali d'arte toscana, alle Primaverili del 1920, del 1922 e del 1927; e dal 1928 al 1934 a tutte le Sindacali fiorentine. Tra il 1929 e il 1932 realizzò i tre Autoritratti in terracotta, conservati presso il Museo di Roma di Palazzo Braschi. Espose alla Biennale di Venezia del 1930 la terracotta Fanciulla che ride, nonché alle Quadriennali romane del 1931 e del 1935, e sempre nel 1935 anche all'Esposizione universale di Bruxelles.

Nonostante la vasta produzione e la presenza costante alle maggiori esposizioni nazionali, non riscosse particolare fortuna come artista. Ebbe sicuramente maggiori riconoscimenti come docente e come membro consigliere di importanti società e associazioni (tra cui la Società di belle arti di Firenze): nel 1931 venne nominato membro dell'Accademia delle arti e del disegno di Firenze, classe scultura; già dal 1923 era assistente del suo amico e conterraneo Libero Andreotti nel laboratorio di pietra e marmo, e dal 1935 al 1937 gli fu affidato il laboratorio di intaglio in legno.
Nel 1922 aveva sposato Nelly Raffaelli, dalla quale ebbe due figlie, Giuliana (Kitra) nel 1923 e Giovanna nel 1928, suoi modelli preferiti per i vari busti che colgono le molteplici espressioni del volto di bambini.

Dopo il secondo conflitto mondiale altri eventi dolorosi (la morte della moglie nel 1947, la perdita di un consistente numero di opere di scultura inviate negli Stati Uniti d'America nel 1948) portarono il Giovannini a chiudersi in se stesso e a rifugiarsi nell'insegnamento all'Istituto statale d'arte di Firenze, dove lavorò fino al 1953.

A. De Angelis - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 56 (2001) - treccani.it