Firenze, 18/01/1866 - Popolano di Marradi (Fi),
30/01/1961
Nacque a Firenze il 18 gennaio 1866 dal pittore Michele e da Gabriella
Coujère. Terminati gli studi classici al collegio Domengé nel 1880,
intraprese, per volere della famiglia, la carriera militare. In breve
tempo, però, vincendo le resistenze del padre, riuscì a iscriversi
all'Accademia di belle arti di Firenze, dove si formò sotto la guida di
G. Ciaranfi, A. Cassioli, A. Rivalta e G. Fattori. Attorno al 1885
ebbero inizio i ricorrenti viaggi a Parigi con gli amici E. Fabbri e A.
Müller, durante i quali conobbe E. Manet, J.-A. Renoir, H.
Toulouse-Lautrec e P. Cézanne. La loro influenza, insieme con quella di
G. Boldini, si rivelò determinante per il superamento dei precetti
accademici e per i successivi sviluppi della pittura del Gordigiani,
assai debitrice nei confronti del postimpressionismo francese. Nel 1888
presentò la tela Nevicata alla Promotrice di belle arti di
Firenze e l'anno successivo un Ritratto all'Esposizione
universale di Parigi (opere di ubicazione ignota).
Tra il 1893 e il 1894 si trasferì a New York dove lavorò con successo
per tre anni esponendo in alcune delle maggiori città americane
(Baltimora, Filadelfia, Boston); risalgono a questo periodo i più bei
ritratti del Gordigiani, come quello di Eleonora Duse, amica
della sorella Giulietta, e quello del Cardinale Gibson (entrambi
di ubicazione ignota). Nel 1896 sposò Sophie Carpenter Dunning. Al
rientro in Italia si stabilì prima a Roma (1897-99), poi a Settignano
(1899-1906), a Pisa (1906-15), infine di nuovo a Firenze, indirizzando
sempre più i suoi interessi verso la pittura di paesaggio e la natura
morta e partecipando a numerose mostre collettive in ambito
secessionista (a Berlino nel 1904, nove anni più tardi a Roma).
Nel 1930 conobbe Irene Fabbri, sua giovane allieva, che sposò dopo la
morte di Sophie nel 1956. La prima personale del Gordigiani venne
allestita nel 1915 a Firenze; ma né questa né le successive ospitate a
Livorno e Milano destarono il minimo interesse da parte della critica e
del pubblico. Solo a partire dalla mostra fiorentina alla galleria di
via Ricasoli, nel 1937, le sue esposizioni ottennero consensi e pubblici
riconoscimenti (nel 1939 ebbe un'intera sala alla III Quadriennale
romana), susseguitisi a ritmo sostenuto anche dopo la morte.
Tra il 1955 e il 1956, in occasione del novantesimo compleanno del
pittore, gli vennero dedicate importanti mostre antologiche al Centro
culturale S. Fedele di Milano, all'Accademia di belle arti di Firenze -
che nel 1939 lo aveva nominato professore emerito - e alla Casa della
cultura di Livorno. Il Gordigiani morì il 30 genn. 1961 a Popolano di
Marradi (in provincia di Firenze).
Sue opere si conservano alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma (Lungomare
a Livorno), alla Galleria d'arte moderna di Milano (Venezia.
San Gervaso, 1921) e al Gabinetto disegni e stampe del Dipartimento
di storia delle arti dell'Università di Pisa; la maggior parte della sua
produzione è però raccolta in collezioni private italiane.
M. Pierini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 58 (2002) -
treccani.it)
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