Pillole d'Arte

    
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Pietro Guerri




Montevarchi (Ar), 02/10/1865 - 27/04/1936

Secondo dei tre figli di Lorenzo e di Caterina Fabiani, nacque il 2 ottobre 1865 a Montevarchi in provincia di Arezzo. Ebbe tra i suoi insegnanti presso la scuola tecnica del paese Ferruccio Del Bianco, apprezzato pittore e disegnatore locale; intraprese poi gli studi superiori, iscrivendosi nel 1883 all'Accademia di belle arti di Firenze, dove frequentò i corsi di scultura di Emilio Zocchi e Augusto Rivalta, ottenendo vari premi in questa disciplina. Conclusi i corsi accademici nel 1890, perfezionò il mestiere presso lo studio fiorentino dello scultore Urbano Lucchesi, per poi trasferirsi agli inizi del nuovo secolo nello studio di Raffaello Romanelli. Nel capoluogo toscano il Guerri ebbe legami di amicizia con i pittori Felice Carena e Baccio Maria Bacci e, in particolare, con gli scultori Gaetano Trentanove e Cesare Zocchi.

La produzione plastica del Guerri non si discosta dai generi tradizionali: monumenti commemorativi, scultura funeraria e religiosa e un nutrito gruppo di ritratti. Opere - in prevalenza destinate alla sua zona d'origine, il Valdarno - compiute quando lo scultore ricoprì un importante ruolo pubblico nel contesto politico e amministrativo locale.
Gli esordi del Guerri coincisero con il compimento delle molteplici commissioni da parte delle autorità civili e religiose di Montevarchi e dintorni. Tra le opere, tuttora in loco, si segnalano: il busto marmoreo monumentale di Giuseppe Mazzini (1892), la statua in "pietra artificiale" di S. Lorenzo (1894), dal volto scarno e fortemente chiaroscurato, inserita armoniosamente nella nicchia del campanile della collegiata.

Tra le occasionali commissioni di carattere religioso, degna di nota, nel 1902, la statua in pietra raffigurante la Concezione, collocata nel piazzale del convento del Sacro Cuore a Firenze.
Dal 1897 ebbe inizio l'elaborazione dei bozzetti per il monumento a Giuseppe Garibaldi in San Giovanni Valdarno, vinto per concorso, fuso dalla fonderia Vignali di Firenze e inaugurato nel 1903; nel 1907 arricchì l'obelisco montevarchino (innalzato a Garibaldi nel 1893) con due bassorilievi raffiguranti Garibaldi in piedi e Anita a cavallo. Ancora Garibaldi è il soggetto del busto di Bibbiena (1909) e del monumento di Anghiari (1914). Del 1902 è, invece, il monumento a Cavour per il Comune di Figline. Nel 1904 si inaugurò il monumento a Umberto I ad Arezzo. Nel 1905 il realizzò un altro monumento dedicato a Umberto I per la sua cittadina.

Oltre alle commissioni pubbliche e agli impegni politici, il Guerri espose con regolarità in mostre regionali, nazionali e internazionali. In particolare, dal 1889 cominciò l'assidua partecipazione alle esposizioni della Società delle belle arti di Firenze; e dal 1909, quella alle esposizioni della Promotrice di belle arti di Torino. Nel 1906 fu premiato alla Mostra nazionale di belle arti a Milano per l'opera in bronzo Lavoro e progresso (nudo maschile appoggiato a un lampione) acquistata in seguito dal re del Siam.

Alla fine della Grande Guerra, partecipe degli umori nazionali, il G. realizzò numerose opere commemorative dei caduti per molte piazze della sua provincia. Accanto ai lavori di carattere ufficiale continuò a produrre, spesso su commissione, ricordi degli amici, dei sodali politici, delle personalità locali. Una vasta produzione ritrattistica, ideale galleria dei notabili valdarnesi, attraverso busti, medaglie, targhe commemorative, piccole sculture a figura intera, in cui il Guerri diede prova di grande mestiere e di capacità d'introspezione psicologica.
Alla fiorentina Primaverile del 1922 presentò Tramonto (ante 1911): bronzetto dal forte accento umanitario e sociale nella raffigurazione dell'anziana operaia ripiegata su se stessa. Per la villa Masini di Montevarchi realizzò la statua in bronzo Primavera (1927), armoniosamente inserita nell'ambiente aggiornato al gusto liberty.

Nel 1929 venne eletto segretario effettivo dell'Accademia delle arti del disegno di Firenze (dopo la nomina ad accademico onorario nel 1911 e a residente nel 1928); nel 1933, dopo essere diventato accademico valdarnese, venne accolto come socio ordinario nella Regia Accademia Petrarca di Arezzo. All'inaugurazione nel 1936 del monumento dedicato al conte G. Brilli Peri per lo stadio omonimo di Montevarchi fece la sua ultima apparizione pubblica.

E. Bianchi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 60 (2003) - treccani.it