Firenze, 30/01/1878 - Milano, 01/12/1942
Nacque a Firenze il 30 gennaio 1878 da Ludovico, di
Trieste, e da Emilia Finzi, di Ferrara, terzo di quattro figli. In
famiglia lo Josz ricevette i primi elementi fondanti la sua formazione,
così come il fratello Livio, disegnatore tecnico e a sua volta pittore
dilettante; infatti sia il nonno paterno, Bernardo, sia il padre
praticarono l'incisione. A Milano, dove la famiglia si trasferì nel 1891
per seguire l'attività della sorella dello Josz, Aurelia, fondatrice e
direttrice della Scuola pratica agricola femminile di Niguarda, il padre
aprì uno studio fotografico. In questa città lo Josz studiò
all'Accademia di belle arti sotto la guida di G. Mentessi. Dal 1898 al
1938 fu presente, con una certa continuità, alle moltissime esposizioni
che animarono in quegli anni l'ambiente artistico milanese e dell'Italia
settentrionale.
Nel 1910, all'esposizione annuale della Famiglia artistica, presentò
Donna umbra. Almeno al 1913 risalgono le frequentazioni futuriste
dello Josz: in quell'anno infatti fu sfidato a duello dal giornalista G.
Buggelli (il duello venne poi conciliato, come testimonia un atto
conservato nell'archivio di famiglia), e suoi padrini furono C. Carrà,
L. Dudreville e A. Sant'Elia. Tali frequentazioni non influirono sulle
sue scelte artistiche, ma determinarono in lui un approccio disinvolto
alla pittura. Nel 1916, l'Autoritratto esposto alla Famiglia
artistica dimostra l'atteggiamento ironico e dissacrante del pittore nei
confronti di un genere pur coltivato fino alla fine della sua attività
con puntigliosa diligenza: l'artista si ritrasse infatti con gli occhi
sgranati e la testa incassata nelle spalle con espressione sgomenta,
stupita e non certo autocelebrativa. Nel 1920, alla Permanente, espose
il Ritratto della signora Mejer.
Il credito che lo Josz raggiunse nell'ambiente milanese è confermato nel
1921 con la nomina a socio onorario dell'Accademia di belle arti e poi,
nel 1923, con il suo inserimento nel consiglio direttivo della Famiglia
artistica nel ruolo di revisore. Sempre nel 1923, alla Quadriennale di
Torino, presentò Lettura, un doppio ritratto femminile. Nel 1924
espose a Monza, alla mostra del ritratto femminile contemporaneo,
Ritratto di signora e, nella rivista Le Arti belle, venne citato
come "interprete amoroso e tecnico eminente della figura" (1924, n. 3,
p. 90). Il 1925 fu per lo Josz particolarmente fecondo dal punto di
vista sia pittorico sia musicale. A giugno presentò a Ferrara due
dipinti, Pausa e Violinista, ben recensiti da G.E. Mottini:
"Italo Josz di Milano non ha che due cose, ma fra le più belle della
mostra. C'è un riflesso tardo dell'Hayez nella Violinista, e un poco
dello spettro cromatico del Cremona nella Figura femminile".
Lo Josz partecipò all'esposizione nazionale di ottobre-dicembre
dell'Accademia di Brera, con il dipinto Psiche e? Psiche, che ritrae l'abbraccio sensuale
di due donne seminude; e ancora nel dicembre del 1925 comparve, al
teatro del Popolo a Milano, nelle vesti di violinista a fianco del
violoncellista L.R. Cannonieri e di A. Russolo al piano, per
sperimentare l'arco enarmonico inventato da L. Russolo, su musiche
composte dal fratello Antonio e da F. Casavola. Alla Primaverile
milanese del 1928 espose Fantasticherie, che ritrae una giovane
donna nuda distesa, con lo sguardo rivolto verso la luce sul fondo del
dipinto.
Nel 1929 dipinse un altro Autoritratto (Firenze, Uffizi). Il
dipinto, benché più ortodosso di quello del 1916, venne dallo stesso
artista giovialmente deriso per la propria calvizie nel Guerin meschino.
Alla Permanente del 1931 espose Vanità, nudo di donna dalla folta
chioma scura, che si accarezza i capelli con una mano e con l'altra
afferra uno specchio. Nel 1933 l'ospedale Maggiore di Milano gli
commissionò il ritratto dell'ingegnere
G. Canziani. Lo
stesso anno, alla Mostra sindacale lombarda, presentò Figura
femminile, ritratto di una giovane donna sportiva dallo sguardo
diretto e sorridente. Nel 1935 espose al Salon parigino Signora
d'Umbria, dallo sguardo dolce e raffinato; mentre, alla Permanente
di Milano, presentò Figura con violoncello. L'anno seguente, la
Civica Galleria d'arte moderna di Milano acquistò Nelda, elegante
signora borghese ritratta con stola e cappellino alla moda. Alla
Primaverile milanese del 1937 fu presente con Riposando, che
raffigura una donna comune, forse una massaia, seduta in atteggiamento
stanco ma rilassato. L'anno seguente espose, ancora alla Primaverile,
La corda nuova, che ritrae una giovane musicista intenta ad
accordare il suo violino.
Dal novembre del 1938, in seguito all'emanazione delle leggi razziali,
lo Josz venne escluso dalle esposizioni pubbliche. Solo nel 1940
l'Istituto dei ciechi presentò ancora al pubblico un suo dipinto: il
Ritratto di Antonio Asiani. L'artista, amareggiato dalla situazione
politica e privo di commissioni pubbliche, morì a Milano il 1° dicembre
1942.
(R. Canuti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 62 (2004) -
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