Pillole d'Arte

    
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Carl Larsson




Stoccolma, 29/05/1853 - Sundborn (Falun), 22/01/1919

Carl Larson nacque a Stoccolma il 28 maggio 1853. Di umili origini, crebbe nei quartieri bassi i più poveri e malfamati della città. Fu ammesso a 13 anni ad un corso preparatorio all'Accademia delle Belle Arti a cui s'iscrisse tre anni più tardi. I suoi disegni di studente lo portano ad essere assunto come illustratore di Kasper, il più importante giornale satirico svedese. Diventa disegnatore reporter itinerante in Svezia e col suo guadagno mantiene la famiglia. Nel 1877 si installa a Parigi lasciando un salario sicuro e soddisfacente per dedicarsi completamente alla pittura alternando i soggiorni presso la colonia degli artisti svedesi di Parigi ai reportages disegnati in Svezia.

Prova a cimentarsi con l'arte decorativa, realizzando la su prima pittura murale, le illustrazioni per libri, specialmente quelli dei racconti di Andersen. Difficoltà economiche lo portano a Grez en Seine-et-Marne, villaggio rifugio degli artisti. La incontra Karin Bergöö con cui si sposerà ed avrà sei figli. L'arte di Larsson si trasforma: " Improvvisamente tolsi le scaglie che mi avevano coperto gli occhi, una atmosfera si era rotta. Io vedevo per la prima volta la natura. Ero stato nelle bizzarrie della lordura e l'acqua mi estraniava scombinando le idee. Quelle restavano. Non avevo aperto le mie braccia alla natura, ma semplicemente era entrata. La terra calda, la terra che genera sarà ormai l'oggetto della mia pittura".

Il suo successo al salone di Parigi e le vendite di opere allo stato francese e a quello svedese migliorarono la sua situazione finanziaria ed egli decise nel 1885 di far ritorno al paese natale per scoprire e dipingere la natura svedese. Ma dopo qualche tempo egli scelse altre fonti di ispirazione: la pittura monumentale e le immagini d'interni familiari. Contemporaneamente si impegnò fortemente nella rivolta contro gli insegnamenti dell'Accademia delle Belle Arti e la politica delle acquisizioni di stato. I giovani artisti svedesi in rivolta organizzarono le loro esposizioni e formarono un sindacato, l'Associazione degli artisti, sul modello dei sindacati socialisti. Larsson lasciò l'organizzazione nel 1891 per protestare contro la sua politicizzazione: "questo stato di sciopero generale ha dato un bel colpo al mio vecchio liberalismo. Io credo ormai che i grandi ed i potenti debbano restare al di sopra, in una frase, credo che la forza superi il diritto! (?) Il dispotismo illuminato, questo è, in questo momento, il mio ideale politico".

Un concorso per una pittura murale fu bandito dal museo Nazionale di Stoccolma per affrescare otto ali di muro. Larsson sottopose ripetutamente alla commissione i suoi lavori di carattere storico ma la decisione non veniva presa. Si occupò della decorazione del nuovo liceo femminile di Göteborg scegliendo come tema "la donna svedese nel corso dei secoli" (13 composizioni imponenti istoriate di ricchi ornamenti.). Trasferendosi a Sundborn, vicino a Falun, nella provincia di Dalarna, Larsson cercò di creare un'arte specificamente svedese, fatta di una pittura più aspra, talvolta anche più brutale. Si immerse nella foresta della Dalarna per ricercarne i motivi più primitivi. Volle riformare i gusti dei suoi contemporanei mostrando loro la cultura contadina; fu per lui dovere dell'artista quello di esprimere la gioia che gli procuravano i paesaggi, le feste, gli artigiani e i costumi svedesi. Il contadino fu per lui un simbolo nazionale: " Quando il paese è in pericolo, è sempre presente per la sua difesa. Con quello che produce e con il suo sangue!"

Ma questa tendenza sfumò sotto l'influenza sempre maggiore delle sue riflessioni sulla pittura monumentale e del suo lavoro di illustratore. Con lo sviluppo della riproduzione a colori egli ebbe la possibilità di raggiungere un pubblico sempre più ampio. Una serie d'acquarelli accompagnò i suoi scritti apparsi nel 1894 col titolo di "La nostra casa". Sostenne a suo modo di dipingere una specie di "documento familiare da trasmettere ai futuri capi famiglia, (?) Io immagino di aver fatto tutto con molto buon senso che credo possa servire da modello".

Un modello chiaro, tipicamente scandinavo, l'opposto della standardizzazione tetra e senza stile che iniziò a corrompere i focolari domestici svedesi alla fine del XIX secolo. Larsson detestò allora l'immagine di Parigi che simboleggiava per lui tutto quello che si doveva bandire. Riscoprì sempre più i legami che lo univano alla tradizione svedese ed alle proprie origini contadine. Acquistò una fattoria e, nel 1903, per il suo cinquantesimo compleanno, venne festeggiato calorosamente da tutti. Poi la sorte fu meno felice. Ulf, il figlio primogenito, morì due anni più tardi. Il suo vecchio amico August Strindberg lo attaccò pubblicamente in modo ignobile. Il morale di Larsson ne risentì. Nel suo nuovo scritto "La casa del sole" sorprese per il contrasto tra i suoi dipinti di un'infanzia spensierata, le immagini solari di Sundborn e la sua prefazione disperata.

Dopo qualche insuccesso Larsson riuscì, nel 1908, a rendere concreto un suo vecchio sogno: realizzò gli affreschi interni del famoso Museo Nazionale di Stoccolma. L'entrata di Gustav Vasa a Stoccolma il giorno di San Giovanni del 1523 è una pittura murale monumentale, solare ed eroica, dalle linee chiare e limpide. Oltre a questo lavoro del vestibolo ovest restò un progetto da completare. Larsson inviò al Museo uno schizzo con un motivo d'epoca pagana Sacrificio del Solstizio d'inverno (Midvinterblot), che contrasta totalmente con l'immagine piena di gioia estiva del re trionfante. Egli lo spiegò così: "Ecco il sacrificio di un re per il bene del suo popolo" (per ottenere un buon raccolto). Questo progetto venne fatto oggetto di critiche molto forti sia per il soggetto che per la forma. La commissione dichiarò che Carl Larsson doveva terminare il lavoro ma che non si poteva accettare come soggetto il sacrificio benevolo di un re, evento non confermato da nessuna fonte storica. La Commissione propose che si dipingesse una rappresentazione del Solstizio d'inverno senza questa componente macabra. Nel 1914 Larsson rifiutò e scrisse al Ministro dell'Industria e a quello del Culto di non interessarsi alle decorazioni dei muri!

L'inquietudine per il destino di questo dipinto avvelenò i suoi ultimi anni. Infaticabilmente egli continuò nonostante tutto a dipingere i suoi acquarelli domestici tanto amati dal pubblico. Nel 1910 aveva acquistato una piccola casa nella fattoria di Lövhult nel comune di Hammarby che era stata di proprietà dei suoi avi. La famiglia Larsson ritornò sulla terra dei suoi antenati. Dipinse la chiesa e il cimitero del villaggio con un opera intitolata Le tombe dei nostri avi. Durante i suoi ultimi anni dipinse soprattutto ritratti su commissione e scrisse le sue memorie. All'inizi del gennaio del 1919 venne colpito da una leggera crisi apoplettica. Morì tra i suoi cari il 22 dello stesso mese.