Modigliana (Fo), 04/12/1826 - Firenze, 21/09/1895
Nato a Modigliana (Forlì) il 4 dicembre 1826, morto poverissimo
all'Ospedale di Firenze il 21 settembre 1895. Studiò dapprima a Firenze
con Enrico Pollastrini, dal quale si staccò presto per continuare con
Luigi Mussini, che dirigeva una scuola privata. Questi lo consigliò allo
studio dei primitivi, istradandolo così verso grande probità di disegno
e limpidità di colore. Dopo aver combattuto, come volontario e
mazziniano nel 1848 a Curtatone ed a Montanara, il Lega tornò a Firenze
e riprese gli studi sotto la direzione di Antonio Ciseri. Quando
comparve il macchiaiolismo, dapprima negò questa nuova scuola,
mantenendosi aderente ai moduli del Mussini, più che non a quelli stessi
del Ciseri ed interpretandoli con suo gusto, poi aderì, nel 1861 alla
tecnica della «macchia» diventandone, in breve, uno dei massimi
esponenti.
L'anno dopo, con gli amici macchiaioli Borrani, Signorini, Abbati e
Sernesi, dipingeva nelle campagne di Pergentina, fondando, appunto,
quella che sarà chiamata «scuola di Pergentina». Poverissimo, fu
ospitato da famiglie amiche: i Batelli a Pergentina; i Tommasi (ove
troverà in Angiolo ed in Ludovico due allievi) nella villa di Bellariva
(1880-1885); i Bandini, nella villa del Gabbro vicino a Livorno ove,
praticamente, trascorse gli ultimi anni della sua vita dal 1886, anno in
cui fu colpito da una malattia agli occhi, che peggiorava sempre di più.
Anche la sua pittura andava perdendo, forse, nella limpidezza di
contorni, ma acquistava in drammaticità. Fu il pittore che tutto dette e
nulla chiese all'arte.
Produsse limpidi quadri di genere, scegliendo i soggetti più comuni ed
innocenti; fu ritrattista, ma non ritrattista da commissioni. Fra le sue
opere si ricordano: La Trecciaiuola, nella Galleria d'Arte
Moderna di Torino; Re Saul placato dall'arpa davidica; Ritratto dei
componenti della famiglia Fabbioni; le quattro lunette raffiguranti
I Flagelli (1858), per l'Oratorio della Madonna del Cantone di
Modigliana, dove si trovano tuttora;
Tiziano e Irene di Spilimbergo;
due studi: Impressione di paese a Pergentina e Loggia rustica
a Pergentina (1861); La signora Virginia Batelli (1861),
nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; nella Pinacoteca di Brera,
Conversazione sotto il pergolato;
bozzetto per il quadro La
lezione di piano (1862), di proprietà di G. A. Borghese di Milano;
Il canto dello stornello,
premiato con medaglia d'argento all'Esposizione di Parma del 1870, ora di proprietà Marchi di Firenze;
Il dopo pranzo (1868), già nella collezione Bosselli di
Viareggio; La visita
(1868), nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; Ritratti dei componenti della famiglia Cecchini, proprietà
Cecchini Tommasi di Firenze; La visita alla balia (1873), nella
Galleria d'Arte Moderna di Firenze;
Lo scultore Carnielo (1878),
proprietà Carnielo di Firenze; Il pittore Francesco Gioli (1879),
proprietà Bertini di Firenze; Sul prato (1883), nella collezione
Baer di Milano; Casa colonica e pagliai (1885), pure nella
collezione Baer, dove trovasi anche La contadina seduta sulla proda
del campo (1890); La ciociara (1883), nella raccolta Vannini
Parenti di Firenze; Impressione d'una figura di donna (1880), in
quella del signor F. Pasi, alI'Ardenza di Livorno;
Don Giovanni Verità
(1885), il prete che nel 1849 salvo Garibaldi inseguito dai
Pontifici, appartenente al Comune di Modigliana; Ritratto di Rosa
(1890), nella collezione Conti de' Nobili di Firenze; Signora con
ventaglio (1890); La veglia (1890), proprietà Gerunda di
Milano; La scellerata, nella collezione Falleni di Livorno;
Contadinelli, nella raccolta Delleani di Garigliano; La festa in giardino,
I fidanzati, nella collezione Rossi di Milano;
Le bambine che fanno le signore e
Sposini sull'aia, nella raccolta Clausetti di Milano;
Ritratto di Luigi Tommasi (1883) e
Villa Bandini al Gabbro (1892), nella collezione Angiolini di
Livorno; un Ritratto di popolana (1885?) e La Bigherinaia
(1883), ambedue nella collezione Jucker di Milano; La donna col cane,
nella raccolta R.D.G. a Milano; Donna che Legge in controluce, in
quella Innocenti, a Torino.
Alla VI Quadriennale romana (1952) veniva commemorato con una parete
comprendente sei opere, fra le più significative. Fu maestro di Augusto
Rey e di Ludovico Tommasi, ma anche Eduardo Gordigiani, Adolfo ed
Angiolo Tommasi ed altri ne rimasero influenzati.
A.M. Comanducci (ed. 1962)
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