Parigi, 23/01/1832 - 30/04/1883
Nato a Parigi nel 1832 da una
famiglia agiata, Edouard Manet intraprende gli studi
classici, durante i quali già nutre una forte passione
per il disegno. In seguito è costretto però a scegliere
la carriera di ufficiale di marina, pur di sfuggire a
quella giuridica impostagli dalla volontà paterna.
Respinto agli esami di ufficiale, al ritorno da un
viaggio in nave a Rio de Janeiro, Edouard riesce a
convincere il padre a lasciargli coltivare
l?inclinazione artistica. Così nel 1850 comincia a
frequentare l?atelier del pittore accademico Thomas
Couture, dove rimarrà fino a quando, nel 1856, entrerà
in conflitto con il maestro. La definitiva rottura tra i
due avverrà nel 1858, a causa dei giudizi negativi di
Couture sul Bevitore d?assenzio
di Manet. In questi anni si compie, in realtà, la vera educazione
artistica del pittore che, convinto che il rinnovamento
della pittura debba partire dalla conoscenza della
tradizione, nel 1853 si reca in Italia per studiare
soprattutto i capolavori di Firenze, e nel 1856 viaggia
per l?Olanda, l?Austria e la Germania.
Comincerà a conoscere gli ambienti artistici
parigini, entrando in contatto con Fantin-Latour, Degas e il poeta
Baudelaire, che diventerà suo grande amico e sostenitore. Nel 1860
conosce Berthe Morisot, giovane pittrice di talento, che sarà sua
allieva e modella. Comincerà anche a esporre le sue prime opere ai Salon,
come per esempio
Il chitarrista nel 1861. Saranno molti i
quadri di questo periodo dedicati a soggetti spagnoli, che testimoniano
l?autentica passione di Manet per la pittura ispanica, da cui traeva
spunti compositivi e formali, in particolare da Velázquez e Goya. Il
1863 è l?anno del famoso
Déjeuner sur l?herbe, rifiutato al
Salon ed esposto nel polemico Salon des Refusés, suscitando scandalo.
Baudelaire prende le sue difese, ma ormai per l?artista è iniziato un
periodo difficile, divenendo oggetto di polemiche astiose da parte della
critica degli ambienti ufficiali (Accademia e Salon).
Da questo momento inizierà però il cammino della
pittura moderna, in cui Manet crederà fermamente a partire dal
Déjeuner e continuando con l?
Olympia (1863, esposta al
Salon del 1865), opere che, rielaborando temi classici in un contesto
moderno, con arditi contrasti formali e tematici, provocheranno feroci
reazioni. Nel 1865 Manet realizza un viaggio in Spagna, mentre l?anno
successivo il Salon rifiuterà due sue opere:
L?attore tragico e
Il pifferaio,
quest?ultimo basato sulle forme bidimensionali
definite dal contorno, tipiche dell?arte giapponese, costante
riferimento per l?arte di Manet. Nel 1867 all?Esposizione universale le
sue opere vengono escluse, ma saranno apertamente difese dallo scrittore
Emile Zola che diviene amico e fedele sostenitore del pittore,
sostituendosi, in un certo senso, a Baudelaire morto in quell?anno.
Nel 1868 il
Ritratto di Emile Zola
suggellerà la loro amicizia. Durante gli anni Settanta, quando partecipa
anche alla vita politica della Comune nata dal crollo dell?Impero, Manet
fa anche altri ritratti di intellettuali, tra cui spicca la piccola tela
che raffigura il poeta
Stéphane Mallarmé. Baudelaire, Zola,
Mallarmè avevano tutti sostenuto e compreso la sua pittura, ritenendola
capace di rappresentare la realtà della vita contemporanea ed
espressione di un rinnovamento profondo dell?arte. Tuttavia, pur avendo
Manet spianato la strada e pur partecipando alle discussioni del Café
Guerbois e della Nouvelle Athènes, non partecipa alla prima esposizione
degli Impressionisti presso Nadar nel 1874, poiché non si riconosce in
quell?avventura.
Fino alla fine produrrà capolavori dalla struttura
libera e audace, restando comunque legato alla figura e ai colori puri e
naturali. Nasceranno così splendidi dipinti come
Déjeuner dans l?atelier (1868),
Berthe Morisot col ventaglio (1872),
Ferrovia (1872-1873),
Nana,
Bar alle Folies-Bergère,
ultimo quadro di vita contemporanea.
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