Roma, 05/04/1886 - Firenze, 23/05/1963
Nacque a Roma il 5 aprile 1886 da
Enrico, imprenditore originario di Lugano, e da Luisa
Arnaldi, ligure. Manifestò precocemente il suo talento
artistico e durante il liceo frequentò i corsi serali
dell'Accademia di belle arti, ma la famiglia lo spinse
comunque a laurearsi in giurisprudenza. Seguì perciò
autonomamente i corsi di storia dell'arte di Adolfo
Venturi e Pietro Toesca. Nel 1912 vinse il concorso per
il monumento a Adelaide Ristori a Cividale del Friuli e
da allora, e soprattutto poi negli anni Venti, le sue
opere - la tre statue per il Teatro Savoia (attuale
Odeon) di Firenze del 1922, i bassorilievi per la Tomba
di Giacomo Puccini a Torre del Lago (1924), la sala
personale alla Biennale di Venezia del 1926, la Via
Crucis di Rodi del 1927, i pannelli in bronzo per la
Porta di San Paolo a Roma, per la Scala Nuova dei Musei
Vaticani e l'Arengario di Brescia del 1932, per citarne
alcune - rivelano una spiccata grazia ornamentale,
organizzata in composizioni monumentali che rispondono a
cadenze architettoniche e ad un'esigenza di ordine,
simmetria e proporzione. Nel Fascismo, promotore proprio
di grandi imprese monumentali, Maraini vide realizzate
le sue aspirazioni. L'architetto con il quale si trovò a
collaborare più spesso fu Marcello Piacentini, al quale
era legato da amicizia già in gioventù.
Maraini non fu solo artista ma anche uomo d'azione, di studio,
scrittore, oratore e organizzatore. Fu critico d'arte per il giornale La
Tribuna di Roma e non solo; collaborò con Domus, Dedalus e La Nazione.
Fu Segretario Generale della Biennale di Venezia dal 1927 al 1938 e si
devono a lui la sua costituzione in Ente Autonomo, la creazione di un
Archivio Storico della Biennale, così come l'aumento dei Padiglioni
stranieri (dove esposero, tra gli altri, Matisse, Gauguin, Nolde, Marc,
Modigliani, Moore, Toulouse-Lautrec, Klee), e le grandi mostre dedicate
alla 'Scuola di Parigi' e al Futurismo. Il suo spirito "europeista" non
fu apprezzato da Hitler, in vista alla Biennale nel 1934. Ma egli
s'adoperò per un'apertura "internazionale" delle arti e, al momento
delle Leggi Razziali, per garantire la presenza di artisti come Corrado
Cagli. Con la creazione della Mostra del Cinema Maraini fu anche il
promotore dell'ammissione del Cinema come forma d'arte alla Biennale, e
di altre manifestazioni collaterali come il Festival della Musica, del
Teatro e della Poesia. Fu inoltre Commissario Nazionale del Sindacato
Nazionale Fascista di Belle Arti e rappresentante degli artisti alla
Camera dei Deputati oltre che Membro delle Corporazioni, dando grande
impulso all'arte italiana e contemporanea all'estero, con mostre tra le
quali restano memorabili quella di Parigi al Musée du Jeu-de-Paume nella
primavera del 1935 e quella di Berlino nell'autunno del 1937.
Nel dopoguerra, e a partire dagli anni '50, Maraini rallentò la sua
frenetica attività, si ritirò nella sua villa fiorentina di Torre di
Sopra dove morì nel 1963.
Monica Grasso - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 69 (2007) -
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