Monza, 09/09/1857 - Bordighera, 25/01/1927
Nato a Monza il 9 settembre 1857. Morto nella sua villa a Bordighera il
25 gennaio 1927. Era figlio di una sorella di Mosè Bianchi. Suo padre lo
aveva impiegato in una banca, che egli abbandonò presto per dedicarsi
interamente alla pittura. Studiò con Eleuterio Pagliano, insieme ad
Uberto Dell'Orto e Gioacchino Banfi, poi con suo zio Mosè. Nel 1881 con
Dell'Orto e Sallustio Fornara andò in Egitto, e al ritorno si iniziò
rapida la sua fortunata ascesa artistica, ottenendo successi sopra
successi. Emerito marinista e riproduttore delle scene fastose del
Casino di Montecarlo, dedicò anche una parte della sua fervida
attività artistica al monotipo. Nel 1883, dopo avere esordito due anni
prima a Torino, si presentò brillantemente ad una mostra internazionale
a Nizza con una serie di scene e di figure egiziane che gli fruttarono
la prima medaglia, e la grande soddisfazione d'apprendere che una sua
opera era stata acquistata dal presidente della giuria in persona: il
famoso pittore francese Ziem, le cui opere, in quel tempo, suscitavano
un vero fanatismo in tutta Europa.
L'anno seguente, a Milano, alla sua tela Saluto del sol morente
(acquistata dal conte Edoardo Amman) venne assegnato il premio Principe
Umberto; nel 1885, a Parigi, con Bozzetti orientali e
Marine, conseguì una medaglia d'oro; nel 1888, a Monaco di Baviera
ebbe un'altra medaglia per Sorge la luna, e Vaporino
rimorchiatore venne acquistato dal Ministero dell'Istruzione
Pubblica per la Galleria d'Arte Moderna di Roma, dove attualmente è
conservato con l'altra tela
Sala dei passi perduti a Montecitorio.
Tra le più importanti opere sue si ricordano: Impressioni di
Montecarlo; Il Ticino alla Zelada e Casolari rustici a Gignese,
nella Galleria d'Arte Moderna di Milano; Acqua salsa, premiata
a Liverpool nel 1886; Ritratto di signora e Notte chiara
esposte a Venezia nel 1887; Burrasca; Favola d'Esopo e
Bacio furioso, esposte e vendute a Londra nel 1888; Cantuccio
di primavera e
Acqua a catinelle, inviate all'Esposizione di Parigi del 1889;
Gli olivi a Bordighera e Passato il temporale, esposte
a Venezia nel 1905;
Ritratto di Garibaldi, eseguito per la colonia italiana di
Valparaiso;
Effetti di nebbia, nella raccolta dell'ing. Mario Rasini;
La rivale (Montecarlo), in quella del signor Fumach Medaglia a
Milano; Sulla spiaggia, a la Condamine (Montecarlo); In birreria;
Sagra di Sant'Ampelio a Bordighera; In porto; Doppietto alle anitre
selvatiche; Tesa all'anitra selvatica; Coleotteri trapanatori
(Montecarlo); L'americano al giuoco; Ultimo raggio di sole; Il tè in
giardino; Sotto i portici a sera (Milano); A notte dopo la tempesta;
L'onda; Pescatori d'acciughe; Alle corse di San Siro a Milano; Tribune
alle corse di San Siro; Il porto di Genova di notte; Nel mio studio;
Foglia caduta; Burrasca a Bordighera.
(A.M. Comanducci - 1962)
Nacque il 9 settembre 1857 a Monza da Martino, direttore
insieme con Gaetano Pellegrino della scuola commerciale Mariani-Pellegrino, e da Giulia Bianchi, proveniente da una famiglia di
pittori (era figlia di Giosuè e sorella di Mosè). Terminato il ginnasio,
il Mariani fu avviato dal padre alla carriera bancaria presso la banca Cavagliani e Oneto di Milano.
Nel capoluogo lombardo fu introdotto da A. Noseda nei circoli culturali
e artistici intorno ai quali gravitavano, tra gli altri, A. Boito, G.
Braga, L. Gualdo e i pittori legati alla cultura tardoscapigliata L.
Conconi e V. Bignami (quest?ultimo fondatore della Famiglia artistica).
Con costoro divenne frequentatore del caffè Cova e dei teatri Dal Verme
e alla Scala, sviluppando un forte interesse per la musica. Sempre a
Milano, dall?amico Noseda apprese il gusto per gli oggetti ricercati.
Spirito arguto e caricaturista dilettante di numerosi personaggi, tra
cui suonatori e cantanti d?opera, l?esecuzione, nel 1878, di un ritratto
grottesco del suo direttore gli costò il posto in banca e lo costrinse a
rientrare a Monza. Tornato a Milano entro l?anno, fu introdotto da U.
Dell?Orto presso il pittore E. Pagliano, dal quale decise di prendere
lezioni lasciandone momentaneamente all?oscuro i suoi familiari in modo
da saggiare le sue effettive possibilità artistiche.
Pagliano, amico di D. Morelli, fornì al Mariani una buona base accademica
avviandolo allo studio dell?anatomia e delle tecniche artistiche
spaziando dall?olio all?acquerello, alla tempera, all?acquaforte, e lo
spronò all?esercizio mnemonico facendogli ridipingere a studio i
soggetti elaborati en plein air. Lo zio Mosè, venuto a conoscenza delle
sue doti grazie a G. De Nittis, che aveva notato le opere del Mariani
visitando lo studio di Pagliano, intercedette presso i suoi genitori per
consentirgli di intraprendere liberamente la carriera artistica e si
adoperò per seguirne lo sviluppo mediante sedute di pittura nel parco e
nei dintorni di Monza.
Nel 1878 il Mariani, insieme con Dell?Orto, fece una escursione sul Gottardo
e fissò in due album le impressioni raccolte. In quel periodo privilegiò
soggetti campestri e ritratti: del 1879 è, per esempio, la piccola
tavola con il ritratto della madre (Bordighera, Istituto internazionale
di studi liguri). L?anno seguente, con Dell?Orto e S. Fornara, raggiunse
l?Egitto.
Fin dalla partenza dal porto di Brindisi il Mariani raccolse immagini; ma
nell?aprile del 1881, a causa di un incidente, fu costretto a rientrare
a Milano portando con sé un cospicuo numero di schizzi su scene di vita
araba e luoghi del Cairo. Il metodo di fissare le immagini con tratti
veloci in numerosi taccuini gli permise di meditare ed elaborare con
cura tutte le possibilità offerte da un medesimo soggetto risolvendolo
in una serie di variazioni compositive. Dell? Arabo in preghiera, per
esempio, partendo dallo stesso schizzo, eseguì, nel 1881, diverse
versioni (di cui una a Verona, Collezione Istituti ospedalieri),
indagando a fondo i giochi di luce, i tagli prospettici e le
ambientazioni (la grande profusione di soggetti e titoli identici in
epoche diverse, come la presenza in collezioni private di molte opere
del Mariani, ne rende talvolta difficile l?individuazione). L?esperienza
africana determinò il ricorso a cromie più luminose e la coscienza degli
spazi immensi registrati con tagli cinematografici, oltre a ricerche e
sperimentazioni nella pennellata. Nel dipinto Dall?aia
(collezione privata), esposto in quell?anno a Brera ma eseguito nel
1880, emerge infatti il divario con le opere egiziane: ancora irrisolta
la tecnica, tra il brillante tocco dello zio e la larga stesura a
macchia.
All?Esposizione di belle arti di Milano del 1881 e dell?anno successivo
presentò le opere elaborate partendo dagli studi condotti in Africa
(proposte nuovamente nel 1883 anche a Roma e Nizza, dove vinse una
medaglia d?oro). Queste segnarono l?inizio della fortuna artistica del
Mariani, che riscosse un ottimo successo di vendita. Da quel momento fu
presente a varie esposizioni nazionali e internazionali (molte sue opere
si trovano in collezione privata, altre non sono rintracciabili). Il Mariani
si affermò anche nella ritrattistica, ambito in cui, con intuizione e
sensibilità, sperimentò il linguaggio scapigliato attraverso la figura
di F. Carcano, al quale si rivolse, sia per indagare la tecnica sia per
eliminare aspetti malinconici, dettagli e toni scuri. Del 1882 è La
signora Thea Rossi (Bordighera, Fondazione Pompeo Mariani); del 1883
sono invece il dipinto Mia madre in giardino (Milano, Galleria civica
d?arte moderna) e il Ritratto di donna (Monza, Musei civici). Recatosi a
Genova realizzò numerose vedute dello scalo marittimo alle diverse ore
del giorno e della notte, facendo ricorso a scatti fotografici personali
e a quelli di A. Noack, vincendo, nel 1884, con Il saluto al sol
morente, il premio Principe Umberto (Collezione Intesa Banca commerciale
italiana).
In questi soggetti marini sono stati ravvisati influssi della pittura
olandese sulla quale il Mariani si era probabilmente aggiornato tramite le
numerose riviste italiane e straniere cui era abbonato, ma anche
mediante V. Gubricy e il mercante parigino A. Goupil (nel 1885 pose il
proprio recapito per la vendita delle opere presso la galleria di
Goupil, L. Boussod e R. Valadon).
Il ministero della Pubblica Istruzione acquistò il dipinto Vaporino
rimorchiatore (Roma, Galleria nazionale d?arte moderna, in deposito
presso il ministero della Marina militare).
Tra il 1885 e il 1886 presentò i soggetti egiziani e le marine liguri
alle esposizioni internazionali di Parigi, Londra e Liverpool, ricevendo
altre medaglie di riconoscimento e conferme dal pubblico. Nel 1885 gli
fu conferito il diploma di socio onorario dell?Accademia di Brera (di
cui fu consigliere dal 1897 al 1905); mentre il re Umberto I acquistò
una veduta del porto di Genova intitolata La sera (ubicazione ignota).
Nel 1888, alla III Mostra d?arte internazionale di Monaco di Baviera,
vinse la medaglia d?oro per il dipinto Tramonto nel porto di Genova
(Monza, Musei civici) e, nel 1889, con Cantuccio di primavera
(collezione privata), ricevette la menzione d?onore all?Esposizione
universale di Parigi.
Vari personaggi della media e alta borghesia a Monza e a Milano si
rivolsero a lui per i loro ritratti. Anche il re Umberto I apprezzò
l?opera del Mariani e, oltre ad acquistare nel corso del tempo diversi
paesaggi, commissionò al pittore alcuni ritratti, il primo dei quali nel
1889, destinato alla cappella Palatina di Palermo (del quale, non
essendo nota la versione definitiva, è stato ipotizzato un bozzetto); un
altro, destinato all?ambasciata italiana di Berlino, fu realizzato nel
1893 (ubicazione ignota). Per entrambe le occasioni il Mariani si recò a Roma
per ritrarre dal vero il sovrano che, nel 1890, acquistò il paesaggio
D?autunno al cader delle foglie. Anche Il torrente, premiato con
medaglia d?argento all?Esposizione nazionale di Palermo nel 1891, fu
acquistato dalla casa reale (ubicazione ignota).
L?anno seguente uno dei pochissimi temi storici trattati dall?artista,
La partenza di Garibaldi dallo scoglio di Quarto, fu presentato
all?Esposizione di belle arti di Roma e acquistato dal ministero della
Pubblica Istruzione per il palazzo del Senato (Roma, Galleria nazionale
d?arte moderna).
In questo periodo il Mariani espanse il mercato delle sue opere Oltreoceano
inviandone alcune a New York (nel 1890) e partecipando all?importante
esposizione universale di Chicago nel 1893. Nello stesso anno presentò
alla Triennale di Milano alcune tele dipinte nella zona della Zelata,
vicino a Pavia (molte in collezione privata). Ripreso in diverse
stagioni e in diversi momenti della giornata, il luogo offrì spunti per
inedite scene di caccia che ampliarono il suo già vasto repertorio sul
paesaggio con paludi, stagni, anatre e figure di cacciatori velati nella
nebbia (il dipinto Una lanca del Ticino, acquistato dal re
Umberto, è di ubicazione ignota). La tecnica, a veloci tocchi di
pennello, brevi e allungati, ripercorre le ricerche impressioniste sulla
luce; ma la gamma cromatica, ridotta ai toni del grigio e del bianco,
risulta più vicina alla realtà italiana di De Nittis.
Nel 1898, a Bordighera, ricevette diverse commissioni da privati in
vacanza sulla Riviera ligure (documentate nei taccuini conservati presso
la Fondazione Pompeo Mariani di Bordighera). Tra le più importanti fu
quella di F. Grossi, medico genovese, per l?arredo del salone del suo
appartamento (tra le tele realizzate, Nevicata, Burrasca in mare,
Partenza per la pesca sono conservate dal 1939 presso la Galleria d?arte
moderna di Genova). Soggetto d?impronta più intimista e simbolista, sul
quale il Mariani ritornerà a più riprese sempre nel 1898, è quello della
donna che guarda il mare appoggiata a scogli, presentato alla Secessione
di Monaco di Baviera con il titolo Misteri dell?anima (identificato con
L?innamorata del mare, ora a Genova, Galleria d?arte moderna) e ripetuto
in Brezza marina (L?attesa) e In contemplazione del mare (collezione
privata). Pur non dedicandosi solitamente a temi sociali, il Mariani dipinse
in quest?anno Gli emigranti (ubicazione ignota), tema esplorato più
volte nel 1900 (e presentato alla personale del 1923 con titoli meno
espliciti quali Tramonto nel porto di Genova nei Musei civici di Monza,
Veduta nel porto e Nel porto di Genova in collezione privata).
Nel 1899 sostituì all?Accademia di Verona lo zio Mosè. Tornato dal 1900
al 1906 a Milano, si dedicò a ritrarre luoghi mondani praticando anche
le tecniche incisorie.
Interessanti scene di città, realizzate in più versioni, ritraggono
persone in movimento in ambienti più evocati che descritti: Autunno
(Foglia caduta) (Milano, Galleria d?arte moderna), Alle corse di S. Siro
(collezione privata), Signore al caffè (ubicazione ignota). Nel 1906, in
occasione dell?inaugurazione del Sempione, all?Esposizione nazionale di
Milano, organizzò una mostra commemorativa dedicata allo zio dove fu
premiato con il diploma di benemerenza.
Nel 1907 sposò la cantante lirica Marcellina Caronni (detta Nanà)
conosciuta a Bordighera, dove due anni dopo acquistò una villa sui colli
e, nel 1911, vi fece costruire da R. Winter "La Specola", residenza con
grande studio arredata con le sue opere e la sua preziosa collezione
(comprendente più di 20.000 oggetti di genere diverso, dai gioielli di
Cartier e Tiffany, a dipinti, disegni e incisioni di Giampietrino,
Gherardo delle Notti, Tiepolo, David, Goya, Courbet, Degas, e inoltre
ceramiche e molti altri pregevoli pezzi antichi, in parte dispersi dopo
la sua morte, sui quali la Fondazione Pompeo Mariani sta conducendo un
accurato lavoro di documentazione).
Il Mariani trovò in quel periodo nuove fonti d?ispirazione per il paesaggio:
dipinse scene agresti e di pescatori e si dedicò a ritrarre con piacere
la vita frivola ed elegante del casinò e dei caffè di Montecarlo. Questi
temi furono presentati in diverse mostre Oltreoceano e in una personale
a Roma, alla Società amatori e cultori delle belle arti, nel 1913, dove
il ministero della Pubblica Istruzione acquistò La sala dei passi
perduti (Roma, Galleria nazionale d?arte moderna).
Il Mariani trascorse gli anni della guerra tra Milano e Bordighera. Pur non
partecipando a pubbliche esposizioni, continuò a dipingere facendo
ricorso, come d?abitudine, ai taccuini. Ricevette a Bordighera la visita
della regina Margherita della quale, nel 1919, eseguì un piccolo
ritratto (Bordighera, Istituto internazionale di studi liguri). Tra le
poche opere a tema religioso, dipinse un Cristo deposto come ex voto per
la guarigione della moglie destinata alla cappella Araldi di Uscio
(ubicazione ignota). Nel 1923 fu allestita una mostra antologica con 348
opere alla galleria Pesaro di Milano.
Il 25 gennaio 1925 il Mariani morì nella sua villa a Bordighera. Il corpo fu
tumulato nel cimitero di Monza.
(R. Canuti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 70 - 2008)
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