Pillole d'Arte

    
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Arturo Martini




Treviso, 11/08/1889 - Milano, 22/03/1947

Arturo Martini nasce a Treviso l'11 agosto 1889. Abbandonati gli studi, lavora come apprendista presso un orefice e poi in una manifattura di ceramiche. Tra il 1909 e il 1913 viaggia a Monaco e a Parigi, dove viene a contatto con le novità artistiche di quegli anni. Nel 1913, al ritorno da Parigi, partecipa con alcune opere alla mostra di Ca' Pesaro provocando grandi dissensi da parte di critica e pubblico. Nel 1914 partecipa alla II Secessione Romana e all'Esposizione Libera Futurista Internazionale. Nel dopoguerra, lasciatesi alle spalle le influenze simboliste ed espressioniste degli esordi, si dedica a una forma di purismo plastico. Collabora alla rivista "Valori Plastici" ed espone a Berlino con gli artisti legati ad essa, aderendo alla sintesi metafisica e alla tradizione classicista che caratterizzano il gruppo.

Nel 1925 è invitato con una sala alla III Biennale Romana; nel 1926 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia (in precedenza le sue opere erano state sempre rifiutate) e alla I Mostra del Novecento Italiano alla Permanente di Milano, dove è presente anche per la seconda edizione realizzata nel 1929. Le opere realizzate in questo periodo evidenziano un momento di grande creatività in cui Martini fonde insieme, in un unicum rivoluzionario, le forme classiche (dall'arte etrusca e greca a quella dei maestri del Duecento e del Trecento) con nuove concezioni plastiche. Nel 1931 vince il Premio per la Scultura alla I Quadriennale Romana e nel 1932 è invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia. Tra il 1937 e il 1939 realizza grandi commissioni pubbliche per la città di Milano. Nel 1940 presenta alla Galleria Barbaroux di Milano la sua prima esposizione di dipinti.

Nel 1942 (anno in cui inizia a insegnare all'Accademia di Venezia) la sua opera Donna che nuota sott'acqua è accolta come un capolavoro alla Biennale di Venezia. Nelle sue ultime opere giunge alle soglie dell'astrazione. Sono anni di crisi artistica e morale, testimoniata dal testo "La scultura lingua morta".

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