Pillole d'Arte

    
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Domenico Morelli




Napoli, 08/07/1823 - 13/08/1901

Sua madre aveva deciso di farne un ecclesiastico; ma egli volle seguire la propria vocazione che lo spinse all'Accademia di Belle Arti dove ebbe i primi insegnamenti da Costanzo Angelini e Camillo Guerra. Da loro fu iniziato verso quei principi di rigoroso accademismo, per il quale la pittura doveva essere studiata davanti alla statua greca o romana con scrupolosità anatomica. Primi suoi saggi furono: Davide che col suono dell'arpa calma le furie di Saulle" ed Elia che rapito al Cielo lascia il mantello ad Eliseo, chiusi appunto nella fredda convenzione accademica, cosicché egli tentava sconfessarli nei suoi bozzetti nei quali dava libero sfogo al suo ardore. Da questi passò poi a dichiararsi meglio nel quadro L'angelo che conduce le anime nella barca, che ad un concorso accademico gli fruttò un premio con il quale poté concedersi una breve permanenza a Roma.

Durante questo suo laborioso periodo eseguì la Madonna inginocchiata che culla il Bambino dormiente. Verso il 1848 vinse il concorso per il Pensionato di Roma, rimanendo però a Napoli, a compiere gli studi e a combattere sulle barricate dove fu ferito e fatto prigioniero. I suoi quadri di allora furono ispirati al Cristianesimo: Un neofita pregante sulla tomba di una martire delle Catacombe; I martiri cristiani davanti al rogo e I martiri portati al Cielo. Passò poi ai soggetti storici esordendo con Cesare Borgia, al quale seguirono I Vespri siciliani; Gli iconoclasti, che esposto a Firenze nel 1861 suscitò scalpore, assicurando al Morelli la notorietà.

Nominato professore all'Accademia di Napoli, insieme a Filippo Palizzi, esplicò tutte le sue vigorose energie in quella scuola, dalla quale uscì una numerosa schiera d'artisti valorosi. Ma dopo alcun tempo questa carica venne da entrambi lasciata per dissensi avuti col Ministero. In questo periodo dipinse: Il conte Lara; Mattinata fiorentina ai tempi di Lorenzo de' Medici; Torquato Tasso ed Eleonora d'Este considerata quest'ultima opera principale della serie. Nominato insegnante nel Museo industriale di Napoli, vi eseguì le pitture per le maioliche che ricoprono la facciata del palazzo. L'Assunta fu da lui eseguita a fresco nel 1869, nella Cappella del Palazzo Reale di Napoli; Le tentazioni di Sant'Antonio è una delle sue opere più celebri. In continuo desiderio d'eseguire le cose con senso descrittivo e lirico, egli, a volte, creò un compromesso fra realtà e invenzione.

I suoi lavori, nel periodo finale non sono più né accademici, né romantici, né sentimentali, ma sono soltanto un desiderio di superare la realtà. In questi, i colori sono morbidi, diffusi e nuovi, e la luce gioca effetti piacevoli, decorativi. Dipinti con questo spirito sono: Cristo che passeggia sulle acque del mare; Cristo deposto dalla Croce; Gli amori degli Angeli; Et Angeli ministrabant ei. Alcune altre opere della sua feconda produzione, collocate nelle principali Gallerie pubbliche di Roma, Napoli, Firenze, Milano e in raccolte private, sono: I corsari; Ritratto di Pasquale Villari; I diversi episodi della vita di San Francesco; Ritratto della madre del pittore Bernardo Celentano; La moglie di Putifarre; Bagno pompeiano; Isabella Orsini Goldoni e Lucrezia a freschi a Venezia; Il profeta Elia; L'adultera; La regina Giovanna; I profughi di Aquileia; Monastero di San Paolo durante il sacco di Roma; Ritratto di Giacinto Gigante; Susanna al bagno; Re Lear; Janua Coeli; La donna dal ventaglio; Gesù deriso; Una via a Costantinopoli; Odalisca; Madonna della scala d'oro; Ritratto di Achille Carrillo; Ritratto della signora Teresa Maglione; Mater purissima; Gesù tentato; La Sulamite; Mascherina; Autoritratti.

Negli ultimi anni si dedicò con grande amore ai soggetti biblici, che già l'avevano interessato, per una pubblicazione della Sacra Bibbia edita ad Amsterdam per la quale era stato fatto un concorso fra i migliori artisti. Incise poche acqueforti, gustose ed espressive. Alla VI Quadriennale Romana (1952) è stato ricordato nella sezione Pitture Italiane della seconda metà dell'Ottocento con tre opere fra le più espressive. Ebbe molti e valenti allievi, alcuni resisi famosi.

(A.M. Comanducci)