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Savignano di Romagna (Fc), 20/09/89 - Gatteo (Fc),
23/09/1929
Studiò all'Accademia di Firenze, poi a quella di Bologna, sotto la guida
di Adolfo De Carolis, col quale si perfezionò nell'arte dell'incisione
in legno. Dal 1913 al 1918 collaborò col maestro nei lavori di affresco
nell'aula magna dell'Università di Pisa e nel Palazzo del Podestà a
Bologna. Nel 1914 e nel 1922 espose a Venezia; nello stesso anno a
Firenze, alla Primaverile, presentò varie opere ad olio ed acqueforti.
Conseguì varie premiazioni: nel 1914 alla Esposizione Internazionale del
Bianco e Nero tenuta a Firenze nel 1916 alla Mostra «Francesco Francia»
ordinata a Bologna; a Forlì, a Torino e a Parigi, dove nel 1925, a
quell'Esposizione di Arti Decorative, ebbe elogi unanimi dalla critica.
Artista serio, di nobile ispirazione, si affermò nell'ex libris e nella
xilografia. Giusto riconoscimento del suo valore, il Governo lo chiamò
nel 1924 alla cattedra di xilografia presso la Scuola del Libro di
Urbino, appena fondata: cattedra che il Moroni poté tenere solo un anno,
perchè il male che lo minava gli impedì di sopportare le fatiche
dell'insegnamento. Nel 1930 a Venezia venne ordinata una mostra
retrospettiva di sue opere, nelle quali risaltò il suo segno conciso, la
sua sobrietà, la attenta eliminazione di forti contrasti nel
chiaroscuro. Le opere che vi figurarono sono: La morte; La nonna; Via
Emilia; Quiete; San Francesco; Vele sull'Adriatico; Il campanile di
Pisa; Le quattro stagioni, I'interpretazione dei Canti di
Ufelitta e dei Fioretti di San Francesco; le storie della
Vita di Santa Chiara; Ritratto; La coppa d'oro, e varie
illustrazioni.
Suoi lavori fan parte di importanti collezioni d'arte private; altre
sono in Musei: La coppa d'oro e La cornucopia, nella
Galleria d'Arte Moderna di Roma; La morte, in quella di Palermo;
La via Emilia, nella Malatestiana di Cesena; La morte, in
quella Nazionale di Tokio; L'Eva, nel Museo di Palazzo Rosso a
Genova; La morte, nella Biblioteca di New York. I suoi principali
lavori ad olio sono: La nascita di Venere, La cavalcata della
morte e una pala d'altare.
(A.M. Comanducci)
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