Faenza (Ra), 04/11/1885 - 14/09/1976
Nacque a Faenza da Giuseppe e da Maria Poggiali. Nel 1896 fu inserito
dal padre, falegname, nell'ebanisteria Casalini (dove egli stesso
lavorava); grazie alla sua straordinaria abilità nell'incisione con la
sgorbia destò presto l'ammirazione degli anziani ebanisti.
Contemporaneamente al lavoro di bottega, frequentava i corsi serali
della Scuola di arti e mestieri di Faenza. Nel 1901 acquisì la qualifica
di operaio ebanista presso la Casalini e l'attestato di licenza della
Scuola. Nel 1905-06 cominciò a esporre le sue xilografie in una serie di
mostre, riservate a giovani artisti e artigiani, patrocinate dalla
Società del Risveglio cittadino presso il palazzo del Comune di Faenza.
Nel 1906 prese parte all'Esposizione nazionale di belle arti di Milano
e, unico incisore su legno presente all'evento, ebbe i primi
riconoscimenti e fu notato da critici autorevoli quali Ugo Ojetti
(Corriere della sera, 18 luglio 1906). L'anno successivo partecipò
all'Esposizione romagnola-emiliana di belle arti a Forlì e ottenne il
premio della Deputazione provinciale di Ravenna. Nel 1908 partecipò alla
Quadriennale d'arte di Torino e alla I Mostra di Ca' Pesaro a Venezia.
Nello stesso anno, sempre con una xilografia, ricevette il premio per il
Bianco e nero alla prima Mostra biennale romagnola d'arte allestita a
Faenza per il III Centenario della nascita di Evangelista Torricelli.
Nel 1909 si recò a Firenze, dove nell'anno scolastico 1909-10 frequentò
la Scuola libera di nudo presso il R. Istituto di belle arti,
frequentata, alcuni anni prima, dagli amici faentini Baccarini e
Rambelli. In questo luogo si legò ad Adolfo De Carolis, sino a
diventarne, per quel tempo, aiutante. Nel 1910 partecipò, nuovamente,
alla Mostra d'arte di Ca' Pesaro e, nel 1911, risultò vincitore al
concorso nazionale per un disegno d'abito femminile da sera bandito a
Siena dalla rivista Vita d'arte. Furono quelli anni di grande
fervore creativo per Nonni, che partecipò ad alcune delle più importanti
rassegne artistiche: nel 1909 alla LXXIX Esposizione internazionale di
belle arti della Società amatori e cultori di Roma e nel 1911, in questa
stessa città, all'Esposizione internazionale di belle arti; ancora nel
1911 alla V Mostra d'arte allestita nel Museo internazionale delle
ceramiche di Faenza, dove presentò, tra l'altro, la xilografia divenuta
nel 1913 la copertina, tuttora in uso, del Bollettino de Museo
internazionale delle ceramiche di Faenza; nel 1912 alla Mostra
internazionale di xilografia a Levanto; nel 1913 alla prima Esposizione
internazionale d'arte della Secessione di Roma e alla Mostra
internazionale di Bianco e nero a Stoccolma. Nel 1914 gli venne
assegnato il premio della Provincia alla Mostra internazionale di Bianco
e nero di Firenze ed espose alla Mostra internazionale di Bianco e nero
a Lipsia. Fu presente anche alle Esposizioni internazionali d'arte della
città di Venezia (Biennali) del 1910, 1912 e 1914.
Nel 1915 cominciò a insegnare presso la Scuola T. Minardi, ma nel
febbraio dell'anno successivo venne richiamato alle armi. Nel 1916 fu
comunque presente con le sue opere all'Esposizione della incisione
italiana a Londra. Il 15 febbraio 1917 entrò nel 262° reggimento
fanteria e il 26 ottobre, durante il ripiegamento delle truppe
dall'Isonzo al Piave, fu fatto prigioniero a Caporetto e deportato nel
campo di concentramento di Celle, nell'Hannover. Nel lungo periodo di
prigionia vissuto assieme a tanti compagni, raffigurò in una serie di
drammatici disegni (gli originali sono conservati a Faenza, Biblioteca
Manfrediana) la sofferenza e le terribili condizioni di vita proprie e
dei compagni. Tornato in libertà, partecipò nel 1921 alla Esposizione
nazionale di belle arti a Roma e alla Primaverile a Firenze. Nel 1923, a
Faenza, entrò nello studio di vicolo Terracina diretto da Anselmo Bucci
che insegnava disegno ornamentale presso la R. Scuola di ceramica della
città. In quell'ambiente riprese a modellare gruppi plastici in argilla,
un'attività iniziata nell'immediato dopoguerra e che da questo momento
in poi lo coinvolse molto. Ideò, per esempio, le celebri serie delle
Damine e dei Pierrot sui quali Bucci, abile decoratore,
interveniva dipingendo motivi ornamentali, dai decori floreali a quelli
orientaleggianti, con lustri e patine in oro, argento o altri riflessi
metallici.
Nel 1924 partecipò alla Mostra di Guerra degli artisti combattenti e
mutilati a Monza e fu ideatore e della rivista Xilografia (tirata
in 300 copie da legni originali), che ebbe breve vita (fino al 1926) ma
fu molto apprezzata in Italia e all'estero. Periodicamente iniziò a
recarsi anche a Parigi dove ebbe modo di frequentare gli ambienti
artistici più all'avanguardia e ottenne, nel 1925, la medaglia d'argento
all'Esposizione internazionale delle arti decorative e industriali
moderne presentando il gruppo in maiolica - composto da 25 pezzi e
decorato da Bucci - raffigurante un Corteo nuziale o Corteo
orientale d'ispirazione indiana; in questo stesso anno fu presente
anche alla II Mostra internazionale delle arti decorative alla Villa
Reale di Monza. Due anni dopo, alla stessa esposizione monzese fu anche
l'organizzatore della sezione romagnola.
Nella primavera del 1931 prese parte, assieme a Rambelli e Drei, alla
Settimana italiana di Atene. Fu questa una delle ultime occasioni
pubbliche cui partecipò; in quel periodo infatti, indulgendo alla sua
indole introversa, iniziò a condurre vita appartata. Tra le opere più
significative di quegli anni si ricorda la scultura, realizzata nel
1939, in maiolica policroma smaltata, alta due metri e decorata da
Bucci, raffigurante Salomè con in mano la testa del Battista. Nel
1955, anno in cui lasciò per il pensionamento la Scuola Minardi, fu
nominato membro dell'Accademia Clementina di Bologna. Il 15 gennaio 1966
la Riunione cittadina di Faenza gli assegnò la medaglia d'oro.
S. Dirani - Dizionario Biografico degli
Italiani (2013)
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