Milano, 30/07/1881 - 23/04/1946
Frequentò la Scuola superiore d'arte applicata
all'industria al Castello Sforzesco, sotto la guida di Luigi Cavenaghi,
e la Scuola degli artefici di Brera. Nel 1898 s'iscrisse ai corsi di
pittura dell'Accademia di Brera, e seguì le lezioni di Cesare Tallone,
Giuseppe Mentessi, Vespasiano Bignami, Lodovico Pogliaghi. Nel 1899
vinse il concorso per la copertina della rivista milanese La
promessa. Conseguito il diploma nel 1901, fu chiamato da Cavenaghi
a insegnare composizione nella Scuola d'arte applicata. Il lavoro per
l'Unione cooperativa ? i grandi magazzini milanesi per cui illustrò le
copertine dei cataloghi di vendita dal 1901 al 1912 ? fu l'avvio a una
brillante carriera di cartellonista, decoratore, disegnatore
industriale. Dal 1902 iniziò l'attività di figurinista e cartellonista
per il teatro alla Scala, esperienza conclusa nel 1916.
Risalgono al 1904 i costumi e i dettagli di
scena per Madama Butterfly; alla stagione lirica 1905-06 i
costumi per Le nozze di Figaro e per La dama di picche;
a quella del 1910-11 per Simon Boccanegra, Giulietta
e Romeo, l'Armida; al 1912 per Don Carlos; al
1913 i costumi e le attrezzerie per Oberon; al 1916 per La
battaglia di Legnano. Suoi celebri cartelloni furono: La
fanciulla del West (1911), Isabeau (1912), Parsifal
(1914). Nel 1906 sposò Ada Romussi, figlia
di Carlo il direttore del Secolo, da cui ebbe due figli,
Giancarlo, architetto, e Maria Virginia. Nominato coadiutore di
Pogliaghi alla Scuola di decorazione di Brera, all'Esposizione per il
traforo del Sempione presentò alcuni mobili e un modello di scala in
ceramica, realizzata dalle Manifatture delle ceramiche di Faenza, di
gusto dichiaratamente liberty. Nel 1907 divenne insegnante aggiunto alla
Scuola degli artefici di Brera e alla Scuola superiore d'arte applicata
all'industria. Nel 1910 decorò la facciata del padiglione italiano
all'Esposizione internazionale di Buenos Aires (La terra madre;
Trionfo delle arti; Progresso dei mezzi di trasporto),
e il soffitto di quello italiano dell'Esposizione internazionale di
Bruxelles.
Non prese parte alla guerra, sebbene nel 1916
avesse presentato la domanda come allievo aviatore; illustrò cartoline e
opuscoli celebrativi e di propaganda antitedesca, e nel 1917 insieme al
fratello Mario elaborò il progetto di una macchina navale: il
'Distruttore invulnerabile'. Nel dopoguerra si dedicò con più
assiduità alla pittura,
incontrando il
favore della borghesia emergente della Lombardia postbellica di cui
divenne privilegiato ritrattista. Ne
sono una conferma i tanti ritratti eseguiti per la Ca' Granda e il
diploma d'onore ottenuto nel 1923 alla Mostra del ritratto femminile
contemporaneo (Monza, Villa Reale). Fra i generi da lui trattati vi
furono infatti anche il paesaggio e la natura morta, ma ebbero
particolare successo i nudi e le raffigurazioni femminili.
Socio della Famiglia meneghina, e della Società artistica e
patriottica, nel 1921 si unì al movimento artistico e letterario Chiaro
di luna impegnandosi contro le 'stramberie' delle avanguardie in nome di
uno stile che esaltasse il sentimento nell'arte. Nel 1923 divenne
titolare della cattedra di decorazione pittorica a Brera. Nel 1924
eseguì il ritratto di Pio XI per la nunziatura apostolica di Buenos
Aires, nel 1925 quelli di Vittorio Emanuele III e della regina Elena e
nel 1930 quelli di Umberto e Maria José (collezione privata). Il
ritratto di Mussolini (1928) divenne una delle immagini ufficiali del
duce, riprodotta sui giornali e sull?Enciclopedia Treccani..
La sua attività espositiva diveniva vivace. Presentò opere a Brera (Il
veto della comare, 1923, Asciugandosi, 1925); alla
Famiglia Meneghina (1926, Donna russa), alle Sindacali fasciste
milanesi (1934, La terra riposa, Ermanna,
Ritratto dell'allieva E. Trezzi; 1935, La donna e il
burattino), e intersindacali (1936, Firenze: La morte e la sua
carne; 1937, Napoli: L'oblio nel bicchiere); alla
Primaverile della Permanente (1936, Capanno di Romagna); alla
Sindacale nazionale (Milano 1941, il Ritratto di Achille Ricci).
Nominato da Pio XI cavaliere dell'ordine di S. Silvestro nel 1927, nel
1933 ottenne il titolo di commendatore dell'ordine. Nello stesso anno
divenne membro del Consiglio superiore dell'Educazione nazionale che nel
1934 lo nominò vicepresidente di Brera.
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