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Vasto, 20/02/1820 - Napoli, 15/09/1870
Fino a ventidue anni fece l'armaiolo. Poi, chiamato dal fratello
Filippo, si recò a Napoli dove studiò all'Accademia, e a breve tempo
divenne uno dei migliori paesisti della Scuola napoletana. I suoi quadri
sono dotati di un'efficace potenza di colorito, che lo fanno primeggiare
fra gli artisti dell'epoca. Dipinse di preferenza i luminosi tramonti,
gli intrichi delle selve, i ruscelli scorrenti nella campagna.
Espose ininterrottamente alle Mostre della Promotrice «Salvator Rosa».
Fra le sue opere si rammentano: Melfi distrutta dal terremoto del 14
aprile 1832; Un paesaggio della provincia di Avellino, premiato
all'esposizione napoletana del 1865; La caccia al cinghiale,
nella Pinacoteca di Capodimonte; Dopo la tempesta, acquistato dal
Re del Portogallo e attualmente nella Pinacoteca di Lisbona. A Napoli vi
sono alcuni suoi studi di paesaggio, nella Sala Palizzi dell'Accademia.
Fu il primo maestro di Edoardo Dalbono.
(A.M. Comanducci)
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