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Livorno, 05/05/1881 - 19/09/1967
Gino Romiti (1881-1967) nacque a Livorno in una famiglia di modestissime
condizioni economiche, il che non gli impedì di coltivare la propria
passione per l?arte. Già in giovane età iniziò a frequentare la Scuola
di Guglielmo Micheli, come molti dei suoi contemporanei toscani, dove
venne indubbiamente influenzato dall?opera del grande maestro ispiratore
Giovanni Fattori. Tra i suoi compagni vi furono alcuni, come Llewelyn
Lloyd, i quali divennero interessanti esponenti della corrente dei
Postmacchiaioli, costituita da coloro i quali, seppur muovendosi in
direzioni artistiche autonome, mantennero sempre uno stretto rapporto
con la tradizione pittorica toscana.
Romiti esordì alla Permanente di Milano nel 1891 e, terminata la sua
formazione presso lo studio di Micheli nel 1902, nel 1903 partecipò
all?Esposizione Internazionale d?Arte di Venezia, manifestazione alla
quale ritornò a più riprese anche negli anni successivi. Negli anni
seguenti continuò senza sosta la sua attività espositiva. Già agli inizi
del Novecento, Gino Romiti, era tra gli artisti più affermati che si
trovavano a frequentare il Caffè Bardi. Egli, oltre a partecipare ai
vivaci fermenti artistici, concorse, nel 1911, alla decorazione degli
spazi del locale, accanto agli altri artisti e compagni.
La sua attività fu interrotta nel 1915 quando venne richiamato alle armi
e mandato in Albania. Riprese ad esporre nel 1918 i dipinti ed i disegni
prodotti in questi anni, di soggetto militare e legati all?esperienza
bellica, in una personale presso la sua Galleria fiorentina.
La carriera dell?artista, la cui prima fase sembrava partire dai dettami
stilistici dei Postmacchiaioli, svoltò verso linguaggi più innovativi
quando nel 1920, insieme ad altri artisti livornesi, fondò il Gruppo
Labronico, presso il proprio studio e del quale fu presidente dal 1943
al 1967.
Dal 1922 espose più volte a Firenze e a Livorno con mostre personali
accanto ad altri interessanti artisti legati alla tradizione pittorica
Postmacchiaiola e Labronica. Nel 1931 partecipò anche all?Esposizione
Internazionale di Atene.
Durante il secondo conflitto mondiale si rifugiò a Montuolo, nella
provincia lucchese, dal 1942 al 1945 circa. Tornato a Livorno riprese
un?intensa produzione pittorica ed espositiva, che contribuì a
consolidare la sua presenza sul mercato, facendone uno degli artisti
livornesi più presenti nelle collezioni. Negli anni continuò ad esporre,
anche presso le Biennali veneziane, dedicando inoltre, particolare
attenzione alla sua attività di presidente del Gruppo Labronico ed
impegnandosi a promuovere l?arte livornese, facendosi ad esempio tra i
promotori del Premio Rotonda di Livorno.
(giovannifattori.com)
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