Pillole d'Arte

    
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Edgardo Rossaro



Vercelli, 07/03/1882 - Rapallo (Ge), 03/05/1972

Figlio di Ferdinando, da lui apprese i primi elementi dell'arte. Studiò poi a Venezia sotto la guida di Luigi Nono e all'Accademia Albertina di Torino, allievo di Pier Celestino Gilardi e del Tavernier; si trasferì poi a Firenze. Espose la prima volta nel 1904 un trittico, A cose grandi amor la mente muove; poi nel 1906 un Autoritratto, e in seguito apparve a molte mostre italiane e straniere.

Durante la prima guerra europea alla quale partecipò volontario negli alpini, gli andò distrutta la maggior parte dei suoi lavori. Non scoraggiato, finito il grande conflitto egli riprese la carriera artistica, e nel 1920 riapparve all'Esposizione di Ferrara. Nel 1922 alla Primaverile Fiorentina ed alla Esposizione degli Artisti Vercellesi. Dal 1921 intanto aveva preso dimora a Milano. Fu soprattutto ritrattista, quantunque senta il paesaggio, specialmente in quanto sfondo alla figura. Tuttavia alcune opere come, Meriggio in montagna; Il leccio di Montallegro; Il lago di Nemi; Marmarole; Il laghetto di Vantorno, dimostrano la sensibilità dell'artista di fronte alla natura.

Fra i suoi molti ritratti meritano menzione quelli: della Signora Carmen Serafini; di Donna Amina Casati; della Bimba Bona Ucelli; della Moglie; della Signorina Rosa Forti; della Signora Dina Palatini; della Famiglia Grandi; di Gianfranco e Maripì; di Bona e Filippo Sessa. Inoltre si ricordano altri suoi quadri, di figura come: Estate, L'onda, I decollati, Volti e anime nella casa di Arrigo Minerbi, Contemplazione.

Nel 1964, col patrocinio dell'Associazione Alpini Feltre Cadore, realizzò, presso il comune di Longarone, una mostra di dipinti da lui donati a beneficio dei sinistrati del Vajont. Vi figuravano: Autoritratto da tenente degli alpini; Ritratto del volontario Fontana; Il gruppo di Croda Rossa; Il Becco di Mezzodì; Verso le Marmarole; La Croda Rodda d'Ampezzo; Il monte Sorapis; Il laghetto di Vantorno; Col delle rondini; Il lago si Scin; S. Ulrico in Val Gardena. In seguito, nel castello di Rapallo, ordinò una personale. Fu anche affreschista (Tomba Grandi, Bondeno) e scrittore (La mia guerra Gioconda, 1939). Il suo dipinto La sentinella è conservato al Museo della Magnifica Comunità di Cadore; La ranocchia (figura di donna accosciata, in atto di balzare in avanti) trovasi nella Civica Galleria d'Arte Moderna di Milano.

(A. M. Comanducci)