Venezia, 05/09/1873 - Biancade di Roncade (TV), 18/07/1938
Studiò per qualche tempo sotto la guida di Cesare
Laurenti, come il fratello, poi la sua inclinazione lo
portò a proseguire da solo. Esordì nel 1896 a Torino con
In laboratorio; poi espose, alla Permanente di
Venezia, Alla ricerca dell'oblìo, proprietà
della famiglia. Modesto, alieno da ricerche non
suggerite da necessità artistica, si era specializzato
nella riproduzione degli aspetti caratteristici di
Venezia, che ritrasse con semplicità e grazia. Nel 1899
alla Biennale Veneziana espose "Partenza mattutina",
che fu acquistato per la Galleria d'Arte Moderna di
Roma.
Il suo quadro Decadimento fu acquistato dalla
Regina Madre; Macchine sotto pressione, per la
Galleria d'Arte Moderna di Venezia; La vita nei rii,
che fa parte di un ciclo di soggetti veneziani,
appartenne alla famiglia imperiale russa ed è
attualmente conservato dal Governo delle U.R.S.S., nel
Palazzo del Kremlino. Altre sue opere presentate alle
Biennali Veneziane: Un palazzo; Una fondamenta; Un
rio (Venezia povera), esposte nel 1905; Venezia,
nel 1907; Casette al sole e Un rio a
Venezia, nel 1912; otto litografie di soggetto
veneziano, nel 1914; Interno, nel 1922;
Musestre sul Sile, nel 1932. Altre sue tele:
Uno sloggio, nella raccolta Sieber di Milano; I
cava fango; Fosso gelato; Venezia sotto la
neve; Nel cortile dell'ospizio, proprietà dell'on.
Marzotto.
(A. M. Comanducci)
Nacque a Venezia il 5 settembre 1873, da Riccardo Selvatico,
commediografo, poeta e sindaco di Venezia (1890-95), e da Anna Maria
Carlotta Charmet, detta Nina; fu fratello di Ercole, detto Lino,
anch'egli pittore. Fu colpito fin da bambino da infermità, che lo
costrinse per lunghi periodi a letto, e gli procurò deformazioni
all'apparato osseo. Non potendo compiere studi regolari, furono suoi
primi maestri il padre Riccardo e gli zii Silvestro Selvatico e Giovanni Bordiga, oltre all'amico di famiglia Antonio Fradeletto. Il problema
fisico non limitò gli interessi del giovane Selvatico, che spaziavano
dall'arte alla zoologia alla meccanica, brevettando diversi congegni. La
visione scientifica influenzò le sue rappresentazioni pittoriche, in cui
emerge una grande attenzione verso il realismo fotografico e verso i
soggetti legati alla meccanica, come i treni. Studiò, come il fratello,
sotto la guida di Cesare Laurenti; esordì artisticamente nel 1896 a
Torino con In laboratorio, e nel 1897, alla seconda Biennale di
Venezia, si presentò con Umili esequie. A differenza del
fratello, specializzato nella pittura di figura, Luigi realizzò quasi
esclusivamente paesaggi della natia Venezia, cercando però angoli
periferici, non monumentali, e visti sempre con una particolare vena
malinconica. Nel 1899, alla terza Biennale, espose tre opere:
Tristezza, Venezia sotto la neve e Partenza mattutina;
quest'ultima
fu acquistata per la Galleria d'arte moderna di Roma. Dai titoli sopra
elencati si evince che il soggetto venne spesso interpretato dal pittore
in chiave simbolista, proprio come nella pittura centroeuropea del
tempo. Non è un caso, infatti, che in questi anni i suoi quadri
venissero spesso ammessi alle mostre ufficiali di Monaco di Baviera.
Molte furono inoltre le opere di Luigi Selvatico che, passando dalle
Biennali veneziane, entrarono in altre collezioni pubbliche italiane ed
estere: nel 1901 la regina madre Margherita di Savoia acquistò
Decadimento (oggi a Palazzo Reale di Napoli), nel 1903 la Società
ferrovie rete adriatica acquistò, per la nascente Galleria d'arte
moderna di Venezia, Macchine sotto pressione, e La vita nei
rii, acquistato dalla famiglia imperiale russa, confluì poi nelle
collezioni statali al Palazzo del Cremlino. Nel 1910 il critico e uomo
politico Pompeo Molmenti dedicò un articolo ai fratelli Selvatico sulla
rivista Emporium, riservando molto più spazio e ammirazione a Luigi
rispetto al fratello Lino: "La sua pittura è fatta di ricerca, di
esattezza e di perfezione nei particolari. Egli ritrae con predilezione
gli angoli più remoti, men conosciuti di Venezia, e le pietre dei
palazzi, l'acqua dei canali sono resi dal suo pennello di artista e sono
come vigilati dall'osservazione di chi ha cercato ne' particolari
qualche segreto di idraulica e di statica [...] Luigi Selvatico è nel
fondo dell'anima un poeta, e la poesia balza fuori dalla composizione e
dai colori".
Alla vita veneziana Selvatico alternò lunghi periodi di soggiorno presso
la villa di famiglia a Biancade di Roncade, nel Trevigiano, dove
frequentò lo zio Silvestro Selvatico, entomologo e politico locale. Tra
il 1908 e il 1913, seguendo le sue orme, ricoprì alcuni incarichi
nell'amministrazione comunale di Roncade, e nel 1912 partecipò
all'Esposizione di arte umoristica di Treviso con una caricatura del
sindaco di Roncade. Durante la prima guerra mondiale, a differenza del
resto della famiglia Selvatico che riparò a Rapallo, Luigi preferì la
città industriale di Torino. Nel capoluogo piemontese partecipò, nel
1918, all?Esposizione delle Tre Venezie, mostra che nel 1917 si era già
tenuta con alcune varianti alla galleria Pesaro di Milano. Negli anni
Venti e Trenta continuarono le partecipazioni alle Biennali veneziane,
ma sempre con poche opere, sintomo di una produzione molto limitata.
Attorno al 1926 Luigi trasferì la sua residenza nella villa di campagna
a Biancade, dove il 29 ottobre 1936 sposò Luigia Grassi.
Oltre a essere pittore Luigi Selvatico fu scultore e incisore: in
particolare la tecnica della litografia fu da lui molto frequentata,
tanto che nella sala del Bianco e Nero, alla Biennale del 1914, presentò
ben otto stampe di soggetto veneziano. Una litografia di questo periodo,
dal titolo Piazza S. Leonardo, fu donata ai Musei civici di
Treviso. Il trevigiano - oltre a Venezia - fu l'unico altro territorio
amato e descritto nei quadri dal pittore; ciò è molto evidente, per
esempio, in Musestre sul Sile, che egli espose alla sua ultima
partecipazione alla Biennale nel 1932. Nel 1922, alla Biennale
veneziana, oltre al dipinto Interno nella sezione dedicata alle
arti decorative l'artista propose una "vetrinetta con figurine di
maiolica" intitolate: Candida, Placida, Modesta e Diana
(Catalogo della XIIIª Esposizione..., 1922, p. 130). In aggiunta alle
opere già citate, nelle varie edizioni della Biennale di Venezia si
videro i seguenti dipinti: Nel cortile dell?ospizio (1901),
Venezia povera: un rio (1905), Venezia povera: un palazzo
(1905), Venezia povera: una fondamenta (1905), Venezia con
la neve (1909), Venezia al sole (1909), Casetta al
sole (1912), Un rio a Venezia (1912) e Fosso gelato
(1926). Nel 1926 Selvatico fu inoltre, per lo stesso ente veneziano,
commissario ordinatore assieme a Luigi Marangoni e a Ferruccio Scattola
per la mostra postuma del fratello Lino, morto due anni prima.
Selvatico morì a Roncade il 17 luglio 1938. Nel 1942 il Sindacato
artisti trevigiani gli dedicò una sala retrospettiva formata da 12
opere, 4 dipinti e 8 litografie (XI Mostra d?arte trevigiana, 1942, p.
17). L?archivio della famiglia Selvatico si trova diviso tra la
biblioteca del Museo Correr a Venezia (Archivio privato, 1995) e gli
Archivi contemporanei di Storia politica della Fondazione Cassamarca a
Ca' Tron di Roncade. Inoltre un nucleo di carte e libri è ancora presso
gli eredi a Venezia.
Vittorio Pajusco - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 (2018) -
treccani.it
|