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Bondanello di Quistello (MN), 31/01/1878 - Verona, 11/03/1964
Non ebbe maestri, non frequentò accademie; ma studiò gli antichi, in
special modo gli affrescatori del Quattrocento. Esordì a Parigi; nel
1919, a Venezia, a Ca' Pesaro, tenne una mostra, esponendo, tra le altre
opere, Canale veneziano, La Giudecca, Case di Burano, Pieve di
Cadore, Culagna - Alpi Reggiane. Alla Primaverile Fiorentina del
1922 fu presente con due ritratti a sanguigna; alla III Biennale Romana
con tredici paesaggi; alla Biennale Veneziana del 1926 con La pupa
(ritratto), Paesaggio veneziano e Il salvadanaio; a quella
del 1928 con La signora del melograno, Autunno a Burano, Figure e
Paesaggio; a quella del 1932 con cinque paesaggi (fra i quali
Quistello), due nature morte e Figura. Alla Biennale Veneziana del
1948 presenziò con nove opere, tra cui: Casa incantata, del 1913,
collocata in seguito alla Galleria d'Arte Moderna di Venezia; alla
Biennale del 1952 con Venezia sotto la neve; a quella del 1954
con cinque tavole; alla Quadriennale Romana del 1956 con tre opere.
Fu premiato alla I Quadriennale di Roma ed ebbe il Premio Bergamo del
1939. Già cinquantenne insegnò in Toscana, in Lombardia, alla scuola di
Monza. Ma egli fu sempre soprattutto poeta della Venezia lagunare, delle
pietre di Burani, del colore-luce dei tramonti di piazza San Marco. Fu
anche incisore egregio; si ricordano: le sei Vedute veneziane,
incise a bulino; La pupa, La fanciulla col libro; Scene fantastiche.
Fra le sue personali ricordiamo: quella tenuta alla Barbaroux di Milano
nel 1940; quella al Centro d'Azione per le Arti a Torino, nel 1941; al
Naviglio, a Milano, nel 1947; alla Galleria Sandri, a Venezia, nel 1948;
alla Galleri Gian Ferrari, a Milani, nel 1951. Una mostra postuma gli è
stata dedicata a Venezia, a Ca' Vendramin, nel 1970; una mostra di
disegni si è realizzata, pure a Venezia, nello stesso anno, alla
Galleria Santo Stefano(A. M.
Comanducci) |
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