Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Angelo De Gubernatis - Dizionario degli artisti italiani viventi  - 1889)

Giovanni Fattori

Pittore toscano, nato a Livorno il 25 settembre 1828, studiò l'arte a Livorno con poco profitto, e seguitò a Firenze, ove fu condotto dal padre nel 1847. Le prime lezioni di pittura gli furono date dal professore Giuseppe Bezzuoli. Entrò quindi all' Accademia di Belle Arti, e studiò alla scuola delle statue, e in seguito a quella di pittura sotto il professore Bezzuoli. La rivoluzione del 48 e 49 lo distolse dagli studi, e da quell'epoca fino al 1859 fece poco, per cattiva direzione, poca volontà, e per non sapere come fare a liberarsi, dalle pastoie Accademiche, ed entrare nell'arte libera. Avvenne in quel tempo la nuova, la vera rivoluzione artistica, ed il Fattori vi prese parte, ed esordì al Concorso Ricasoli, con l'illustrazione dei più famosi episodi della guerra dell'Indipendenza italica. Il suo lavoro La Battaglia di Magenta, quadro famoso, col quale vinse il Concorso e che trovasi oggi nella Galleria di Belle Arti a Firenze, gli schiuse la via ad una serie interminabile di lavori eccellenti, che resero celebre in Italia e fuori il suo nome, e che sono sparsi qua e là in molte delle
principali gallerie d'Europa. Nel 1868, vinse il Concorso bandito dal Ministro della Pubblica Istruzione, Domenico Berti, col quadro Attacco alla Madonna della Scoperta, che trovasi oggi nella Pinacoteca di Livorno, e che eseguì per conto di una società livornese, e l'anno susseguente fu fatto professore corrispondente della R. Accademia di Belle Arti di Firenze.

Fece quindi l'altro quadro Carica di Cavalleria a Montebello, e poi la bella tela: Quadrato del 49° Reggimento a Custoza, che fu acquistato per la Galleria Nazionale di Roma; e nel 1870 un altro quadro rappresentante S.A. Reale il principe Amedeo ferito a Custoza che premiato all'Esposizione di Parma, con medaglia di argento, fu acquistato dall'Accademia di Brera. Nel 1873 il Fattori fu eletto Socio corrispondente dell'Accademia di lettere ed arti di Pistoia, nello stesso anno ebbe una medaglia di bronzo all'Esposizione internazionale di Vienna col quadro; Mercato di cavalli in piazza della Trinità a Roma, e veniva pure premiato a Londra; nel 1875 aveva un diploma d'onore a Sant'Jago nel Chili; nel 1876, una medaglia a Filadelfia, ed in seguito fu creato Accademico di Bologna, professore residente ed insegnante nell'Accademia di Firenze e socio benemerito di altri Istituti artistici. Oltre le tele di cui abbiamo fatto parola, citiamo ancora: Un fatto d'arme della guerra d'Italia del 1860; Una carica di cavalleria acquistata da S. M. il Re e che trovasi al Quirinale; Compagna romana; Viale principe Amedeo a Firenze; Le vedette; Al campo, le ordinanze; Lo Staffato; Linea di battaglia; Mercanti di pecore; La marca dei puledri ; Il riposo e tanti e tanti altri di cui ci sfuggono i titoli.

Nei quadri del Fattori c'è una sicurezza di tocco, un effetto dell'insieme, e una cura speciale di ogni particolare, senza esserci però alcuna ricercatezza. I suoi cavalli modellati alla brava, i personaggi con poco rilievo, le campagne cupe, il suo fare, tutto suo, col quale però sa con tanta efficacia rendere il soggetto che vuole, e dare vita e calore agli uomini ed agli animali, fa restare in ammirazione e palesa subito un maestro a cui nessuno somiglia. Ci ricordiamo di essere rimasti commossi dinanzi alla sua tela lo Stafato, in cui il soldato morto o moribondo, con le mani protese, il capo abbandonato, e il corpo inerte mette nell' osservatore un brivido di terrore, e mentre il cavallo sembra correre furiosamente, ci si immagina già vederlo rotolare da un momento all'altro, spossato dalla vertiginosa carriera. Nelle varie pitture di questo potente artista vi è in tutte sobrietà, forza e serietà di concetto, doti che pochi artisti posseggono.

Angelo De Gubernatis