Pittore lombardo, nato a Lugano nel
1853, ma a tre anni capitato colla famiglia a Milano, dove
tuttora dimora. "Esso, dice il critico Virgilio Colombo, sa
cogliere il vero nel gran libro della vita e renderlo con
efficacia sulla tela, condendolo spesso con un granellino di
sale, che il giovane artista trova facilmente nella satirica
sua vena. È perciò che i quadri del Rossi incontrano il
favore del pubblico, che vi si vede ritratto, e quello dei
colleghi, che vi ammirano la felice scelta della
composizione e la bontà del colore". Alla Mostra di Milano,
espose il quadro: Una via di Milano, che subito
afferma la spiccata individualità dell' artista. La
questua infruttuosa, che fu il primo lavoro, piacque
molto per la bontà del concetto e del colorito. Altri quadri
del Rossi, sono: In assenza dei padroni, esposto a
Brera ed acquistato dal comm. Colera, e che or non è molto
figurò in un' asta di oggetti di Belle Arti a Bruxelles,
dove venne deliberato ad un compratore per un prezzo
favoloso. Pregevoli sono pure: La scodella rotta; La
distrazione; Il fratellino ammalato, che venne
riprodotto più volte e venduto a Londra, Vienna, Trieste,
Oxford. Del Rossi si ha poi un magnifico ritratto del
generale Sirtori; una composizione intitolata:
Dopo la luna di miele, e tre altre: La vigna del
maestro; Il giullare e La Carovana del pittore.
Un altro lavoro che destò profonda ammirazione nel pubblico,
fu Il ritorno al paese natio, esposto a Brera, nel
1880.
A proposito del Rossi e del quadro,
Una via di Milano, ecco quanto scrive il critico d'arte
Virgilio Colombo, da cui tolgonsi questi cenni biografici. "
Fra i quadri di genere, questo del Rossi attrae specialmente
lo sguardo del visitatore, giacché, oltre al rendere una
scena assai interessante, afferma la spiccata individualità
dell' artista. A quattro passi dal quadro si ha una visione
prospettica veramente meravigliosa; vi trovate all'ingresso
d'una via popolata, in pieno inverno, dentro il pittoresco
quartiere di porta Ticinese. La nebbia incombe sullo sfondo
della tela e lascia scorgere appena, l'affaccendato agitarsi
della vita cittadina. Nel primo piano del quadro abbiamo una
scenetta riuscitissima, di quelle che al dopo pranzo noi
possiamo goderci ad ogni svolto di via, ad ogni crocicchio.
Una sartina se ne sta addossata ad una casa in atteggiamento
di chi è solita a sentirsi sballare delle dichiarazioni ogni
giorno e vuol godersele con tutto comodo, disinvolta,
prendendo nel tempo stesso una positura che dia risalto alle
adorabili grazie della gentil personcina. Lui, l'elegante
impellicciato, sprofondando le mani nelle capaci tasche, un
po' chino innanzi, come chi dice una coserella golosa, che
deve far piacere ad udirla, sa di potersi concedere quel
piccolo passatempo, né il furbo sorrisetto della fanciulla
lo fa accorto che ci vorran dei quattrini e del tempo a far
breccia in quel cuore, già educato da una precoce
esperienza. La piccinina poveramente vestita, colle gonne
troppo corte per la sua età, il capo ravvolto dentro una
pezzuola gialla, reggendo a pena un grosso fagotto, sta a
vedere il peccatuccio della maestra cogli occhi spalancati
di piccola viziosa, già piena d'invidia, pensando ad un
bell'abito lungo e ad un bel giovanotto che fra qualche anno
la trattenga cosi per la via in dolce colloquio, pensando ad
altre piccinine che, come lei, si sfaranno dal dispetto. Più
indietro una vecchia serva, colla corba mezzo nascosta sotto
uno scialle rosso, accompagna alla scuola tre bambini. La
figura di questa donna è forse la meglio trattata del quadro
per la grande evidenza del rilievo. Però i bambini sentono
troppo della maniera ed i colori dei vestiti, così vivi,
tradiscono lo sforzo, che corre in cerca dell'effetto. Nel
fondo un vetturale se ne sta intabarrato a cassetta,
aspettando il signor dottore ch' è salito in camera per
raccattar de' fogli. Sul davanti del quadro un cagnolino si
trattiene.... amichevolmente con un vecchio barbone; questo
gruppo, però, quantunque vero, mi sembra un po' troppo
azzardato. Quell'operaio rachitico, impalato, che si rivolge
a sbirciar la madamina, non mi piace e generalmente
desidererei nelle figure un maggior movimento. Il Rossi ha
la pennellata grassa e sicura; possiede al sommo grado la
conoscenza degli effetti; sicché con mezzi sobrii ottiene
assai più di molti suoi amici e di moltissimi maestri. "
|