Il bozzetto, non si sa come, pervenne, già nei primi anni dell'ottocento, in possesso del Barone Angelo Calafati, nominato dal Maresciallo Marmont, nel 1813, intendente per Trieste e l'Istria. Passò quindi, probabilmente alla sua morte, nelle mani dell'architetto Pietro Nobile, autore di vari e pregevoli edifici monumentali di gusto neoclassico. Infine, or sono pochi anni, gli eredi Nobile, lo cedettero in deposito al Museo Revoltella.
Trattato della Pittura, edito dal Borzelli (Lanciano, 1914): cap. 411 e cap. 477.
Citato nella conferenza che Diego Martelli tenne sugl'Impressionisti francesi nel 1877. Pisa, tip. Vannucchi, 1880. pag. 19.
Leggasi la lettera che gli rispose il Martelli, pubblicata in Dedalo, 1921, pag. 759. I due paesaggi di Pissarro sono nella Galleria fiorentina d'arte moderna a Palazzo Pitti.
Ora si dice e si ripete che Giovanni Fattori studiò Giotto e Paolo Uccello. Gli epigoni fanno parlare il Fattori a modo loro, cioè secondo la moda. Nella non difficile rivolta contro l'Accademia dei Benvenuti, dei Pollastrini e dei Bezzuoli che non erano poi carne da macello, i novatori fiorentini tra il 1855 e il 1870 s'illusero di travolgere tutti gli antichi a cominciar da Raffaello. Di Paolo Uccello allora solo qualche dotto parlava sul serio.
Certo era ignoto ai pittori. Adriano Cecioni e Telemaco Signorini, uomini di maggiore lettura e letteratura, cominciarono sul tardi a parlare, come si diceva allora, dei Primitivi. Una volta io ho udito il Fattori parlare di antichi, e non a caso perchè di proposito l'interrogavo. Solo quando mi parlò di Masaccio e dell'Angelico, sentii che egli li aveva bene osservati, e il paesaggio sul fondo della «Deposizione dalla Croce» e del «Cristo morto» del Beato ha infatti parentele visibili coi paesi più semplici e sillabati del Fattori.
Ma credo che il Fattori sia stato, ormai maturo, e forse già vecchio, felice d'andare davanti a quelle tavole e ritrovarvi queste parentele; non che giovane sia, col pennello in mano, andato a studiarvi il modo di liberarsi e il modo di vedere. Di nessuno dei Macchiaioli, ch'io sappia, si conoscono disegni e studi fatti sui « primitivi » fiorentini, come se ne conoscono, e a fasci, di Corot e di Degas.
Raccolta Esterle. Milano.
Raccolta Magnelli. Firenze.
Raccolta Malesci, Vicchio di Mugello.
Raccolta Bruno, Firenze.
Raccolta Ojetti Firenze.
Raccolta Checcucci. Firenze.
Le due signore raffigurate tra gli alberi di Castiglioncello (pag. 245), sono appunto la prima moglie e la cognata del pittore.
OLIVIA ROSSETTI AGRESTI: Giovanni Costa (Londra. ed. Gay e Bird, 1901). cap. III e cap. IV.
Tutti quelli che scrivono sui Macchiaioli, accennano a questa raccolta. Ma non sono riuscito a trovare un elenco dei quadri che la componevano.
OJETTI. Ritratti d'artisti italiani, tomo I, pagg. 155 e 156 (Milano. ed. Treves).
Nell'autunno del 1908 Domenico Trentacoste ed io lo comprammo pel Comune di Firenze dagli eredi del Fattori al prezzo di lire trecento.
Presso il signor Mario Galli a Firenze e' una replica di questa testa, ma di profilo.
UGO OJETTI, Cose viste, II (Milano, ed. Treves, 1924).
In "Dedalo", anno II, pagg. 72-76. SALVATORE DI GIACOMO ha pubblicato un altro busto inedito di Vincenzo Gemito, quello di Cesare Correnti. Salvatore di Giacomo ha anche scritto un libro sulla vita e l'opera di Vincenzo Gemito (Napoli, ed. Achille Minozzi, 1905), adesso ristampato (Roma, ed. Luigi Alfieri. 1923). Ma noi, quando in questo scritto ci riferiamo al libro del di Giacomo, ci riferiamo alla prima e maggiore ediz. del 1905.
Più diffusamente, in La Vita italiana nel Risorgimento, serie IV, vol. III: UGO OJETTI, La sincerità nell'arte, pag. 59 e seg. (Firenze, ed. Bemporad, 1901)
GIUSEPPE ROVANI, Le tre Arti, (Milano, ed, Treves, 1874) pag. 233.
GIUSEPPE MORAZZONI, Il Presepe napoletano, in "Dedalo", anno II, fascicoli 6" e 7".
PRIMO LEVI, Domenico Morelli, (Roma-Torino, Casa ed. Itoux e Viarengo), pag. 269.
DI GIACOMO, op. cit.. pag. 19 e seguenti.
DI GIACOMO, op. cit., pag. 115.
DI GIACOMO, op. cit.. pagg. 53-57.
GABRIELE D'ANNUNZIO, In morte di Giuseppe Verdi, (Milano, ed. Treves, 1901) pag. 5.
U. OJETTI, A. Spadini, Ed. «La Voce», Roma, 1920; C. E. OPPO, Il pittore A. Spadini, «Dedalo» Gennaio, 1921; A. COLASANTI, A. Spadini, Soc. Ed. Arte Ill.. Roma, 1925; A. SOFFICI, A. Spadini. Ed. «Valori Plastici », Roma, 1925; V. MARIANI, A. S. disegnatore, «Boll. d'Arte Minis. P. Istr.», Sett. 1925.
E. CECCHI, O. Borrani, «Dedalo», Marzo, 1926, Pittura Italiana dell'Ottocento; Soc. Ed. Art. Ill. Roma, 1926. A. Puccinelli «Quindicinale» 15 luglio 1926.
U. OJETTI, Ritratti dipinti da Giovanni Fattori, «Dedalo », Settembre, 1925, pag. 238.
Collezione del dott. R. Panichi, Catalogo di vendita. 1914, tav. XI, V. D'ANCONA, Ritratto di donna.
Cfr. un art. della Zimmern sul Signorini (The Art Journal: London. sept. 1895), anche parzialmente in «Signorini» di E. Somarè, Ed. «Esame», 1926, pag. 295.
R. PANICHI, A. Fuccineli, Siena, Lazzeri, 1911.
L'arte gloriosa per i figli degli oscuri eroi. Catal. di vendita a Sala Tarsia, Napoli, 1919, pag. 20.