Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Emporium - nr 90 - Giugno 1902)

IL NUOVO CONCORSO ALINARI

Dopo l'esito piuttosto considerevole che il cav. Vittorio Alinari poté ottenere col concorso del 1900 , un altro ne fu bandito da lui l'anno scorso. E come nel primo, duplice era il soggetto offerto alla fantasia ed all'anima degli artisti : una scena di famiglia, o un quadro tolto dalla Vita della Vergine. E per ciascuno dei due soggetti era assegnato un premio, questa volta indivisibile, di lire duemila. Al nobile appello del promotore la risposta degli artisti non è stata grange ne larga, come il Giurì osserva giustamente nella relazione. Tuttavia non saprei proprio dire che il successo sia mancato del tutto. In quaranta opere se ne possono contare cinque o sei degne di considerazione perché il rispetto all'arte vi è sinceramente e veramente inteso. E con la sovraeccitazione attuale  ed a cui sarebbe tempo di mettere freno - degli artisti resi ansiosi dalle grandi Esposizioni che si rinnovano un po' per tutta Europa, non c'e male davvero.

Guardando poi alla aggiudicazione de' premi, noi potremmo esprimere un senso di sollievo, a bella prima. I recenti concorsi per la Testa di Cristo e per la Madonna col Bambino, se avevano rivelato opere ragguardevoli, non avevano lasciato negli animi la mistica convinzione che la rinascita dell' idealismo avesse scosso intimamente e devotamente le fibre degli artisti italiani. Ora il giudizio della Commissione esaminatrice è stato che " lavori per un soggetto della Vita della Vergine resultano nel loro complesso, migliori che non quelli rappresentanti una scena di famiglia ".

 

E però dopo lunga discussione il Giurì ha conferito il premio all' Annunziazione di Stefano Bersani; e non ha trovato fra le opere dell' altro gruppo nessuna con qualità tali da meritare l'altro premio. Della qual somma il cav. Alinari si è servito per acquistare l'altra Annunziazione del Balestrini. Non c'è dunque da confortarsi? Si certamente; perchè il Giurì ha onestamente considerato tutti i requisiti proposti dall'Alinari. E fra questi requisiti era essenziale quello dell'adattabilità a una buona riproduzione: qualità manchevole certo nel quadro di famiglia di Giovanni Costetti, una tela che, pur non esente da qualche difetto di distribuzione negli accessorii, rivende senza dubbio e per sobrietà tecnica e per intensità di sentimento tutti i quadri religiosi esposti.
Nel quadro del Costetti che s' intitola Dopo l'inevitabile s' illumina un dramma patetico con una efficacia quasi rara; perché fra le due donne dolorose che non si guardano è tale consonanza di dolore e di passione che si comunica direttamente nel riguardante. II quadro manca di equilibrio nel tavolino mal collocato ; ma le vesti nere delle donne sul fondo verdognolo e malinconico della stanza sono trattate con perizia veramente degna in un giovane, come infatti è l'autore, che ha saputo aggiungere un sentimento italiano a tele patetiche affini, bene osservate nelle Mostre Veneziane.

Per restare nel campo domestico, debbo ricordare due tele di Giulio Bargellini : Le Macchine e Una Martire, che si possono dire due varianti dello stesso motivo patetico, reso con una certa espressione nel volto della povera donna che lavora e lavora pel suo bambino, anche a tarda notte. Ma le due tele sono evidentemente affrettate e per la deficienza prospettica e per la coloritura troppo sorda ed uguale.


II Bargellini ha esposto anche un saggio religioso, ma non pare che un abbozzo di Annunziazione: l' idea di presentare la Vergine nella umile e candida sua casa mi par nuova ; ma il quadro resta ancora tutto da fare. La modernità nel rinnovare il tipo convenzionale dell'Angelo annunziatore si assomma sempre nel quadretto luminoso e freschissimo di D. G. Rossetti, ora alla Tate Gallery. Ma il pittore-poeta in quel suo giovanile lavoro estrinsecò troppo rigidamente la ricerca realistica della nuova scuola; e con tutti i suoi pregi quel quadretto non può entusiasmare per misticismo. Ora per modernità non difettano le Annunziate del Bersani e di Carlo Balestrini; ma per quanto abbian cercato di aggiungere al tipo della Vergine un'aura di misticismo, le loro ricerche - a parte l'attuale concorso - resteranno di un valore secondario.

 

Stefano Bersani già dall'altro concorso avea mostrato di saper trattare il pastello su tela con delicatezza d'intonazione e di sentimento. Adesso, senza dubbio, si presenta più agguerrito di studi efficaci. Nello svolo dell'Angelo che quasi circuisce la Verginella egli ha voluto imprimere una sensazione nuova, che certamente andava più rigorosamente studiata. La più bella cosa presentata e lo studio per le due teste; e della sua onestà gli sia data lode. Il Balestrini ci offre una Vergine assisa a più d'una quercia, come assopita nel misterioso avvento dell'Angelo che appare in un rosato gioco di nuvole: e l'effetto è inteso con delicatezza.

Motivi differenti sono esposti da Giorgio Kienerk, la cui Virgo Purissima non riesce a farci dimenticare la sua Testa di Cristo od altre intuizioni più intense dell'artista fiorentino. E la solita perizia, specialmente nella larga visione del panorama, nel pastello nero Madre Santa di A. Martini. Una Visione dolorosa di un francese, P. G. Rigaud, va infine ricordata per la ricerca luminosa della scena, se bene troppo spettrale ed angosciosa.


R. P.