Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Emporium - n° 249 - Settembre 1915)
 

In memoriam - Edoardo Dalbono

 

Edoardo Dalbono si è spento il 23 agosto nella sua Napoli, dov'era nato nel 1843. Figlio d'un critico d'arte e d'una scrittrice, nipote del paesista Consalvo Carelli, uno dei fondatori della nuova scuola napoletana, fu prima allievo in Roma di Angelo Marchetti, poi in Napoli del Morelli e del Palizzi, dei quali può considerarsi l'ultimo fra gli epigoni.

Quantunque sul principio della sua carriera artistica abbia ottenuto successi con quadri storico-romantici, come La scomunica di Re Manfredi - premiato a Parma nel 1870 — e La leggenda delle Sirene — quadro questo concepito con bella forza evocativa, e premiato a Vienna — il Dalbono si rese noto, e valse sopratutto come paesista e pittore di genere, illustratore e commentatore saporoso della vita popolaresca napoletana nei suoi aspetti più singolari, annotatore immediato e vibrante delle luci che sfolgorano dai cieli meridionali. Fu insomma un impressionista vivacissimo e un aneddotista pieno di grazia, non raramente soffusa di un piacevole romanticismo.

I suoi dipinti migliori sono caratteristici per la linea e per la sensibilità cromatica; il loro color locale, così deciso, valse al Dalbono un notevole successo parigino, e la Casa Goupil acquistò l'intera sua produzione degli anni 1878-1882.
Ricorderemo fra i quadri della sua più bella maniera Il violinista, L'amore dal balcone, Bagnanti da Posillipo, Napoli antica, Arianna abbandonata, La canzone di Piedigrotta, Tarantella, Festa della Madonna del Carmine. All'Esposizione di Roma del 1911 mandò Torre del Greco, che fu acquistato dal Re. Come acquarellista era fresco e abilissimo. Disegnò illustrazioni per riviste italiane e francesi, dipinse decorazioni mutali pel Teatro Massimo di Palermo e per palazzi napoletani. Gran parte dei suoi lavori si trova in possesso di collezionisti napoletani; parecchi che facevano parte della collezione Vonwiller andarono in vendita alcuni anni sono, insieme a dipinti del Morelli e del Palizzi.

Fu amicissimo di Giuseppe de Nittis, e ammiratore fervido di Domenico Morelli, che commemorò con un discorso. Nel 1897 venne nominato professore all'Accademia di Belle Arti di Napoli e diede anche opera al riordinamento del Museo Nazionale di quella città. Lavorò sino all'estremo di sua vita. Di lui si occupò l'Emporium nel fascicolo di ottobre del 1901.


Achille Locatelli Milesi