Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Emporium - nr 219 - Marzo 1913)
 

Una mostra di Emma Ciardi

Il 3 febbraio si è inaugurata nella Galleria Brown Phillips, in Leicester Square, a Londra una mostra di ben centocinque quadri dovuti all'attività sorprendente di Emma Ciardi. Possiamo esser sicuri ch'essa segnerà un nuovo grande successo per l'artista elettissima e per l'arte italiana, che si va man mano affermando nella sfolgorante metropoli inglese.

Emma Ciardi esce da una famiglia di artisti, che è la più gloriosa fra quante ne vanta la moderna arte nostra. L'ultima biennale veneziana ha sancito il trionfo del fratello Beppe, il quale si presentava con un complesso di dipinti, che resterà memorando per la sincerità, la freschezza, la poesia vibrante dell'inspirazione e la immediatezza espressiva. In un'altra sala il padre Guglielmo si rivelava tuttora quel mirabile e appassionato cantore della natura, cui è riconosciuta considerevole importanza fra i paesisti italiani del nostro tempo.

Con questi esempi era naturale che Enuni Ciardi, pur seguendo con alacre slancio l'evoluzione, o, meglio, l'ondeggiare turbinoso di tendenze, di ideali, di tecniche, che caratterizza il movimento artistico odierno, non si abbandonasse agli acrobatismi, alle ansie spettacolose, comuni a tanti giovani artisti, e che, se in qualche caso rappresentano uno sforzo audace e serio, servono alla maggior parte per mascherare l'aridità dello spirito e l'indocilità della mano.

Però, la comunanza intima e diuturna con maestri di sì bella tempra, quali Guglielmo e Beppe Ciardi, non le ha impedito di assumere una propria definita personalità, il che significa che il fenomeno artistico è in lei manifestazione spontanea e rigogliosa. E in nessun'altra esposizione la potenzialità e la multanimità dell'arte sua si dispiega con maggior evidenza come in questa londinese.

Noi la ritroviamo sempre accesa evocatrice di ville settecentesche, sonore di acque, vaghe di fantasimi, solenni nella misteriosa suggestione delle secolari vegetazioni opulente, e in cui le statue, le fontane, le foglie volteggianti nell'aria sembrano effondere arcani accenti maliosi. La rivediamo in una squisita serie di "sensazioni" veneziane, nelle quali la lirica esaltazione della città maravigliosa si espande in dovizia di aspetti, che avvince ed affascina. Ora è «l'angolo» caratteristico, ove palpita una magica anima di bellezza e di memorie, sì che ogni cosa, pur conservando il segno dell'ora presente, ci appar circonfusa di un'atmosfera fantastica che suscita dovunque ritmi d'incanto. Ora è l'indagine acuta ed ardente della laguna nei suoi mutamenti stupendi ed innumerevoli, segnatamente del bacino di S. Marco, quando le acque si stendono placide, sorridendo al cielo che vi si specchia nell'immensa carezza del sole, e quando s'increspan verdastre nella furia del vento, che ammassa e caccia innanzi a sè le nubi.

Emma Ciardi, per comprendere a pieno il segreto dell'aria e dell'acqua della laguna, si è giovata soprattutto della continuità e della vivacità della sua osservazione, ma ha chiesto insegnamenti anche al primo e maggior paesista moderno, a Francesco Guardi. E per ciò conviene tributarle alta lode, rilevando la strana inclinazione di molti nostri artisti, i quali preferiscono ispirarsi, anzichè ai vecchi maestri italiani, agli stranieri che da essi derivano. Qualcuno di questi quadretti della Ciardi è deliziosamente guardesco, come quello intitolato La bella laguna, che offre il bacino di San Marco visto dalla punta della dogana.

Mai codeste impressioni son limitate ad una indagine qualsiasi, o si appagano della eleganza del taglio e della giustezza degli effetti; anche quando il tormento di una ricerca le assilla, sempre vengon colorite e animate da un intenso fantasioso sentimento di poesia.

Non meno interessante è un gruppo di quadri in cui la Ciardi ha reso, con occhio e mano sicura e con la consueta significazione ideale, vedute diverse di Londra. Chi ha studiati i paesisti inglesi nei loro tentativi di tradurre la bellezza trionfante di Venezia, sa com'essi, malgrado il loro ardore, raffreddino e rendano opaco ed uguale il grigio ridente iridescente raggiante della laguna, ad immagine e somiglianza di quello inglese, stemperino le smaglianti sinfonie coloristiche veneziane, attenuino il fervido movimento che sulla laguna ogni cosa pervade.

Ad Emma Ciardi non si può affatto riferire il rovescio di questa osservazione. I suoi quadri rendono Londra così com'è, nella grandiosa sua malinconia, nella pesantezza delle sue nebbie, nelle tonalità basse e sporche delle sue fabbriche possenti. Per questa individualità dell'arte sua, per la finezza con cui interpreta aspetti diversi di vita, per il caldo alito di poesia che freme nelle sue creazioni Emma Ciardi merita il nostro plauso e l'onore di far rifulgere a Londra il nome italiano.



Luigi Serra