Pillole d'Arte

    
Autori   |   Opere   |   Documenti   |   Bibliografia   |   Contatti   |   Esci

 
(Fonte : Emporium - n° 243 - Marzo 1915)
Estratto dall'articolo : Genti e paesi - Da Ismailia al Cairo
 

 

Matilde Festa - Ezio Schiffi

...la chiamarono "Scietà del Risotto". La società aveva in principio una sede modesta, e più tardi, dopo venti anni della sua esistenza e quando era cresciuta in prosperità, i fratelli Suarez, noti banchieri della Colonia, destinarono a sede del circolo tutto il primo piano del palazzo che costruivano nella parte più aristocratica della città, cioè nel centro del quartiere Ismailia. Questa nuova sede veramente decorosa, fornita di sale di lettura, di conversazione, di bigliardo e di un grande salone da ballo, fu inaugurata nel novembre del 1898. Gl'italiani che si recano al Cairo vi trovano un centro dell'antica affabilità e cortesia italiana che fa onore ai soci del circolo e lo si ricorda sempre con vivo compiacimento.

In quegli anni che precedettero e seguirono da vicino quello dell'inaugurazione del Circolo del Risotto v'era al Cairo una nostra colonia fiorentissima e vi spiccavano notabilità della scienza, delle lettere e dell'arte che onoravano il nome italiano; si può dire che i nostri compatriotti erano i veri dirigenti spirituali del Cairo. Era il tempo del dottor Onofrio Abbate, cioè di Sua Eccellenza Abbate pascià che risiedeva in Egitto fin dai tempi di Mohamed Ali, medico di fiducia della famiglia vicereale, direttore dell'intendenza Sanitaria d'Egitto, presidente della Società Kediviale di geografia e che fondò, colla collaborazione del segretario di questa società dott. Bonola, il Museo Geografico ed Etnografico del Cairo, museo che racchiude preziosi cimelii riferentisi specialmente ai nostri più illustri viaggiatori conce il Casati, il Gessi, il Piaggia, l'Autinori ecc.

Era il tempo del Manusardi, dei Parvis, del Lasciak, del De Martino, del Sugratto, del Sarapo, del Festa, dello Schiffi.

E' appunto a questo egregio pittore che ci siamo diretti ora, ad Ezio Schiffi, sapendo di poter raccogliere messe preziosa per il nostro fascicolo; sono suoi i due robusti acquerelli che abbiamo il piacere di riprodurre. Questi acquerelli fan parte d'una ammirata serie che l'artista produsse durante la sua lunga residenza in Egitto. Davanti alla copiosa raccolta d'impressioni e di quadri che arricchiscono il suo bello studio di Roma rivive la visione dell'Oriente colle sue espressioni vivaci e colle sue luminosità abbaglianti. Lo Schiffi perciò collabora con noi alla rappresentazione grafica delle scene del Cairo anche colla riproduzione che facciamo di alcune istantanee scelte fra le sue preziose negative. Queste fotografie, che hanno il pregio di essere inedite, descrivono, meglio di qualunque prosa, talune scene della vita del Cairo, il cui carattere originale e pittoresco non può esser reso evidente che dall'immagine.

Ma non ci siamo fermati a questo, ci siamo diretti ad un'altra fonte preziosa, allo studio di Matilde Piacentini; uno studio tutto nuovo, uno studio di sposa novella e felice, tuttora fragrante delle ghirlande di cui gli ammiratori dei due giovani artisti vollero infiorarlo. Dalla famiglia del geniale artista Pietro Festa venne una fioritura di dolcissime fanciulle che fecero più vivido il mazzo delle gentili signorine del Cairo, e da esse ne uscì la Matilde che, erede del senso artistico del padre e stimolata dalla bellezza dell'ambiente, si mise a dipingere. Trasferitasi la famiglia in Italia, gli artisti videro gli studii della Festa e ne restarono ammirati, ed essa a sua volta, colpita dalle nuove e meravigliose espressioni d'arte che Roma le offriva, tornò alle ricerche e allo studio.

Non ancora ventenne si misurò coi concorrenti al pensionato nazionale della pittura e la critica segnalò il suo saggio come una delle più pronte ed efficaci interpretazioni del tema. Questo non ci sorprese perchè avevano visto che quando la Matilde dipingeva armonizzava istintivamente la visione del vero colla elevatezza del suo pensiero. Essa ha ora arricchito la nostra raccolta con qualcuno dei suoi studii del Cairo che riproduciamo in bianco e nero ma che perdono assai privi di quella fine colorazione in cui è raccolta la delicata sensibilità della pittrice. Davanti a queste visioni d'arte si dilegua quella brutale della guerra attuale e il pensiero si culla nel ricordo di una luce radiosa, di un cielo tranquillo e puro, di un'atmosfera trasparente che vorremmo tornare a respirare: lo strano e tormentoso desiderio che si chiama nostalgia d'Egitto

Non ancora ventenne si misurò coi concorrenti al pensionato nazionale della pittura e la critica segnalò il suo saggio come una delle più pronte ed efficaci interpretazioni del tema. Questo non ci sorprese perchè avevano visto che quando la Matilde dipingeva armonizzava istintivamente la visione del vero colla elevatezza del suo pensiero. Essa ha ora arricchito la nostra raccolta con qualcuno dei suoi studii del Cairo che riproduciamo in bianco e nero ma che perdono assai privi di quella fine colorazione in cui è raccolta la delicata sensibilità della pittrice. Davanti a queste visioni d'arte si dilegua quella brutale della guerra attuale e il pensiero si culla nel ricordo di una luce radiosa, di un cielo tranquillo e puro, di un'atmosfera trasparente che vorremmo tornare a respirare: lo strano e tormentoso desiderio che si chiama nostalgia d'Egitto




Ed. Ximenes.