...la chiamarono "Scietà del Risotto". La società aveva in
principio una sede modesta, e più tardi, dopo venti anni
della sua esistenza e quando era cresciuta in prosperità, i
fratelli Suarez, noti banchieri della Colonia, destinarono a
sede del circolo tutto il primo piano del palazzo che
costruivano nella parte più aristocratica della città, cioè
nel centro del quartiere Ismailia. Questa nuova sede
veramente decorosa, fornita di sale di lettura, di
conversazione, di bigliardo e di un grande salone da ballo,
fu inaugurata nel novembre del 1898. Gl'italiani che si
recano al Cairo vi trovano un centro dell'antica affabilità
e cortesia italiana che fa onore ai soci del circolo e lo si
ricorda sempre con vivo compiacimento.
In quegli anni che precedettero e seguirono da vicino quello
dell'inaugurazione del Circolo del Risotto v'era al Cairo
una nostra colonia fiorentissima e vi spiccavano notabilità
della scienza, delle lettere e dell'arte che onoravano il
nome italiano; si può dire che i nostri compatriotti erano i
veri dirigenti spirituali del Cairo. Era il tempo del dottor
Onofrio Abbate, cioè di Sua Eccellenza Abbate pascià che
risiedeva in Egitto fin dai tempi di Mohamed Ali, medico di
fiducia della famiglia vicereale, direttore dell'intendenza
Sanitaria d'Egitto, presidente della Società Kediviale di
geografia e che fondò, colla collaborazione del segretario
di questa società dott. Bonola, il Museo Geografico ed
Etnografico del Cairo, museo che racchiude preziosi cimelii
riferentisi specialmente ai nostri più illustri viaggiatori
conce il Casati, il Gessi, il Piaggia, l'Autinori ecc.
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Era il tempo del Manusardi, dei Parvis, del Lasciak, del De
Martino, del Sugratto, del Sarapo, del Festa, dello Schiffi.
E' appunto a questo egregio pittore che ci siamo diretti
ora, ad Ezio Schiffi, sapendo di poter raccogliere messe
preziosa per il nostro fascicolo; sono suoi i due robusti
acquerelli che abbiamo il piacere di riprodurre. Questi
acquerelli fan parte d'una ammirata serie che l'artista
produsse durante la sua lunga residenza in Egitto. Davanti
alla copiosa raccolta d'impressioni e di quadri che
arricchiscono il suo bello studio di Roma rivive la visione
dell'Oriente colle sue espressioni vivaci e colle sue
luminosità abbaglianti. Lo Schiffi perciò collabora con noi
alla rappresentazione grafica delle scene del Cairo anche
colla riproduzione che facciamo di alcune istantanee scelte
fra le sue preziose negative. Queste fotografie, che hanno
il pregio di essere inedite, descrivono, meglio di qualunque
prosa, talune scene della vita del Cairo, il cui carattere
originale e pittoresco non può esser reso evidente che
dall'immagine.
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Ma non ci siamo fermati a questo, ci siamo diretti ad
un'altra fonte preziosa, allo studio di Matilde Piacentini;
uno studio tutto nuovo, uno studio di sposa novella e
felice, tuttora fragrante delle ghirlande di cui gli
ammiratori dei due giovani artisti vollero infiorarlo. Dalla
famiglia del geniale artista Pietro Festa venne una
fioritura di dolcissime fanciulle che fecero più vivido il
mazzo delle gentili signorine del Cairo, e da esse ne uscì
la Matilde che, erede del senso artistico del padre e
stimolata dalla bellezza dell'ambiente, si mise a dipingere.
Trasferitasi la famiglia in Italia, gli artisti videro gli
studii della Festa e ne restarono ammirati, ed essa a sua
volta, colpita dalle nuove e meravigliose espressioni d'arte
che Roma le offriva, tornò alle ricerche e allo studio.
Non ancora ventenne si misurò coi concorrenti al pensionato
nazionale della pittura e la critica segnalò il suo saggio
come una delle più pronte ed efficaci interpretazioni del
tema. Questo non ci sorprese perchè avevano visto che quando
la Matilde dipingeva armonizzava istintivamente la visione
del vero colla elevatezza del suo pensiero. Essa ha ora
arricchito la nostra raccolta con qualcuno dei suoi studii
del Cairo che riproduciamo in bianco e nero ma che perdono
assai privi di quella fine colorazione in cui è raccolta la
delicata sensibilità della pittrice. Davanti a queste
visioni d'arte si dilegua quella brutale della guerra
attuale e il pensiero si culla nel ricordo di una luce
radiosa, di un cielo tranquillo e puro, di un'atmosfera
trasparente che vorremmo tornare a respirare: lo strano e
tormentoso desiderio che si chiama nostalgia d'Egitto
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Non
ancora ventenne si misurò coi concorrenti al pensionato
nazionale della pittura e la critica segnalò il suo saggio
come una delle più pronte ed efficaci interpretazioni del
tema. Questo non ci sorprese perchè avevano visto che quando
la Matilde dipingeva armonizzava istintivamente la visione
del vero colla elevatezza del suo pensiero. Essa ha ora
arricchito la nostra raccolta con qualcuno dei suoi studii
del Cairo che riproduciamo in bianco e nero ma che perdono
assai privi di quella fine colorazione in cui è raccolta la
delicata sensibilità della pittrice. Davanti a queste
visioni d'arte si dilegua quella brutale della guerra
attuale e il pensiero si culla nel ricordo di una luce
radiosa, di un cielo tranquillo e puro, di un'atmosfera
trasparente che vorremmo tornare a respirare: lo strano e
tormentoso desiderio che si chiama nostalgia d'Egitto
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Ed. Ximenes. |
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