Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Emporium - nr 329 Maggio 1922)

Pietro Fragiacomo - Necrologio

   
E morto a Venezia, alla Giudecca, il pittore triestino Pietro Fragiacomo, il quale occupava da non pochi anni, per consenso generale, un posto d'onore fra i lirici del paesaggio.
Nato a Trieste il 14 agosto 1856, si trapiantò a otto anni, insieme con la famiglia, a Venezia, passandovi poi tutta la sua vita; cosicchè era giustamente considerato un artista veneziano. Cominciò ad esporre, rincuorato da Giacomo Favretto, nel 1880, dopo soli tre anni di studi; ma non ebbe il suo primo incontrastato successo che sette anni dopo, alla Mostra Nazionale di Venezia, dove aveva esposto due pregevoli quadri : Silenzio e In laguna. Nel 1891, presentatosi alla Triennale di Milano con due paesaggi - D'inverno e Pace - salì di colpo dalla notorietà alla fama, avendone la Galleria d'Arte Moderna di Roma acquistata la prima opera ed essendogli stato assegnato, per la seconda, il premio Principe Umberto.
Da allora la carriera del Fragiacomo si può dire che non ebbe più soste. Tempra d'artista originale e anima sognante di poeta, il Fragiacomo aveva una mesta predilezione per gli aspetti melanconici della natura e ad essa informò la sua miglior produzione di paesista e di marmista, trattando con rara intensità suggestiva i temi : Plenilunio, Campana della sera, Calma crepuscolare, Al vento, Mondo notturno, Quiete, Ritorno dalla pesca, Il sonno, Tramonto triste, Riposo, Notte di luna, Cavalli stanchi, Silenzio, Olicinia, Le rondini, Torrente, Armonie della sera, Gli alberi della pace ed altre quindici o venti opere, di cui è rimasto un grato ricordo in coloro che hanno visitato le mostre artistiche di Venezia, Firenze, Roma, Milano, Torino, Monaco, Bruxelles e Berlino in quest'ultimo trentennio.
All'attuale Biennale di Venezia egli si presentava con un grande quadro in cui è evidente il suo rinnovamento : il Golfo di Trieste solidamente costruito e pieno di vita, e col Ritorno qui riprodotto. Si è qualche volta rimproverato al Fragiacomo di insistere troppo su effetti di mare increspato dal vento e su certi aspetti agresti dell'autunno, ma basta pensare ch'egli era dotato d'una personalità artistica schiva di artificiosi mutamenti per trovare superficiale il rimprovero; come basta ricordare che nella sua Pace egli rivelava già la tendenza alla contemplazione delle meste solitudini, per fare giustizia dell'accusa, mossagli da critici temerari, ch'egli si ispirasse allo Stevenson, al Thaulow od a qualche altro illustre straniero nel cogliere quegli aspetti della natura a cui s'accostava invece per un vero e proprio bisogno del suo spirito.