Pillole d'Arte

    
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(Fonte : Emporium - Nr 355 Luglio 1924)

 

Lino Selvatico (Necrologio)


    I quotidiani del 26 corr. ci annunciano la morte all'ospedale di Treviso-Oderzo, del notissimo ritrattista Lino Selvatico. La ferale notizia susciterà dolorosissima impressione negli ambienti artistici, noto come egli era quale pittore raffinato e coltissimo.
Nato nel 1872 Lino era figlio di Riccardo l'indimenticabile evocatore di Venezia, L'ideatore e iniziatore geniale delle Internazionali Veneziane, e fratello di Luigi pure ottimo pittore di Venezia intima. Il padre ne avrebbe voluto fare un avvocato; appena ottenuta la laurea Lino si pose invece allo studio d Cesare Laurenti soggiogato dalla malia dei colori.
A Venezia espose in una delle prime Biennali il ritratto del Prof. Bordiga, poi nel 1901 Cappuccetto grigio che gli aprì facilmente una florida via. L'opera fu acquistata per la Galleria d'Arte Moderna veneta. in seguito, spinto da così notevole trionfo, si applicò sempre più con studioso fervore al ritratto ottenendo effetti indimenticabili per sobrietà di tecnica ed efficacia espressiva, ma soprattutto per la grazia e suggestione. Fu così definito il pittore della femminilità elegante e della grazia aristocratice.


Le mostre di Venezia alle quali non mancò mai segnarono i suoi continui successi ivi esponendo ritratti di numerose artiste e signore che apponto ricorrevano a lui. Ultimamente fu alla core di Spagna dove ritrasse re Alfonso.
Oltre al Cappuccetto grigio, alla Galleria di Venezia vi è il ritratto suggestivo di Irma Grammatica. Fra le opere sue migliori si ricordano i ritratti della contessa Anna Morosini, di miss Nathan Trotter, della signora Antonietta Treves, della sorella, della signora Coletti Bice, delle danxzatrici Rita Sacchetto e Cia Fornaroli, attrici Vera Vergani e Amelia Cicogna, Cuffietta bianca, il Primo amico, Pensieri lontani, Rosi.
Gli fu osservata la convenzionalità della sua arte dentro certe atmosfere cupe, su basse armonie di bruni e di grigi senza la rivelazione del colore nè squillante nè grave; certo suo accostamento agli schemi di Reynolds o di altri maestri della fine del settecento e principi dell'ottocento, come non gli fu negata larga e ben meritata lode per l'acutezza del suo studio pervaso di sentimento e di pensiero, per la signorilità della sua arte, per la pittura densa, efficace, espressiva. Le sue opere erano pregiate e ricercate ovunque.