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(Fonte : Emporium - nr 326 - Febbraio 1922)
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Bottega di poesia - Mostra di Umberto Moggioli
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La mostra che d'Umberto Moggioli ci diede l' ultima Biennale
veneziana aveva già messo in luce questo giovine artista
trentino rapito così immaturamente dalla morte al suo
lavoro. Ora, la «Bottega di Poesia», iniziatrice
d'esposizioni singolari e interessanti, rinverdisce la
memoria e completa, per chi vide a Venezia il meglio delle
sue opere, la fisonomia del pittore, raccogliendo nelle sale
di Via Monte Napoleone qualche buon disegno e non poche
tele.
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Arte sincera, se anche a determinarla abbiano influito — ma
saltuariamente e con qualche incoerenza, dovuta forse
appunto ai contrasti del suo sano e sereno sentire con le
teorie correnti — certe infatuazioni moderniste. ll Moggioli
trascorse molta parte dei suoi anni più produttivi
nell'isoletta di Burano; e fra Burano, Torcello e San
Francesco nel Deserto si aggirò silenzioso e contemplativo,
cercando quei silenti, malinconici e un po' desolati aspetti
di paese, così affini alla sua sensibilità elegiaca ed al
suo cuore mite. Viveva da poverello: fu gran festa il giorno
in cui, nel suo studiolo, potè issare una stufa e scaldarsi
le mani: chè la sua pena, d'inverno, era sempre d'aver le
mani intirizzite. I piedi - diceva lui — pazienza se si
gelano, ma con le dita gelate non si dipinge. Ed erano
giornate felici, quelle di primavera e d'estate, quando
poteva errare tutto il giorno, su un sandolo, per la laguna,
e a sera tornarsene con gli occhi pieni di cielo, di mare,
del tenero verde dei canneti, delle prime stelle che
accompagnavano i suoi pensosi ritorni.
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Studiare il vero con cuore umile: c'è in alcune sue tele,
come in Natura morta, questo umile bisogno di capirlo
e penetrarlo, più sentito che non paia a chi, dinanzi quelle
pere quelle noci quella bottiglia, si ricordi di Cézanne. Ma
il suo lirismo gli traboccava incontenuto in certi paesi
visti con occhi di sogno ed assumeva intimità e gentilezze
pascoliane in certe composizioni, come La casa
dell'artista.
La mostra milanese senza molto aggiungere al Moggioli che
conoscemmo a Venezia, lo completa, dicevamo: non solo nelle
qualità sue, ma anche nei suoi difetti, che sono a volte,
per la comprensione d'un artista, non meno significativi.
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