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(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)
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Luigi Levi (Ulvi Liegi)
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E un altro superstite della schiera dei «macchiaioli».
Studiò come Adolfo Tommasi, con Carlo Markò figlio, e poi
col Ciaranfi; ma ben presto, seguendo il consiglio di
Telemaco Signorini, del quale fu intimo amico ed ammiratore,
si liberò da ogni influenza accademica abbandonandosi
completamente allo studio diretto del vero. Le sue prime
impressioni che furono giudicate di un gusto un po' «signorinesco»
suscitarono una quantità di discussioni animate e di
polemiche nelle quali lo stesso Signorini intervenne per
sostenere con grande calore di convinzione la promettente
arte del giovanissimo Levi.
Nel 1898, dopochè era già riuscito ad affermarsi in modo non
dubbio, espose a Parigi dietro invito del Manzi alcune sue
impressioni che gli valsero lodi incondizionate da parte dei
maestri dell'impressionismo francese: Dègas, Pissarro e
Monet. Col tempo, pur rimanendo fedele alla tecnica
impressionistica, diede alla sua pittura un contenuto più
saldo ed un carattere di maggiore vivacità. In questa sua
seconda maniera il Levi si manifesta come colorista di un
lirismo violento, acceso, spinto talvolta fino all'eccesso e
pur severamente contenuto, sempre, entro una linea
caratteristica e tutta sua.
E' un fine ed aristocratico conoscitore e raccoglitore di
cose d'arte e possiede un'interessante collezione d'opere
dei più puri rappresentanti del «macchiaiolismo» toscano.
Appartiene al «Gruppo Labronico».
Guido Venarelli.
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Opere esposte :
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(Dipinti a olio)
1. La Pantera alle Cascine
2. Primavera grigia nel Parterre
3. Casolari a Roncegno (Trentino)
4. Colloquio di bambinaie sulla rotonda dell'Ardenza
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