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(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)
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Rubaldo Merello
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Nel gennaio di quest'almo è morto Rubaldo Morello, mirabile
artista, solitario, sdegnoso, che fu sfruttato da molti,
sconosciuto, amato solamente da pochi eletti: morto ancor
giovane e povero. Chi ha opere sue ne è geloso: e speriamo
non voglia farne la solita speculazione, che a volte
tradisce la memoria stessa dei morti gloriosi, seppure non
ne ritardi il riconoscimento, come sempre impedisce che
spiriti egregi e disinteressati rendano loro il tributo che
merita.
Ringraziamo il Cav. Alfredo Giannoni di Novara per aver
voluto concederci, unico fra quanti furono da noi
sollecitati, un gruppo di opere del morto. Il quale viene
solitario, sperduto fra gli scogli della Liguria, prima a S.
Fruttuoso di Portofino, fra le tombe dei Doria e le
granitiche maestà del monte a picco sul mare; e poi a S.
Margherita Ligure. Fu pittore e scultore nell'ultimo tempo:
poeta sempre; pensoso di continuo, come uno strumento
eloquente e rivelatore di natura.
Come pittore, il Merello, artista d'istinto caldo ed
esuberante, è fra i pochissimi che ponendo a base della
propria espressione pittorica la tecnica divisionistica, non
la intese in modo meccanico e in vista di «effetti» fisici
obbiettivi di irradiazione luminosa o di soffusione
atmosferica, ma come un mezzo per moltiplicare e corroborare
la propria lirica, assimilando, cioè, completamente quel
mezzo tecnico alla necessità emotiva del proprio spirito.
Quella specie di serrato e sapiente ordito strumentale che è
il divisionismo del Merello non si ingrettisce mai in modi
abitudinarii e teoretici, ma s'insangua e brucia del
traboccante amore dell'artista pei colori fulgidi e intensi
della divina Riviera.
L'abbagliante riverbero del mare, fra gli scogli roggi o
diasprati del litorale ligure, che fonde ed elabora come la
vampa di un forno vetrifero, gli aspetti ricolanti di luce
del colore, ha suggerito e imposto al Merello quella
tecnica, divisa eppure compatta e succosa, per cui i suoi
quadri, oltre che per la potenza evocatrice dei luoghi
raffigurati, sono stupendi per l'arabesco sontuoso delle
tinte: intese nella loro pura musicalità decorativa,
risplendenti fra i castoni di forme solide e stagliate, come
un prezioso mosaico di gemme cristalline e di pietre dure.
Merello è il cantore che con voce più squillante e gioiosa
abbia celebrato le bellezze di quella terra benedetta dalla
natura, in cui tutti gli aspetti sembrano essere invasi da
un delirio dionisiaco, moltiplicato dalla profusione dei
doni di una flora prodigiosa, sotto l'azzurro intenso del
cielo, cui risponde la nota più profonda, ma non meno
splendida e vibrante del mare.
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Opere esposte :
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1. La scala del Convento di San Fruttuoso
2. Pini sul mare
3. Ulivi in Riviera
4. Pini e rocce
5. Tramonto sul mare
6. San Fruttuoso
7. Disegni a sanguigna
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