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			(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)   
			 
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			 Umberto Prencipe    
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					E' un'artista di razza, che ha bisogno di dipingere come di 
					respirare.  
					 
					Nato a Napoli nel 1870, è poi rimasto estraneo quasi del 
					tutto agli Istituti di Belle Arti incominciò ad esporre 
					tardi, a Roma, nel 1904. La sua tavolozza intonata in 
					sordina, tutta intrisa di colori grigi e gemmata di lacrime, 
					i soggetti stessi dei suoi quadri, espressi da un mesto e 
					tragico sentimento della vita, non gli giovarono a 
					conquistare per intero l'attenzione del pubblico. Gli 
					sorrise invece, più presto, la fama d'acquafortista, proprio 
					in quelli anni che l'Italia era quasi estranea al bianconero 
					e a chi lo praticava.  
					 
					Oggi, Umberto Prencipe può dirsi un pittore che ha toccato 
					la pienezza conclusiva de' suoi mezzi. Le sue tele serbano 
					sempre quel segno addolorato d'una volta, ma hanno raggiunto 
					una potenza musicale che non sfuggirà agli intenditori. 
					Questi effetti di controluce, con guizzi e carezze 
					crepuscolari, azzurri discreti che ci trasportano come in 
					sogno dai solitari vespri orvietani alla tristezza forse men 
					cruda delle dune di Maremma, diffondono per gli occhi una 
					pensierosa dolcezza.  
					 
					Ecco un pergolato verde e lucente che si spande ai piedi del 
					rosso colonnato di mattoni; ecco un mandorlo in fiore, mite 
					come un'immagine sacra sulle umide muraglie. Qui vedi, nella 
					serenità invernale, il torrente turchino che discende dalle 
					Apuane e se ne va placato tra le folte schiere dei pioppi; 
					altrove le plumbee coste di tufo, i dorsi brulli di viti, 
					con le querele secche le quali macchiano di rosso le 
					bluastre ombre autunnali. Poi, dai ruderi di un vecchio 
					convento trecentesco in un orto abbandonato, di calde 
					tonalità verdi e arancione frammiste a toni neutri, si passa 
					ancora ad un cielo livido di Maremma, sul quale balzano dei 
					pini scuri e solenni a petto dei ginepri fioriti; e laggiù 
					all'orizzonte sul mare lontano, vigila tra i veli un piccolo 
					specchio roseo, ridente.  
					 
					Umberto Prencipe conferma in queste opere le sue qualità 
					concrete, che scoprono un sentimento delicato, una feconda 
					nostalgia, e la padronanza d'una tecnica che aderisce ai 
					soggetti come il corpo all'anima.  
					 
					Francesco Sapori.
		 
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				    Opere esposte :  |  
				
					
					
						
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							Dipinti a olio  
							 
							1. Tristezza maremmana  
							2. Borgo Toscano  
							3. La Versilia  
							4. Primavera orvietana  
							5. Paesaggio etrusco  
							6. Vespro orvietano  
							 
							(Stampe)  
							 
							7. Piazza Napoleone  
							8. Mercato di notte  
							9. Mattino romano
							 
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