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(Fonte : Fiorentina Primaverile - 1922)
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Vittorio Zecchin
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E' nato a Murano; ha poco più di quarant'anni. A vederlo con
la sua zazzera folta, con il suo barbone biondo sembra un
fauno tedesco impazzato. E' invece timido, ingenuo come una
fanciulla. Ha una sensibilità quasi modesta di artista
multiforme: vetraio, pittore, tessitore, decoratore, è
cresciuto di fama lentamente per la tenace fiducia dei pochi
amici che lo incoraggiarono. Cominciò a mandare a Ca'
Pesaro, a Venezia, certi quadrettini simbolici di Vergini
esangui e di Cristi e di Madonne ossute e allampanate che
suscitarono l'ilarità della gente. Aveva vista quella roba
nel Suo Vivarini, ma l'aveva dipinta con i colori con i
quali si facevano, nelle vetrerie, le miscele per le
murrine, gli smalti pei mosaici. In quei lontani quadrettini
è l'embrione della sua successiva produzione. Quando dipinse
tele immense, con fantasie, di principesse assire, schiave
etiopi, guerrieri neri, su fondi d'oro, tra rivoli di
argento e costellazioni di pietre preziose, chi non sapeva
che Klimt era andato a imparare a Murano molte cose, lo
accusò di imitare Klimt.
Egli distendeva, invece, sulle sue tele in tondini,
quadrati, triangoli, in occhieggiamenti le superfici
pavonesche delle, murrine, disponendole entro figurazioni
fantastiche e piatte che richiamavano alla memoria i cartoni
per invetriate. Ma la pittura lo stancava; e i colori, e gli
ori e gli argenti, che pur costavano molto non scintillavano
come il vetro. Allora un poco l'abbandonò. Si dette a
dipinger vetri; poi immaginò quei suoi arazzi trapunti a
lana, con colori vivi e a grandi chiazze, che egli
improvvisava indicando le matasse alle operaie e disegnando,
sulle canovacce, con le mani delle sue operaie fedeli. Poi
ideò mobili, che per completare l'arredamento di stanze
suggestive si intonassero con i suoi vetri e le sue pitture
e i suoi arazzi; oggi dà anima, in Murano, a una vetreria e
a una bottega d'arte decorativa varia e incantevole, donde
il suo nome si fa strada nel mondo.
Ma a chi ritiene di scoprirlo con visite frettolose, parla
dei suoi amici che gli credettero e lo incoraggiarono quando
a Ca' Pesaro espose le Vergini e i Cristi e le Madonne di
cui la gente rideva!
Gino Damerini
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Opere esposte : |
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